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AMD, Ryzen Mobile di seconda generazione e assalto ai Chromebook

Author: Manolo De Agostini Tom's Hardware

Il 2019 in ambito mobile di AMD si apre con l’annuncio di una nuova gamma di prodotti che va a coprire gran parte del mercato. I nuovi processori Ryzen Mobile di seconda generazione si posizionano nella fascia alta mainstream (Ryzen 3 U), il mercato dei notebook premium Windows (Ryzen 5 e 7 U) e il vasto segmento gaming (Ryzen 5 e 7 H). Le fasce di mercato inferiori sono invece presidiate dai marchi Athlon, A6 e A4.

Ryzen Mobile per i notebook ultrasottili

Partiamo dai Ryzen Mobile di seconda generazione della serie U, anche noti come Ryzen Mobile 3000 U-Series. Quali novità portano rispetto alla prima generazione vista nel 2018? L’uso del processo produttivo a 12 nanometri, già adottato per la seconda generazione di CPU Ryzen e Threadripper in ambito desktop l’anno passato.

La gamma si compone di quattro modelli chiamati Ryzen 7 3700U, Ryzen 5 3500U, Ryzen 3 3300U e Ryzen 3 3200U. Il primo offre una configurazione con 4 core e 8 thread che opera tra 2,3 e 4 GHz malgrado il TDP di soli 15 watt. A bordo troviamo oltre a 6 MB di cache complessivi anche una GPU Vega con 10 CU a 1400 MHz. Il Ryzen 5 si differenzia per la frequenza minore della parte CPU (2,1 / 3,7 GHz) e una GPU Vega con 8 CU a 1200 MHz.

I modelli Ryzen 3 sono rispettivamente un quad-core puro e un dual-core con SMT (4 thread). Il modello 3300U opera a 2,1 / 3,5 GHz, ha 6 MB di cache e una GPU con 6 CU a 1200 MHz. Il 3200U invece funziona a 2,6 / 3,5 GHz, ha 5 MB di cache e una GPU con 3 CU a 1200 MHz. Tutti supportano i contenuti in streaming 4K e fino a 4 schermi, salvo il 3200U che si ferma a 3.

Secondo AMD e Microsoft, la maggior parte dei possessori di notebook lavora su piattaforme del 2015 (Intel Broadwell), e le nuove soluzioni Ryzen Mobile di seconda generazione possono garantire fino al 60% di prestazioni in più rispetto alle piattaforme analoghe dell’epoca, velocizzando la produttività con Office 2016 e altri carichi come Photoshop e 7Zip.

Confrontando un notebook Ryzen 7 2nd Gen a un Core i7 del 2015, AMD ha registrato prestazioni nell’editing multimediale 16 volte maggiori, una navigazione web il 10% più veloce e una reattività con PCMark 10 del 48% migliore. Merito non solo dei core Zen più avanzati, ma anche dell’accelerazione garantita dalla GPU Radeon Vega Graphics. Ancora meglio i risultati nel confronto tra un Ryzen 5 2nd Gen e un Core i5 del 2015, con progressi rispettivamente di 15 volte, del 22% e del 50%.

Insomma, il messaggio è chiaro: se avete un notebook con qualche anno sulle spalle, acquistando una soluzione moderna della stessa fascia vedrete un netto miglioramento prestazionale, pur con un’autonomia fino a 12 ore, il supporto alle funzionalità più recenti come Voice Wake e Modern Standby, la visione di contenuti in streaming in 4K HDR, il gaming e la visione di film per 10 ore usando l’energia della batteria.

Se però il confronto con il 2015 non v’interessa, AMD ritiene di aver creato una piattaforma mobile con le carte in regola per interessare anche chi possiede notebook più recenti. Si parla del 14% di prestazioni in più nella navigazione web con un Ryzen 5 3500U rispetto a un Core i5-8250U, capacità di editing il 27% migliori e produttività pressoché simile.

Parlando di giochi, AMD ritiene di avere un buon vantaggio su Intel, quantomeno in Rocket League, Dota 2 e Fortnite a 1280×1720 e dettagli bassi, con il Ryzen 7 3700U capace di sopravanzare di 10/15 fps un Core i7-8565U. L’azienda puntualizza che la piattaforma non nasce con il gaming in primo piano, ma ciononostante si dimostra superiore all’analoga proposta di Intel, permettendo ai consumatori di fare del gaming occasionale, anche se con tutti i compromessi del caso.

