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Apple accused of killing civilisation

Stephen Fry and I finally start agreeing again

Apple’s number one British fanboy, next to Chris Martin, has suddenly waded into his favourite company over its tax dodging antics at the sidelines of its iPhone 7 launch.

Stephen Fry, who has been unable to say a bad word about Apple for years, has suddenly had an epiphany after the company’s tax antics came to light. Fry shocked everyone in the room when he slammed Apple’s tax affairs at the company’s flagship event of the year after being invited as a special guest.

The QI presenter said Apple needs to pay more tax than it does in an awkward remark that is likely to prove highly embarrassing for the tech giant.

Speaking to the BBC at Apple’s iPhone launch event, Fry said it “definitely should” be paying more tax, before adding that he didn’t know every detail.

“I think it was Benjamin Franklin who said tax is the price we pay for civilisation and if people are not paying tax then civilisation falters. Our streets don’t get lit. There’s more crime. Everything gets worse. I have absolutely no patience for any of these large companies getting away with such minuscule rates of taxation.”

We guess the entire room would have gone quiet as Apple could not agree with him less. The Cupertino outfit has been ordered to pay €13 billion (£11.1 billion) to the Irish government in back taxes by the European Commission. Apple was told that it was not right that it should only pay .5 percent tax when the rest of Ireland had to pay about 16 percent.

Apple CEO Tim Cook told an Irish newspaper that the EU tax ruling is “total political crap,” saying that anti-US bias is “one reason why we may have been targeted”. No, TIm, Apple was targeted because you don’t pay tax, just like Apple was targeted when it ran an illegal cartel to increase the price of books.

Still it is rather nice that Fry, who says a lot of things that make absolute common sense and yet has been unable to say much that was rational about Apple is finally back on the right side of the intellectual spectrum on this issue.

Autore: Fudzilla.com – Home

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Aumentare spazio su disco, come fare?

Quando lo spazio su disco sta per terminare, Windows visualizza un messaggio d’allerta e – accedendo alla finestra Computer, Questo PC o Risorse del computer – colora di rosso il piccolo riquadro con cui viene evidenziato lo spazio ancora disponibile.

Come fare per aumentare lo spazio su disco quando ci si dovesse accorgere che l’unità C: è ormai “satura”?

Aumentare spazio su disco: aggiungere un hard disk

Indipendentemente dal fatto che si utilizzi un hard disk oppure una moderna e veloce unità SSD, si potrebbe d’un tratto realizzare di aver esaurito lo spazio disponibile.

Diciamo subito che, soprattutto se si usa un SSD come unità principale (unità dove è installato il sistema operativo), non si dovrebbero mai salvarvi documenti e file personali in generale. Questo perché un’unità SSD, nonostante i prezzi stiano via a via scemando, ha un costo a gigabyte notevolmente superiore a un hard disk.
Risultato? Di solito l’unità SSD contenente il sistema operativo ha una capienza molto inferiore rispetto a un normale hard disk magnetomeccanico.

Aumentare spazio su disco, come fare?

Il consiglio, nel caso in cui si utilizzasse un’unità SSD, quindi, è sempre quello di aggiungere un hard disk tradizionale e memorizzarvi documenti e file personali. L’unità SSD dovrebbe contenere soltanto sistema operativo e applicazioni (e le prestazioni velocistiche saranno eccellenti; ne abbiamo parlato ad esempio nell’articolo Installare SSD in sostituzione di un hard disk tradizionale).

Per aumentare lo spazio sul disco C:, ovvero nella partizione che contiene il sistema operativo, un’ottima soluzione consiste nell’aggiungere un secondo disco.
L’hard disk secondario affiancherà l’SSD oppure il disco fisso utilizzato come unità principale.
Nell’articolo abbiamo visto in che modo è possibile affiancare un secondo hard disk su sistemi desktop e notebook.

Dopo aver collegato e preparato il secondo hard disk (vedere Windows non riconosce il nuovo hard disk collegato al PC), si potranno semplicemente spostare documenti e file personali dall’unità principale a quella appena collegata.

Spostare i file personali nel secondo hard disk

Di solito i file personali sono contenuti nelle cartelle di sistema Documenti, Download, Immagini, Video, Musica e così via. Digitando Windows+R quindi %userprofile% si potrà comodamente accedere al contenuto delle varie cartelle e spostarlo nell’hard disk secondario.

