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Wired Next Fest 2023 a Rovereto, cosa seguire se ti interessa la scienza

Author: Wired

Scienza, cultura, innovazione, tecnologia, ma anche intrattenimento si incontrano al Wired Next Fest 2023, il festival gratuito più famoso su tecnologia e innovazione che quest’anno compie 10 anni. A ospitare questa nuova edizione, che si terrà nel week end del 6 e del 7 maggio 2023 sarà la città di Rovereto, dove il pubblico potrà assistere e prendere parte agli incontri, panel, workshop e agli exhibit nel teatro Zandonai, in piazza Malfatti, a Palazzo Del Bene, e al Planetario di Rovereto. L’ingresso è gratuito, mentre sul sito dedicato all’evento è possibile iscriversi e trovare l’elenco degli speaker e il programma del festival.

Tra gli ospiti della manifestazione, gli appassionati di scienza potranno trovare anche esperti di economia spaziale, astrofisica, biologia, medicina, energia, ecologia animale e tanto altro. Ecco quali sono gli incontri da non perdere per chi è interessato all’ambito scientifico.

Sabato 6 maggio

Nella giornata di sabato ci sarà l’incontro con Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), sulle esplorazioni ultraorbitali e sulla space economy. Neuroscienziato e ricercatore, Giulio Deangeli sarà sul palco insieme a Emma Ruzzon, presidente del consiglio degli studenti dell’università di Padova, per una riflessione sulla situazione delle università italiane e dei suicidi degli studenti avvenuti negli ultimi mesi. A seguire, Antonella Viola, professoressa di Patologia generale all’università di Padova, si occuperà di analizzare tutti quegli aspetti legati al linguaggio della scienza e della divulgazione emersi nel periodo della pandemia.

Quali sono le competenze di cui ha bisogno il settore della space economy? Al Wired Next Fest di Rovereto ne parlano Massimo Claudio Comparini, deputy amministratore delegato di Esvp Observation Exploration Navigation alla Thales Alenia Space, e Simonetta Di Pippo, professor of practice di Space economy e direttrice dello Space economy evolution lab (SeeLab) della Bocconi.

Il festival sarà ricco di appuntamenti sulla crisi climatica e ambientale: Claudia Tebaldi, ricercatrice del Joint Global Change Research Institute della University of Maryland, e Giacomo Moro Mauretto, biologo e divulgatore scientifico, si occuperanno della questione ambientale. Dell’impatto della crisi climatica su animali e piante, invece, parleranno Francesca Cagnacci, ecologa comportamentale e della conservazione alla guida dell’Unità di ecologia animale del Centro ricerca e conservazione della fondazione Edmund Mach, e Luca Belelli Marchesini, ricercatore dell’Unità di ecologia forestale del Centro ricerca ed innovazione della fondazione Edmund Mach. Sul futuro del cibo, invece interverranno anche Stefano Biressi, professore di Biologia molecolare dell’università di Trento, Luciano Conti, professore di Biologia applicata del dipartimento Cibio dell’università di Trento e Sean Yam, chief operating officer della Gerber Rauth Srl.

Una costellazione satellitare che monitorerà l’ambiente, le infrastrutture, il dissesto idrogeologico e gli incendi in Italia: è questo l’obiettivo del progetto Iride, che verrà illustrato da Antonio Ciccolella, system requirements manager dell’Esa, Francesco Longo, responsabile Unità di osservazione della Terra e operazioni dell’Asi, e Andrea Taramelli, professore dell’Università Iuss di Pavia e senior scientist in telerilevamento e processi di superficie nell’Ispra.

Domenica 7 maggio

Tra gli incontri a tema scientifico previsti per la giornata di domenica 7 maggio, ci sarà anche quello dedicato al metodo Steam (science, technology, engineering, art, mathematics) che si occupa di coinvolgere più persone possibili nelle materie scientifiche. Ne parlerà Ersilia Vaudo, astrofisica e chief diversity officer all’Esa. Nel pomeriggio sarà presente anche Martin Hanczyc, responsabile del laboratorio di Biologia artificiale del Centro Cibio dell’università degli studi di Trento.

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Economia Tecnologia

Droni, il primo test del trasporto organi in Italia

Author: Wired

Il trasferimento di organi tramite droni è al capitolo uno: entro la fine del mese a Torino si concretizzerà il primo volo sperimentale italiano. Nel 2021 su Wired avevamo raccontato il perimetro del progetto, ma solo adesso si è entrati nel vivo. “Il motivo di questo ritardo non è tecnologico bensì normativo: abbiamo collaborato con Enac per ottenere l’autorizzazione a volare in ambito cittadino oltre la linea di vista. Il tema della sicurezza è vitale“, conferma Antonio Amoroso, presidente della Fondazione Donatori organi e trapianti (Dot).