Ryzen Mobile anche per il gaming

Parlando invece di CPU per notebook gaming, meglio note come Ryzen Mobile 3000 H-Series, AMD ha pronte due CPU. Ryzen 7 3750H è una CPU con 4 core e 8 thread, 6 MB di cache complessivi, un TDP di 35 watt, frequenze di 2,3 / 4 GHz, GPU Vega con 10 CU a 1400 MHz. Ryzen 5 3550H è simile, ma opera a 2,1 / 3,7 GHz e ha una GPU Vega con 8 CU a 1200 MHz.

Tra i primi produttori ad adottare queste CPU troviamo Asus, che con l’FX5055DY TUF Gaming offre una soluzione da 15,6″ con CPU Ryzen 7 3750H o Ryzen 5 3550H, GPU dedicata Radeon RX 560X 4 GB e fino a 32 GB di memoria DDR4.

Secondo la casa di Sunnyvale, nel 2019 vedremo complessivamente – tra notebook e desktop – un aumento del 33% dei computer sul mercato equipaggiati con i suoi microprocessori. Questo grazie non solo all’espansione della gamma notebook verso l’alto, con le CPU per notebook gaming, ma anche verso il basso, con l’Athlon 300U, un dual-core con SMT a 2,4 / 3,3 GHz, con GPU Vega con 3 CU a 1000 MHz e 5 MB di cache complessivi. Si tratta però di una soluzione prodotta a 14 nanometri, al contrario delle altre proposte. Anche questo modello supporta un numero massimo di schermi pari a 3 come il Ryzen 3 3200U.

Driver a cadenza regolare anche per le piattaforme mobile

Sul fronte software AMD ha una bellissima notizia: a partire dal primo trimestre tutti gli aggiornamenti dei driver Radeon Software supporteranno anche tutti i portatili Ryzen Mobile. È un qualcosa per cui l’azienda aveva fatto mea culpa nei mesi scorsi e a cui promette di porre rimedio. Questo significa che la risoluzione di bug sarà costante e il supporto a nuovi giochi e software pure anche in ambito mobile. Evviva!

AMD punta ai Chromebook con A-Series

Secondo AMD non c’è momento migliore per aprirsi al mondo dei Chromebook. L’azienda afferma che è un segmento in forte crescita e che anno dopo anno propone soluzioni con caratteristiche sempre migliori. AMD pensa di poter contribuire a elevare ulteriormente il valore dei Chromebook e per questo propone le soluzioni A6 e A4.

A detta di AMD il nuovo A6-9220C offre prestazioni nettamente migliori in ogni ambito rispetto a un Celeron N3350 e un Pentium N4200, due CPU Intel che tipicamente troviamo a bordo dei Chromebook già sul mercato. Lo stesso si può dire per l’altra soluzione chiamata A4-9120C.

Parlando di specifiche tecniche, A6-9220C e A4-9120C sono entrambi dual-core con TDP di 6 watt e una GPU Radeon R4 – GCN 1.2 con 3 Compute Unit (128 stream processor). A6-9220C vede i core x86 lavorare a 1,8 / 2,7 GHz, mentre l’A4 si ferma a 1,6 / 2,4 GHz. La GPU funziona rispettivamente a 720 e 600 MHz. A bordo c’è un totale di 1 MB di cache e i processori sono prodotti a 28 nanometri. Secondo AMD possono decodificare contenuti VP9 e H.26x.

Potete trovare tutte le slide della presentazione nella seguente galleria:

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Al debutto i processori AMD Ryzen Mobile di seconda generazione

Author: Le news di Hardware Upgrade

AMD inaugura il 2019 con il debutto di nuovi processori della famiglia Ryzen particolarmente importanti per la propria crescita futura. Parliamo delle soluzioni Ryzen Mobile di seconda generazione, dotate al proprio interno delle GPU Radeon Vega Graphics e destinate all’abbinamento con notebook Windows che vanno a coprire uno spettro particolarmente ampio del mercato. Ci riferiamo quindi alle proposte portatili di fascia mainstream sino ai notebook più potenti, includendo tra questi anche le proposte destinate ai videogiocatori dotate di GPU dedicata.