Utilizzando un account amministratore, premendo Windows+R quindi scrivendo C:\Users, si potranno verificare i dati degli altri utenti contenuti nelle rispettive cartelle di sistema.

Alla comparsa del messaggio Non si dispone delle autorizzazioni necessarie per accedere alla cartella, basterà fare clic sul pulsante Continua (ne avevamo parlato anche nell’articolo Recuperare dati da un vecchio hard disk, ecco come fare).

Spostare le cartelle Documenti, Download, Immagini,… nel secondo hard disk

Per evitare di dover effettuare il lavoro manualmente, è bene tenere presente che Windows – già di per sé – consente di spostare le cartelle Documenti, Download, Immagini, Video, Musica,… e tutto il loro contenuto in un’altra partizione o unità disco.

Per procedere, basta seguire le indicazioni riportate nell’articolo Spostare cartella documenti e download in un altro disco.

Riposizionare le cartelle usando altri metodi può rivelarsi pericoloso: quello illustrato nell’articolo, invece è semplice ed efficace perché sfrutta una funzionalità integrata in Windows.

Windows 10 offre poi una possibilità aggiuntiva che permette di specificare le locazioni predefinite per la memorizzazione dei nuovi file e documenti: basta digitare Archiviazione nella casella di ricerca del sistema operativo quindi fare riferimento alla sezione Posizioni di salvataggio.

Aumentare spazio su disco, come fare?

Aumentare lo spazio su disco effettuando operazioni di pulizia

Riposizionare il contenuto delle cartelle di sistema Documenti, Download, Immagini e così via, permetterà di recuperare un bel po’ di spazio sul disco principale o comunque nella partizione che ospita il sistema operativo.

Se si fosse con l’acqua alla gola, è possibile aumentare lo spazio su disco effettuando un’operazione di pulizia. Lo strumento più immediato da usare è Pulizia disco, integrato in ogni versione di Windows: Pulizia disco, si può cancellare tutto quanto viene proposto?.

Se non dovesse bastare, il suggerimento è quello di usare utilità come WinDirStat o DiskBoss, entrambe presentate nell’articolo Come liberare spazio su disco per capire quali elementi occupano più spazio.
L’idea è dapprima quella di controllare quali cartelle sono più “pesanti” quindi lavorare più di fino andando in profondità. Così facendo, si scopriranno – verosimilmente – cartelle ormai dimenticate che contengono file pesantissimi e ormai superflui oppure applicazioni inutili che occupano un enorme quantitativo di spazio su disco.

Si potrà così procedere alla disinstallazione dei programmi inutilizzati usando la voce Programmi e funzionalità del Pannello di controllo, conservata anche in Windows 8.1 e Windows 10 oppure rivolgendosi a software “ad hoc”: Come disinstallare un programma in modo completo.

Attenzione alla struttura delle partizioni

Le applicazioni, insieme con il sistema operativo, sono di norma contenute nella partizione primaria che dopo l’avvio di Windows assume C: come lettera identificativa di unità. Se lo spazio scarseggia, non si potranno neppure installare nuove applicazioni.

Oltre quindi a procedere con i passaggi illustrati in precedenza, vale la pena controllare anche la struttura delle partizioni che compongono il disco principale.

Può capitare che il disco sia suddiviso in almeno due partizioni (oltre a quelle generalmente inserite dal produttore per il ripristino del sistema e alla partizione riservata per il sistema: vedere gli articoli Partizione riservata per il sistema di Windows 7: che cos’è, a cosa serve e come può essere eliminata e Windows 10, impossibile aggiornare la partizione del sistema riservata).

Se esistesse una seconda partizione, è possibile pensare di ridimensionarla ed estendere così lo spazio destinato alla partizione C:, contenente il sistema operativo.

Per questo tipo di operazione consigliamo di ricorrere, ad esempio, all’utilità gratuita MiniTool Partition Wizard presentata nell’articolo Partizionare hard disk o unità SSD con MiniTool Partition Wizard.

In alternativa si può utilizzare AOMEI Partition Assistant, software ugualmente valido.

Usare i link simbolici e le giunzioni tra cartelle

Durante l’installazione, la maggior parte delle applicazioni Windows aggiunge, nel registro di sistema, riferimenti alla specifica cartella nella quale il programma è stato installato. Tali informazioni vengono frequentemente utilizzate dal programma durante il suo funzionamento e sono spesso abbinate ad altre indicazioni simili memorizzate in alcuni file di dati, spesso presenti nella cartella d’installazione.

