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Euro 2024: England’s Jarrod Bowen says mood is still ‘really high’

Author: BBC Sport

England's Jarrod Bowen speaking at a new conference at Euro 2024Getty Images

Jarrod Bowen says the mood inside the England camp is “really high” despite an underwhelming start to their Euro 2024 campaign.

The Three Lions followed up a narrow 1-0 win over Serbia with a flat and uninspiring performance in a 1-1 draw with Denmark in Frankfurt on Thursday.

England can win Group C – and secure a last-16 tie against a third-placed finisher – if they beat Slovenia in Cologne on Tuesday (20:00 BST).

However, they could face Germany if Gareth Southgate’s side finish runners-up, and the tournament hosts win Group A.

There has been criticism of Southgate and his side’s performances from former England players in the wake of the Denmark game.

But Bowen, speaking on Saturday, said the squad were “trying not to get involved in the outside world”.

“We have a real tight group, a real togetherness,” said the West Ham forward, who has come on as a substitute in both games, playing a total of 35 minutes at the tournament.

“We’re still in control of our own destiny. We’re calm about it. The mood is really high. We’re not bottom with two defeats. We’re still in a really good position.”

Those questioning England’s performances have included former captain Alan Shearer, who said after the Denmark game: “I don’t think there is a plan. There’s a complete lack of energy, I don’t know if anyone knows whether to come or to sit.”

And Wayne Rooney, who scored 53 times in 120 England appearances, said “the players have to take responsibility”.

Bowen added: “I try not to get caught up in the outside world, the same as club level.

“Football is a game of opinions – there will be highs and lows but it’s about sticking together.

“We’re a team of winners. We want to win and achieve something.”

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‘There’s a lot of noise’

England have four points from two games. No team has failed to make the knockout stage of the Euros with four points.

However, England’s tactics at Euro 2024 have been criticised by fans who are calling for Southgate to make changes against Slovenia after naming unchanged starting XIs in back-to-back games.

Cole Palmer, who scored 22 Premier League goals and provided a further 11 assists, has yet to play a single minute. Newcastle winger Anthony Gordon has also not yet featured.

Full-back Kieran Trippier said the squad remained upbeat and positive.

“We could be more happy, but the most important thing is that we stay together,” added the Newcastle defender, who won his 50th cap against Denmark.

“There’s a lot of noise but internally we stick together, as H [Harry Kane] said and as Gareth said.

“We’ve been in this situation before and it’s all about just staying calm, staying positive, because we’re going to need everybody.”

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Alemanha: preparador físico do Bayern morre aos 57 anos | MAISFUTEBOL

Author: MAISFUTEBOL

O Bayern Munique está de luto por Thomas Wilhelmi, preparador físico que morreu este sábado, vítima de doença prolongada, aos 57 anos.

O técnico de recuperação dos bávaros trabalhava no clube desde 2007.

«Thomas Wilhelmi amou e viveu o Bayern e o seu trabalho: ele esteve sempre atento aos jogadores e ao seu lado, especialmente durante as fases de lesão, quando os atletas de alta competição precisam de mais apoio. Por mais de 17 anos, fez parte da equipa por detrás da equipa e foi sempre confiável. Deu um contributo inestimável para a conquista de muitos títulos durante este longo período. Jamais o esqueceremos, assim como as suas qualidades humanas e profissionais», disse Jan-Christian Dreesen, CEO do Bayern.

Wilhelmi trabalhou com diversos treinadores ao longo dos anos, como Jupp Heynckes, Louis van Gaal, Pep Guardiola, Jürgen Klinsmann, Carlo Ancelotti, Hansi Flick, Niko Kovac, Julian Nagelsmann e Thomas Tuchel. Viu ainda a equipa conquistar, entre outros, 13 campeonatos alemães, duas Ligas dos Campeões e dois Mundiais de Clubes.

Schwerer Verlust: FC Bayern trauert um Thomas Wilhelmi.

Der Reha- und Konditionstrainer des deutschen Rekordmeisters ist im Alter von 57 Jahren nach langer Krankheit verstorben. Ruhe in Frieden, Thomas.

🔗 https://t.co/9Kr5tfL2dB

— FC Bayern München (@FCBayern)
June 22, 2024

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Calcio

Portogallo primo e agli ottavi! Turchia ko, Yildiz e Guler entrano tardi

Author: Tuttosport

DORTMUND (Germania) – Con l’1-1 tra Georgia e Repubblica Ceca, il Portogallo blinda il primo posto del girone F di Euro 2024 superando nettamente la Turchia. I lusitani di Roberto Martinez calano il tris contro la nazionale di Vincenzo Montella e strappano il pass per gli ottavi con una giornata di anticipo. L’aeroplanino, che nel match odierno ha preferito mandare in campo i suoi due gioielli Yildiz e Guler solamente dopo il 3-0 portoghese, dovrà giocarsi tutto nell’ultima partita del raggruppamento come l’Italia di Spalletti.