Le nuove CPU utilizzano la sigla numerica 3000, al pari di quanto fatto del resto lo scorso anno dai modelli Ryzen di prima generazione dotati di sottosistema video integrato che avevano debuttato con sigla 2000: a dispetto dell’indicazione numerica l’architettura è quella a 12 nanometri delle CPU Ryzen presentate nel corso del 2018 da AMD. Nella tabella seguente sono riportate le principali caratteristiche tecniche, dalle quali emergono i due differenti valori di TDP: 35 Watt per le CPU più potenti e 15 Watt per i modelli destinati ai notebook più sottili e trasportabili.

Modello

Core/thread TDP base clock boost clock GPU cores GPU clock cache
AMD Ryzen 7 3750H 4C/8T 35W 2,3GHz 4GHz 10 1,4GHz 6MB
AMD Ryzen 7 3700U 4C/8T 15W 2,3GHz 4GHz 10 1,4GHz 6MB
AMD Ryzen 5 3550H 4C/8T 35W 2,1GHz 3,7GHz 8 1,2GHz 6MB
AMD Ryzen 5 3500U 4C/8T 15W 2,1GHz 3,7GHz 8 1,2GHz 6MB
AMD Ryzen 3 3300U 4C/4T 15W 2,1GHz 3,5GHz 6 1,2GHz 6MB
AMD Ryzen 3 3200U 2C/4T 15W 2,6GHz 3,5GHz 3 1,2GHz 5MB
AMD Athlon 300U 2C/4T 15W 2,4GHz 3,3GHz 3 1GHz 5MB

Il punto di forza di questi nuovi processori è legato al connubio tra componente CPU e la GPU. La prima è quella basata su architettura Zen+, speculare a quella proposta da AMD con i processori Ryzen della famiglia 2000; la componente GPU è invece basata su architettura Vega e continua a sfruttare il sottosistema memoria della scheda madre. Nel confronto con notebook sottili basati su processore Intel Core di ottava generazione le nuove proposte AMD Ryzen Mobile di seconda generazione si comportano in modo molto valido riuscendo a far registrare prestazioni allineate o superiori nel comparto CPU e ottenendo un margine di vantaggio in quello della GPU.

AMD ha fornito alcuni dati di sintesi che mostrano i risultati ottenuti da un notebook con CPU Ryzen 5 3500U a confronto con un modello dotato di processore Intel Core i5-8250U: se con le applicazioni di produttività si ottiene di fatto un pareggio è nel web browsing e nell’editing media che la proposta AMD si avvantaggia, rispettivamente del 14% e del 27% quale media.

Passando alla GPU integrata troviamo nuovamente un margine di vantaggio per la CPU AMD: in questo caso il confronto è tra Ryzen 7 3700U e Intel Core i7-8565U. Alla risoluzione di 1280×720 pixel con impostazioni qualitative basse la soluzione AMD riesce a distanziare quella Intel di un buon margine, permettendo di ottenere frames al secondo medi tali da assicurare buona giocabilità con titoli come Rocket League, Dota 2 e Fortnite. Ricordiamo come questi valori vengano da GPU integrate all’interno dei processori, con notebook ultrasottili votati alla massima autonomia di funzionamento con batteria.

I processori Ryzen 7 3750H e Ryzen 5 3550H sono versioni con TDP pari a 35 Watt, specificamente dedicati all’utilizzo in notebook gaming in abbinamento a schede video di tipo dedicato. AMD intende proporre queste soluzioni per sistemi gaming di fascia entry level, andando a rispondere alle esigenze dei videogiocatori che ricercano un sistema mobile ma che allo stesso tempo sono vincolati da un budget contenuto. ASUS è la prima azienda che ha mostrato con AMD notebook gaming basati su CPU Ryzen Mobile di seconda generazione, in abbinamento a scheda video Radeon RX 560 con 4 Gbytes di memoria video.

A chiudere gli annunci di nuovi processori anche due modelli della famiglia A, destinati all’utilizzo nei sistemi Chromebook e caratterizzati da un TDP di 6 Watt. La CPU A6-9220C ha architettura dual core con frequenza di clock di 1,8 GHz e boost clock sino a 2,7 GHz, con GPU della famiglia R5 dotata di 192 stream processors. La seconda versione è quella A4-9120C, sempre dual core con clcok di 1,6 GHz e boost clock di 2,4 GHz: la GPU è della serie R4, sempre con 192 stream processors. Entrambe le proposte sono costruite con tecnologia produttiva a 28 nanometri e non sono basate su architettura Zen ma su quella di precedente generazione, adottata del resto da AMD per le CPU della famiglia A.