Non è quindi possibile spostare semplicemente la cartella d’installazione del programma (di solito dalle cartelle C:\Program files o C:\Program files (x86)) in un disco secondario perché l’applicazione non funzionerà più.

Utilizzando link simbolici e giunzioni, però, è possibile risolvere brillantemente il problema. Anziché disinstallare il programma e reinstallarlo nell’altro disco si può:

1) Selezionare la cartella contenente il software da collocare nell’altra unità e procedere all’operazione di spostamento. Quest’operazione è effettuabile avvalendosi, come sempre, dell’interfaccia di Windows. Per effettuare un’operazione di spostamento, lo ricordiamo, è necessario usare il tasto destro del mouse mantenendolo sempre premuto per trascinare la cartella selezionare dal percorso di origine a quello di destinazione. Per completare l’operazione, si dovrà poi cliccare sulla voce Sposta qui.

2) Generare una “giunzione tra directory” aprendo la finestra del prompt dei comandi con i diritti amministrativi.
Il comando mklink consente di fare in modo che le richieste di accesso dirette ai file presenti nella directory che conteneva originariamente i file dell’applicazione vengano automaticamente reindirizzate verso la cartella di destinazione specificata (la directory all’interno della quale sono realmente memorizzati tutti i file e tutte le eventuali sottocartelle).

Il comando mklink fa credere a Windows che i file necessari per il corretto funzionamento di un’applicazione siano tutti memorizzati nel percorso originario quando in realtà non lo sono, essendo stati spostati nell’hard disk accessorio.

3) La sintassi del comando mklink è molto semplice:
mklink /J “cartella specchio” “cartella contenente i file”

Se il programma era installato in C:\Program files\miaapplicazione, dopo aver spostato la cartella miaapplicazione nell’unità G: dell’hard disk secondario, si potrà usare il comando seguente per generare la giunzione fra le due cartelle:

mklink /J “C:\Program files\miaapplicazione” “G:\applicazioni\miaapplicazione”

Tutti i riferimenti alla cartella d’origine C:\Program files\miaapplicazione presenti in qualunque area del sistema continueranno così a funzionare senza problemi.

Tutte le operazioni di spostamento, copia ed eliminazione, inoltre, avranno effetto sulla directory indicata come destinazione (ossia sulla cartella contenente i file veri e propri).

Il comando dir /al indica le giunzioni con l’etichetta JUNCTION mentre i collegamenti simbolici sono riportati come SYMLINKD.
Se le giunzioni fra directory possono essere generate col comando mklink /J, per produrre un nuovo link simbolico che, lo ricordiamo, accetta anche percorsi relativi, basta usare il comando mklink /D.

Dal punto di vista pratico la differenza tra “collegamento simbolico” e “giunzione” (junction) è praticamente inesistente: i primi, però, possono operare anche sui singoli file e non solo sulle cartelle. Inoltre, i collegamenti simbolici ammettono l’uso dei percorsi relativi mentre le giunzioni di directory possono operare esclusivamente su percorsi assoluti. In altre parole, per creare una giunzione è necessario indicare sempre il percorso completo di una cartella.

Utilizzare RAID per combinare più dischi in un unico volume

Per combinare più hard disk assieme e farli risultare a Windows come un’unica unità di grandi dimensioni, è possibile ricorrere alla tecnica del RAID (Redundant Array of Independent Disks).

RAID 0, ad esempio, consente di raggiungere l’obiettivo prefissato ed è configurabile, di solito accedendo alle impostazioni del BIOS/UEFI.
RAID 0, tuttavia, è privo di ridondanza e che non offre alcuna protezione in caso di malfunzionamenti hardware: ciò significa che in caso di malfunzionamento si perderà la possibilità di accedere a tutti i dati, salvati dei vari hard disk. Un maggior livello di sicurezza è garantito da RAID 1+0 e RAID 5 che consentono di recuperare i dati anche in caso di malfunzionamenti. Ne abbiamo parlato nell’articolo Evitare perdite di dati: come configurare RAID.

Autore: IlSoftware.it

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Energia

Riparte il tour di VP Solar. Prima tappa a Napoli

VP Solar ha deciso di programmare nuove tappe del suo tour nel corso dell’autunno 2016. La prima si svolgerà a Napoli il 21 settembre. Anche per la seconda metà dell’anno il focus principale sarà l’energy storage.

VP Solar ha deciso di programmare nuove tappe del suo tour nel corso dell’autunno 2016. La prima sarà a Napoli il prossimo 21 settembre.