Portogallo-Turchia, la partita

Più pericolosi i turchi nei primi minuti, ma al 20′ è Bernardo Silva a sbloccare il risultato. Palla in area di rigore che arriva dall’out sinistra, porta spalancata per il gioiello del City che non perdona. I turchi accusano il colpo e al 28′ la combinano grossa: attacco sbagliato dei lusitani, errore di comunicazione tra Bayindir e Akaydin con quest’ultimo che esegue un retropassaggio scellerato che termina oltre la linea di porta per il 2-0. Ad inizio ripresa la nazionale di Martinez cala il tris: bucata la difesa turca con Cristiano Ronaldo che davanti al portiere appoggia per Bruno Fernandes che realizza il più facile dei gol. Partita in cassaforte con Montella che prova a mandare in campo Yildiz e Guler per scuotere i suoi, ma senza successo. Termina 3-0  e il Portogallo avanza al prossimo turno, la Turchia dovrà giocarsi tutto nell’ultima partita.

EURO 2024, LA CLASSIFICA DEI GIRONI

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Milan, Costacurta elogia Camarda: “Mi ricorda Inzaghi, mai visto un talento simile” | Calcioblog

Author: Calcioblog

Alessandro Costacurta

Billy Costacurta ha speso parole di elogio verso Camarda, esaltandone il talento e paragonandolo a Pippo Inzaghi.

Francesco Camarda è senza dubbio uno dei talenti più lucenti del panorama calcistico europeo. Il talento rossonero ha compiuto da qualche mese 16 anni ma vanta già un record: il più giovane debuttante della storia della Serie A. I suoi numeri sono altisonanti, sfavillanti e ridondanti considerando anche e soprattutto l’età che ha. Non era un caso infatti che molte big europee hanno provato in questi mesi a soffiare da sotto il naso il giovane talento al Milan. Il suo futuro invece sarà ancora a tinte rossonere, avendo firmato il suo primo contratto da professionista con il Milan con scadenza 2027. Di lui, e del suo talento, ne ha parlato Alessandro Costacurta a SportWeek.

Camarda talento puro, come Inzaghi

Alessandro Costacurta ha affermato che “è talmente giovane da avere davanti un’evoluzione che durerà anni. E un’evoluzione, per sua natura, è imprevedibile: può condurre a un miglioramento, ma può anche, al suo compimento, non far registrare progressi, lasciandoti così com’eri, o, addirittura, portare a un peggioramento. A vedere Camarda adesso, come gioca con avversari più grandi di lui di due o tre anni, il pensiero è che veramente possa avere un futuro roseo. Io seguo molto il calcio giovanile, e ribadisco: non ho mai visto uno tanto forte alla sua età. Mai visto”. Ha proseguito poi dichiarando che “di lui colpiscono i movimenti fuori e dentro l’area. Ha una spiccata capacità di liberarsi dal marcatore. È una cosa che hai dentro, nessuno te la può insegnare. È istinto puro. Ne ho visti pochi come lui, allontanarsi in area di rigore dal difensore solo con un movimento del corpo. Mi viene in mente Pippo Inzaghi. Ma guardiamo anche il primo dei due gol segnati al Portogallo nella finale dell’Europeo U17: in quell’azione personale, in cui parte da sinistra, si accentra, punta l’uomo due volte e va a segnare, c’è tutto Camarda. Movimento senza palla, tecnica, ma soprattutto lucidità“.

Filippo InzaghiFilippo Inzaghi

Il consiglio di Costacurta

Alessandro Costacurta ha dato un consiglio al giovane Camarda, affermando che “deve continuare ad avere questa ambizione, ma con la modestia che lo ha contraddistinto fino ad ora, dovrà essere accompagnato dalle persone giuste, crescere in un ambiente sano, che non dà problemi e non mette pressioni. E il Milan offre garanzie“.

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Karate Kid e i 40 anni di un mito senza tempo

Author: Wired

Nessuno si aspettava che Karate Kid potesse diventare ciò che è ancora oggi: un pilastro della narrazione teen, che dagli anni ‘80 di cui è ancora oggi il simbolo più puro per il target adolescenziale, è giunto fino ai giorni nostri, con la sua struttura ed il suo iter. 40 anni dopo l’incredibile successo che lo rese film mito, l’epopea di Daniel LaRusso continua anche grazie alla serie Cobra Kai, ad esercitare un fascino unico, in virtù di caratteristiche ben precise, di qualità che non vanno mai fuori moda.

Un piccolo grande film diventato il simbolo stesso di un decennio

Si fa presto a dire anni ‘80. Karate Kid ancora oggi di quell’epoca è tassello fondamentale, data la sua capacità di essere film di formazione, dramma epico sportivo e teen movie come solo allora si poteva. Eppure, la fan-serie Cobra Kai, da evento su YouTube, è diventata una serie capace di ascolti incredibili. Daniel LaRusso e la sua scoperta del Karate, ci affascina ancora oggi perché contiene tutti gli elementi tipici di quel cinema anni ‘80 che aveva un sapore unico, esaltante, che ci parlava di avventura, riscatto, vittoria e sogni che si avverano, del bene che trionfava sul male. Allo stesso tempo, rimane un elogio di quella subcultura giovanile che oggi è sostanzialmente scomparsa, schiacciata dall’identità digitale. Fu anche un inno alle minoranze, quelle che la narrazione mainstream del grande e piccolo schermo, durante il decennio dominato da Ronald Reagan e dall’AmeriKa (quella rigorosamente con la K), aveva messo totalmente in secondo piano.