A partire dal primo trimestre 2019, infine, tutti gli aggiornamenti driver per le schede video della famiglia Radeon saranno compatibili anche con le soluzioni video integrate dei processori Ryzen Mobile: questo permetterà di avere driver sempre aggiornati per il proprio notebook, così da sfruttare al meglio la compatibilità “day zero” al debutto di nuovi titoli di successo.

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Wizkids annuncia la 4ª edizione di Fury of Dracula

Author: Mabelle Sasso Tom's Hardware

Wizkids ha realizzato e messo in commercio la quarta edizione dello storico board game The Fury of Dracula, ideato da Stephen Hand e publicato, per la prima volta, da Games Workshop nel 1987. Alla prima edizione ne è seguita una seconda nel 2006 ed una terza nel 2015 ad opera di Fantasy Flight Games.

The Fury of Dracula è ambientato in Europa, otto anni dopo gli eventi narrati nell’omonimo libro di Bram Stoker. I giocatori scopriranno che, contrariamente a ciò che credevano, il Conte non è stato distrutto ed è in cerca di vendetta.

The Fury of Dracula è un gioco semi-collaborativo: uno dei giocatori interpreterà il Conte Dracula mentre gli altri saranno i cacciatori e potranno scegliere tra i noti personaggi Abraham Van Helsing, il Dottor John Seward, Lord Godalming o Mina Harker.
I giocatori che interpreteranno i cacciatori collaboreranno tra loro e il loro scopo sarà quello di tentare di distruggere il Conte seguendone la scia di indizi. Il giocatore che muoverà Dracula, viaggiando per l’Europa dovrà invece radunare un esercito di vampiri che gli permetterà di attuare la sua tremenda vendetta.

La quarta edizione si differenzia dalle precedenti mettendo a disposizione degli acquirenti un design delle carte più grande, una versione aggiornata e più intuitiva del regolamento ed un set di miniature già dipinte.

Il gioco ha una durata di circa 120-180 minuti e ognuno dei round è diviso in due fasi: il giorno e la notte.
Durante entrambe le fasi i cacciatori possono eseguire una tra le molte azioni a loro disposizione, come ad esempio viaggiare per il continente o investigare. Dracula, invece, può agire solo di notte e può mettere delle trappole per i cacciatori, creare nuovi servitori o viaggiare in segreto.
Il gioco prosegue fino a quando si verifica uno di questi due eventi: Dracula raggiunge abbastanza influenza in tutta Europa oppure i cacciatori riescono a sconfiggerlo.

L’edizione americana della quarta edizione di The Fury of Dracula ha un costo di 59.99$ e al momento non ci sono notizie riguardo all’edizione italiana.

Se non siete a vostro agio con l’inglese potete provare a cimentarvi con La Furia di Dracula, la versione localizzata della terza edizione del gioco, edita da Giochi Uniti.

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Panasonic S1: il produttore punta sulla durabilità

Author: Le news di Hardware Upgrade

Panasonic S1 e Panasonic S1R sono quasi pronte al debutto ufficiale sul mercato, dopo la presentazione stampa di qualche tempo fa. Le fotocamere mirrorless full-frame del produttore nipponico entreranno in un mercato sempre più agguerrito dove anche i brand storici stanno cercando un proprio posizionamento.

DPReview ha intervistato Yosuke Yamane (Presidente della divisione Imaging Network di Panasonic) che ha voluto rispondere ad alcune domande in merito alle nuove proposte e alla fisolofia costruttiva.

Panasonic S1 Panasonic S1R

Per esempio è stato fatto notare le dimensioni del corpo macchina di Panasonic S1 e Panasonic S1R. Il dirigente ha però sottolineato come la società non volesse avere limiti tecnologici dovuti alla dimensione della fotocamera. Doppio slot di memoria, IBIS e alta qualità di ripresa hanno impattato da questo punto di vista.

Farle più grandi ha anche permesso di aumentare la durabilità delle fotocamere. Se la concorrenza punta a 200 mila utilizzi, le nuove soluzioni Panasonic ne garantiranno (e sono state testate per) supportarne di più.

Il corpo macchina di di Panasonic S1 e Panasonic S1R è resistente agli schizzi e alla polvere e per lavorare anche a basse temperature (superando i limiti della GH5). Questo permetterà ai fotografi di paesaggi, fotografi naturalistici e sportivi di non essere avere compromessi.