Non di meno il team scientifico ha dovuto sperimentare in laboratorio se eventuali scuotimenti o vibrazioni potessero alterare il materiale biologico trasportato. Già, perché la prospettiva è quella di raggiungere un giorno il trasporto organi, ma prima di allora ci si concentrerà sul trasporto di campioni biologici per la verifica della compatibilità tra donatore e ricevente.

“In laboratorio abbiamo impiegato dei simulatori, degli shaker, per riprodurre circa 60 minuti di sollecitazioni. Dopodiché abbiamo confrontato i campioni: quelli rimasti immobili e gli altri. L’esito è stato positivo e non abbiamo riscontrato variazioni

Antonio Amoroso, ordinario di genetica medica presso il Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino

La Fondazione Dot, che si occupa di promuovere la cultura della donazione di organi e dei trapianti, ha deciso di chiamare il progetto Indoor (uslNg Drones fOr Organ tRansportation). Da rilevare che fin dal primo momento sono stati coinvolti partner istituzionali e tecnici, fra cui il Centro nazionale trapianti, il Centro regionale trapianti del Piemonte, l’Azienda ospedaliera universitaria Città della Salute e della Scienza, l’Università di Torino, l’Enac e le aziende private del settore aviazione e aerospazio Pros3, Mavtech, Abzero e Lma Aerospace Technology. Senza contare l’apporto fondamentale del Centro Interdipartimentale per la robotica di servizio PIC4SeR del Politecnico di Torino, coordinato dal professor Marcello Chiaberge.

percorso drone volo organi

Il percorso del primo volo

Il primo volo sperimentale a Torino

Entro la fine di aprile verrà organizzato un primo volo tra il Centro Traumatologico Ortopedico e la Palazzina di Genetica dell’ospedale Molinette: si parla di circa 600 metri linea d’aria, mantenendosi sotto i 70 metri di altitudine a una velocità massima di 50 chilometri all’ora, sorvolando in modalità di navigazione automatica un tratto urbano e un tratto del fiume Po. Verrà fermato il traffico e comunque il drone sarà monitorato costantemente lungo l’intero percorso. Non ci si aspetta grandi colpi di scena poiché in fondo è quasi un volo per “sperimentare” l’autorizzazione Enac, più che dettagli tecnici. Il drone infatti è un piccolo quadricottero, con un ingombro di circa 50 centimentri, dotato di una capsulina di trasporto in scala. Per di più le provette trasportare saranno di un liquido inerte.

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Economia Tecnologia

Startup, nel più grande progetto di bonifica del mondo c’è di mezzo una italiana

Author: Wired

Tra i composti su cui si lavora ci sono idrocarburi, pesticidi, contaminanti organici recalcitranti, composti organici clorurati.Ma stiamo rilevando nuovi contaminanti emergenti, come i fans (farmaci antinfiammatori non steroidei, tra cui l’ibuprofene, ndr), che finiscono nel sistema fognario e i depuratori non sono in grado di trattenere”. Non solo. Le analisi mostrano anche la presenza di Pfas, una classe di sostanze che comprende migliaia di composti usati per la produzione di schiumogeni antincendio, pesticidi, imballaggi, vernici, prodotti elettronici, padelle antiaderenti, e che appaiono nei suoli.

Sono tra le sostanze chimiche più persistenti”, afferma Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia: “Difficilmente si degradano nell’ambiente, e per essere distrutti devono essere portati a temperature superiori ai mille gradi. Non per niente vengono detti forever chemicals. I Pfas sono interferenti endocrini, tossici per la riproduzione e il feto e correlati a diverse forme tumorali. Le caratteristiche di resistenza termica, inerzia chimica, idrofobicità e lipofobicità ne hanno reso diffuso l’utilizzo. Una situazione preoccupante per la salute dell’uomo e dell’ambiente: sono stati rinvenuti in aree remote, nell’acqua, nell’uomo e persino nella pioggia. Ma, se escludiamo applicazioni come le tute antincendio dei pompieri, oggi esistono valide alternative”.

Si stanno moltiplicando le iniziative per vietare la produzione dei Pfas: come la proposta presentata da Germania, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia e Svezia o, recentemente, la mossa dell’amministrazione Biden negli Stati Uniti, che per la prima volta ha proposto uno standard per l’acqua potabile. Perché “i Pfas sfuggono ai processi di depurazione tradizionale e vengono ritrovati in acque di scarico e fanghi, spesso impiegati in agricoltura”, riprende Masini.

Dnd Biotech oggi fattura circa un milione e mezzo di euro, “numeri in crescita” annota l’ad. L’azienda toscana ha effettuato un percorso nell’acceleratore napoletano Terra Next, specializzato nella bioeconomy e parte della rete di Cassa depositi e prestiti. Nel futuro c’è un round di finanziamento che, afferma il manager, dovrebbe arrivare entro fine anno.