Karate Kid nacque come mix perfetto tra ciò che lo sceneggiatore Robert Mark Kamen aveva vissuto a 17 anni, venendo bullizzato a scuola e imparando il Karate per difendersi, e quel Rocky Balboa che in quegli anni aveva reso Sylvester Stallone un eroe per ogni abitante del globo. Lo stesso Stallone ci scherzò su, ma a ben pensarci, Karate Kid contiene anche molto elementi propri di un Mark Twain: un giovane alla scoperta di un mondo nuovo, da affrontare da solo, costretto a misurarsi con le proprie paure e a crescere a dispetto di esse. Il tutto dentro un film che sposò un’epica in grado di mettersi in tasca il realismo sterile senza ripensamenti. Del resto ciò che conta in una storia non è la realtà, ma la sua capacità di arrivare a toccare le giuste corde. Ed in quegli anni ‘80, in cui il mercato audiovisivo era totalmente centrato sull’universo teen, Karate Kid seppe ergersi come simbolo di originalità e inventiva.

Karate KidJackie Chan e Ralph Macchio saranno i protagonisti del nuovo film di Karate Kid

L’inedita coppia riprenderà i rispettivi personaggi in una pellicola che riunirà due filoni del franchise: quello degli anni Ottanta e quello degli anni Dieci. Le riprese inizieranno in primavera

Per chi era giovane allora, Karate Kid è stato una tappa fondamentale. Conteneva tutto ciò che era l’adolescenza, o almeno ciò che ogni adolescente sentiva dentro. Le note di Bill Conti e Joe Esposito accompagnavano le loro corse a bordo delle bici BMX, con i giubbottini di pelle, bandane, il look pittoresco, i walkman, le audiocassette… ma Karate Kid è anche un racconto visivo metaforico. Daniel che arriva nei dintorni di Los Angeles è un latino, è diverso dai wasp che abitano la zona, pare quasi un immigrato. Appena arriva nella nuova scuola, diventa un bersaglio per Johnny Lawrence (William Zabka) e la sua banda di teppisti. Karate Kid in fin dei conti è un film che ci parla del bullismo e lo fa benissimo, mostrandocelo come prodotto del mondo degli adulti e delle loro idee sbagliate, rappresentate dal sanguinario Dojo di John Kreese (Martin Kove), dove Johnny e gli altri vengono sottoposti ad un culto della violenza sadico e distruttivo.

Il casus belli riguarda le attenzioni di Ali Mills (Elizabeth Shue), e non è qualcosa di casuale, perché mentre LaRusso la tratta con sensibilità, Lawrence la vede quasi come una sua proprietà e anche in questo Karate Kid funge da narrazione antitetica rispetto ai cliché del suo tempo. Il film di John G. Avildsen. da un lato glorifica quel decennio certo, ma dall’altro denuncia il culto della vittoria, della supremazia, delle apparenze, le stesse che erano il mantra degli yuppies e della linea di pensiero dell’America reaganiana. Solo uno dei tanti piacevolissimi paradossi di un racconto dove il Maestro Miyagi di un fantastico Pat Morita (che il Karate nemmeno lo conosceva) con i suoi metodi di allenamento a dir poco stravaganti, è simbolo di un karma, un approccio tollerante e costruttivo. Performance leggendaria quella dell’ex comico nippoamericano, anch’essa diventata prototipo per una marea di altri sensei cinematografici nel corso del tempo, con il suo essere un mix tra Yoda e Jackie Chan.

Un racconto capace di tramandarsi di generazione in generazione

Karate Kid ha ancora oggi una capacità unica non solo di mostrarci l’evoluzione del protagonista, che da giovane insicuro e debole, comincia a prendere confidenza nelle proprie possibilità. Il film è una guida verso il significato stesso delle arti marziali, cioè il conoscere se stessi, l’auto miglioramento inteso come mentale e psicologico, non solo fisico. Soprattutto, parlava (nel decennio di Rambo e co) di quanto la violenza non fosse la risposta a nulla. Rimane un racconto incredibilmente americano, per l’ottimismo e l’eccezionalismo a portata di mano, ma contemporaneamente si allontanava dai cliché del teen movie che rendeva all’epoca il “Brat Pack” una macchina da soldi in quel decennio. Eppure, non rinuncia a parlarci dei primi amori, delle prime feste e delle regole del mondo giovanile. Siamo in un universo in cui gli adulti, a parte Miyagi e Kreese (yin e yang), sono sostanzialmente assenti, ed è il motivo per cui ancora oggi funziona, visto che conta solo il punto di vista di Daniel, Johnny e degli altri.