Perché entrare nel mercato full-frame? Secondo Yamane la decisione è giunta quando il progresso ha reso la tecnologia effettivamente utilizzabile anche in termini di servizi e supporto all’utente. Lo stesso si può dire per il mercato mirrorless full-frame, un’evoluzione tecnologica che ora è sfruttabile.

La “S” di Panasonic S1 e Panasonic S1R significa “Specializzata” e in particolare, sottolinea il dirigente, specializzata per i professionisti. Nonostante tutto, la società guarderà anche agli amatori di fascia alta.

Si guarda anche oltre di Panasonic S1 e Panasonic S1R e in particolare alla possibilità che all’interno della famiglia con attacco L possa esserci anche un modello più economico. Proprio la L mount Alliance sarà una parte importante per la società. Essere alleate con Leica e Sigma permetterà di sviluppare più ottiche. Panasonic comunque non guarderà al mercato APS-C, attualmente la società non è interessata.

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I videogiochi più attesi del 2019

Author: Yuri Polverino Tom's Hardware

Tempo di bilanci: un altro anno videoludico se n’è andato e noi videogiocatori amiamo guardarci alle spalle per capire se i 365 appena passati sono stati di qualità oppure no. Inutile dire che la risposta è sì: da Read Dead Redemption 2 a God of War, senza dimenticare Monster Hunter: World, Detroit: Become Human, Celeste, Forza Horizon 4 e tutti gli altri; il 2018 è stata un’annata gloriosa per il nostro medium preferito, e i mesi che ci attendono promettono di non essere da meno.

Potrà sembrarvi banale andare a stilare un elenco dei most wanted del 2019, ma in realtà può essere un ottimo modo per fare il punto della situazione, segnare qualche data sul calendario o più in generale discutere tutti assieme di perché quel particolare titolo vi stuzzica più di un altro. C’è davvero tantissima carne al fuoco e per questo direi di non perdere altro tempo. Partiamo, ovviamente, dalle due grandi produzioni in arrivo proprio a gennaio.

Resident Evil 2 – 25 gennaio

Capcom torna in pista con un suo grande cult, rivisto completamente in salsa moderna. Resident Evil 2 è infatti il remake che ci permetterà di riprendere i panni di Leon e Claire per tornare a Racoon City a sventare l’epidemia zombie che rischia di mettere in ginocchio il paese.

Abbiamo avuto modo di provarlo diverse volte, a partire da E3 per finire alla corposa anteprima di fine 2018, senza dimenticare la demo della Gamescom e di Games Week. In tutte queste occasioni, il titolo ci è sembrano brillante e grintoso: non vediamo l’ora di potervi raccontare nel dettaglio l’esperienza completa.

Kingdom Hearts III – 29 Gennaio

Quello che sembrava essere un miraggio sta per diventare realtà: a fine mese infatti Square Enix invaderà il mercato con la sua favola videoludica ambientata nei mondi Disney. L’avventura si prospetta essere entusiasmante e variegata: l’unico limite potrebbe essere il dover conoscere a menadito la trama di una saga piuttosto complicata. In questo caso però avete ancora qualche giorno per rimediare, datevi da fare!

Anche in questo la recensione potrà fugare ogni dubbio, ma le anteprime che vi abbiamo proposto nel corso degli ultimi mesi parlano di un gioco potenzialmente molto entusiasmante: vedremo se i buoni propositi troveranno effettivo riscontro nella versione finale.

Death Stranding

Qui iniziamo a giocarci qualche jolly: la nuova opera di Kojima potrebbe arrivare nel corso dell’anno, anche se non ne siamo sicuri. Ad ogni modo Death Stranding è destinato ad essere un most wanted fino a quando non arriverà ufficialmente sul mercato, e non potrebbe essere altrimenti.

D’altronde il padre della Metal Gear Saga ha faticato tanto per poter dirigere un gioco in totale libertà: le premesse, piuttosto criptiche, portano a pensare che Death Stranding sarà un prodotto atipico e gigantesco, almeno in termini di ambizione e coraggio. Sarà anche il banco di prova definito per la rockstar dell’industria videoludica: senza le “briglie” di Konami, Kojima dimostrerà una volta per tutte di avere le qualità per cambiare per sempre l’industria del videogioco?