Le attività di formazione e network organizzate da VP Solar nel territorio italiano e in altre 4 nazioni sono state circa 30 nella prima parte del 2016, con la partecipazione di oltre 3.000 professionisti del settore energetico: rivenditori, installatori, progettisti, utility, energy managers, interessati a seguire l’evoluzione del quadro normativo e di incentivo e delle tecnologie innovative orientate alle rinnovabili e all’efficienza energetica.

Anche per la seconda metà dell’anno il focus principale sarà l’energy storage, elemento cardine di una strategia di efficienza energetica e di incremento dell’autoconsumo per le utenze dotate di fonti rinnovabili.

VP Solar da anni sta evolvendo il proprio modello organizzativo per essere all’avanguardia. Tra i principali aspetti considerati:

  • una logistica efficiente ed efficace, basata su adeguati supporti di gestione dati e modelli organizzativi coerenti, per dare sempre risposte rapide e competitive
  • un ruolo di mediazione e interconnessione forte tra produttore globale sviluppatore delle tecnologie e cliente finale, che manifesta esigenze e richiede soluzioni innovative, performanti e affidabili
  • un team tecnico-commerciale di persone qualificate, dinamiche e pro-attive per offrire risposte a ogni quesito
  • un dipartimento di ingegneria proprio, per garantire scelte di lungo termine, evitando equivoci normativi e infruttuose scorciatoie.

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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TvTech

Notebook gaming MSI con GPU NVIDIA GeForce GTX 10

MSI presenta a Milano la propria nuova gamma di notebook per videogiocatori abbinati alle nuove GPU NVIDIA della famiglia GeForce GTX 10, con architettura Pascal. Le dimensioni cambiano a seconda delle preferenze dell’utente, passando dalle soluzioni motlo sottili sino ai notebook con due GPU GeForce GTX 1080 in parallelo via tecnologia SLI.

Tag: AnteprimaGeForceMSINVIDIAPascalSLI

Autore: TVtech – Video e Web Tv sulla tecnologia, sull’informatica e sul mondo ICT – Ultimi Video

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HardwareSoftware

Notebook gaming per tutti da MSI, grazie alle GPU GeForce GTX 10 di NVIDIA

Nel corso del mese di agosto NVIDIA ha annunciato la propria nuova gamma di schede video destinate a sistemi notebook per videogiocatori. Parliamo della famiglia GeForce GTX 10, che riprende nomi e caratteristiche tecniche delle proposte desktop offrendo di fatto lo stesso livello prestazionale medio.

MSI ha presentato a Milano la propria gamma di soluzioni gaming aggiornate con GPU della famiglia GeForce GTX 10, implementando l’architettura Pascal e offrendo un netto incremento prestazionale rispetto a quanto sino ad ora accessibile con le proposte della serie GeForce GTX 9 di precedente generazione.

[HWUVIDEO=”2147″]Notebook gaming MSI con GPU NVIDIA GeForce GTX 10[/HWUVIDEO]

Tutti i nuovi sistemi notebook, assieme a quello Vortex, sono certificati per l’abbinamento con visori VR; non cambia l’architettura del processore rispetto a quella presente nei modelli di precedente generazione in quanto Intel non ha ancora reso disponibili i processori Core di settima generazione (Kaby Lake) con architettura quad core che rappresentano la piattaforma di riferimento per sistemi mobile destinati al gaming.

Tra le novità di questi notebook segnaliamo, per alcuni modelli, l’utilizzo di pannelli anche capaci di gestire frequenze di refresh sino a 120Hz con tempo di risposta di 5ms, abbinati al supporto alla tecnologia G-Sync di NVIDIA. Non mancano inoltre tutte quelle caratteristiche tecniche specifiche per il mondo dei videogiocatori che permettono di migliorare l’esperienza dell’utente: tastiera SteelSteries retroilluminata con la possibilità per un modello di integrare una tastiera Cherry tradizionale, sottosistema audio Dynaudio e la possibilità di personalizzare il sistema con retroilluminazione e led programmabili.

I nuovi notebook sono già disponibili in commercio, con prezzi che variano in funzione delle caratteristiche tecniche e del modello scelto. Per le varie serie di notebook sono disponibili opzioni come la risoluzione dello schermo, tra Full HD e Ultra HD (4K), GPU abbinata e capienza dello storage via SSD.

Autore: Le news di Hardware Upgrade