Anthem – 22 febbraio

EA e BioWare hanno probabilmente fra le mani il prodotto che potrebbe rilanciare entrambe, soprattutto nei confronti dell’opinione pubblica, ancora scottata dalle polemiche legate a Battlefront e dal (per alcuni) deludente Mass Effect Andromeda.

Certo è che questa nuova produzione che tenta di ibridare Destiny, The Division e Mass Effect ha le carte in regola per stupire su tutti i fronti, ma anche per deludere clamorosamente critica e pubblico. La demo in arrivo ci dirà di più: per ora chi ha provato la closed alpha non ha lasciato trasparire emozioni molto positive.

Sekiro: Shadow Die Twice – 22 marzo

Probabilmente Sekiro è il mio most wanted, per il semplice motivo che dopo averlo provato ne sono rimasto ammaliato. FromSoftware che declina la sua anima storicamente hardcore in una produzione più dinamica e ambientata nel setting che personalmente amo di più: il Giappone feudale. Un protagonista carismatico e un contorno narrativo intrigante completano il quadro.

Dopo averlo provato alla Gamescom, posso confermarvi che il gameplay è stratificato e impegnativo, ma al tempo stesso molto più ritmato e “verticale” rispetto alla serie dei Souls. Non vedo l’ora di sviscerarlo e raccontarvi pregi e difetti di quest’ambiziosa produzione.

Ghost of Tsushima

Già che ci siamo, mi gioco un altro jolly. La nuova creatura di Sucker Punch mi ha letteralmente fatto cadere la mascella, vuoi per la qualità tecnica, vuoi per l’atmosfera generale che si respirava nel corso della demo di gioco. All’E3 di Los Angeles ho assistito ad una presentazione a porte chiuse in compagnia di uno sviluppatore che, oltre a giocare, ci descriveva intenzioni e obbiettivi del titolo: se il prodotto finale si avvicinerà a quello che frulla nella testa della software house, allora ne vedremo delle belle.

Ghost of Tsushima sarà un’avventura single player in terza persona, con un combat system che dovrebbe essere abbastanza stratificato. Non c’è ancora una release date ufficiale, ma aspettiamocelo magari entro fine dell’anno!

Devil May Cry 5 – 8 marzo

Dante sta per tornare, e promette di fare faville. DmC 5 era uno dei titoli più attesi dai fan del brand, e finalmente Capcom ha decido di soddisfare queste sete di sangue demoniaco. Gameplay schizofrenico, stile riconoscibile ed eccentrico e protagonisti carismatici: ingredienti perfetti per una ricetta che può potenzialmente risollevare le sorti di un brand che necessità di una rinascita.

Lo abbiamo provato alle varie fiere internazionali, e ne siamo usciti più che convinti: aspettatevi una recensione completa ed esaustiva.

The Last of Us Part II

Anche in questo caso il 2019 potrebbe essere un’incognita, ma il nuovo gigante di Naughty Dog potrebbe essere il perfetto indiziato per salutare definitivamente PlayStation 4. Quale migliore epilogo per la console che negli anni ci ha regalato avventure straordinarie? Il trailer visto ad E3 ha lasciato tutti a bocca aperta anche se…

Nella presentazione a porte chiuse ci è venuto il dubbio che la demo che ci è stata presentata non era stata giocata veramente in presa diretta. Mistero al quale purtroppo non siamo in grado di trovare una risposta, ma ciò non toglie che la qualità vista nel video di presentazione è sensazionale. Attendiamo di scoprire qualche dettaglio in più, compresa la data d’uscita.

Un’esclusiva Xbox?

Microsoft ha investito moltissimo su dei nuovi studi first party da far lavorare a IP esclusive. Che il 2019 sia l’inizio della rimonta sulla concorrenza? Halo: Infinite sarebbe perfetto, ma dovremmo forse “accontentarci” di Gears 5.

Lanciare un’esclusiva arrembante prima di E3 potrebbe rappresentare la strategia per arrivare poi alla kermesse losangelina con le batterie cariche, pronti ad annunciare nuove roboanti novità. Phil Spencer ormai è l’uomo della rinascita per Xbox, che il 2019 sia veramente l’anno decisivo, soprattutto in prospettiva della nuova generazione?

Chiaramente fare una selezione di tutti i titoli in uscita nel corso dell’anno non è mai cosa facile, per questo vi chiediamo: qual è il gioco che attendete di più? Quale avreste aggiunto/sostituito a questa lista? Fatecelo sapere nei commenti!