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Per chi finisce il Superbonus

Author: Wired

Stop al superbonus 110%. Con un decreto a sorpresa, approvato anche se non era all’ordine del giorno lo scorso 26 marzo, il governo Meloni ha eliminato definitivamente ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito previsti dal cosiddetto superbonus edilizio. Non si conoscono ancora tutti i dettagli e il provvedimento non è ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale, ma pare che il bonus sarà salvo almeno per le zone terremotate.

Chi non potrà più usare la cessione del credito

Una volta che il decreto sarà pubblicato, l’opzione non potrà più essere usata dagli enti del terzo settore, dalle cooperative di abitazione a proprietà condivisa, dall’Istituto case popolari, dalle onlus, dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale. Inoltre, non sarà più possibile accedere alla cessione del credito previsto dal bonus barriere architettoniche e non potrà più ricevere alcun bonus chi ha cartelle esattoriali di importo complessivo superiore a 10 mila euro.

Chi si salva dalla stretta

Lo sconto in fattura dovrebbe restare possibile per chi accede al cosiddetto sismabonus, in particolare per chi ristruttura immobili danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009, che ha interessato Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria e del 24 agosto 2016 nel Lazio. Tuttavia, sembra che sia stato creato un fondo massimo di 400 milioni di euro da destinare a questa pratica, di cui 70 milioni destinati specificatamente agli interventi da effettuare a L’Aquila, pertanto non è certo che tutti riescano ad accedervi.

Dovrebbe essere escluso dal nuovo provvedimento anche chi ha già firmato contratti, ha presentato la Comunicazione inizio lavori (Cila) per il superbonus, ha adottato la delibera assembleare per i lavori nel caso dei condomini, ha già presentato istanza per l’acquisto del titolo abitativo in caso di demolizione e ricostruzione e, in caso di lavori diversi dal superbonus, per chi ha già presentato la richiesta del titolo abitativo, ha già iniziato i lavori o ha già firmato un accordo vincolante con il fornitore e abbia versato un acconto.

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Come richiedere il bonus per genitori separati

Author: Wired

Arriva il bonus genitori separati. I potenziali beneficiari possono presentare sul sito dell’Inps la domanda per ottenere il bonus destinato ai genitori separati, divorziati e/o non conviventi. L’annuncio ufficiale arriva proprio dall’ente, che sul proprio sito ha specificato l’intervallo di date all’interno del quale sarà possibile fare richiesta del sussidio: dal 12 febbraio al 31 marzo.

Chi lo può richiedere

La misura, nata nel 2022 come emendamento della Lega al cosiddetto decreto Sostegni e successivamente oggetto di modifiche che l’hanno resa com’è oggi, ha il fine di garantire un contributo ai genitori in stato di bisogno, ovvero a chi ha un reddito annuale non superiore a 8.174 euro. Essi devono inoltre essere risultati nel periodo di emergenza epidemiologica da covid-19 conviventi con figli minori o con figli maggiorenni portatori di handicap grave, senza ricevere l’assegno di mantenimento a causa di inadempienza dell’altro genitore, proprio ex coniuge o ex convivente.

Di fatto dunque il bonus genitori separati spetta nel caso in cui l’altro genitore, sia quest’ultimo padre o madre, abbia cessato, ridotto o sospeso a causa dell’emergenza pandemica la propria attività lavorativa a partire dall’8 marzo 2020 per una durata minima di 90 giorni. Esso è previsto anche nel caso un cui nello stesso periodo egli o ella abbia subito una riduzione del reddito di almeno il 30% rispetto a quello percepito nel 2019.

Come fare domanda

La domanda per percepire il beneficio dovrà essere presentata all’Inps, dopo essersi autenticati sul portale dell’istituto stesso, attraverso il servizio denominato “Contributo per genitori separati o divorziati per garantire la continuità dell’erogazione dell’assegno di mantenimento”, disponibile nella sezione “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”.

Il bonus sarà corrisposto ai beneficiari in un’unica soluzione in una misura pari all’importo non versato dell’assegno di mantenimento e fino a un massimo di 800 euro al mese. Esso spetta per non più di dodici mensilità, tenuto conto delle disponibilità del fondo che ammonta a 10 milioni di euro. Dopo le necessarie verifiche dei requisiti di legge a cura del Dipartimento per le politiche della famiglia, il bonus sarà erogato dalla stessa Inps.

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Come funzionano le comunità energetiche rinnovabili

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Scattano i bonus relativi alle comunità energetiche rinnovabili (Cer). Ossia gruppi di soggetti (persone fisiche, piccole e medie imprese, enti locali, istituti religiosi) che si associano allo scopo di condividere l’energia autoprodotta da fonti rinnovabili. Con la pubblicazione sul sito del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, arrivata lo scorso 24 gennaio, si è concluso con 19 settimane di ritardo rispetto al previsto l’iter del cosiddetto decreto Cer, il complesso di regole che normerà le comunità energetiche rinnovabili.

Come riporta il Corriere della Sera, la normativa, uno degli strumenti studiati dall’Unione europea per diffondere la convenienza della transizione tra i cittadini comunitari, nasce con l’obiettivo di stimolare la nascita e lo sviluppo di 7 gigawatt complessivi di impianti rinnovabili in autoconsumo e si poggerà su due sostegni: tariffe incentivanti e contributi a fondo perduto.

Come si distinguono i sostegni alle Cer

Le prime, che si applicano a livello nazionale per l’energia rinnovabile prodotta e condivisa tra i membri della Cer, avranno una durata ventennale e saranno modulate in proporzione alla grandezza degli impianti e al diverso grado di “insolazione” dei territori in cui saranno installati: le regioni del centro avranno per esempio diritto a 4 euro in più al megawattora, quelle del nord a 10 euro in più. Un incentivo di circa 8 euro al megawattora sarà riferito invece all’energia autoconsumata. Il contributo a fondo perduto, finanziato con 2,2 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), sarà dedicato unicamente ai comuni con meno di cinquemila abitanti e potrà coprire al massimo il 40% dei costi necessari e ammissibili per la realizzazione di nuovi impianti o per il potenziamento di quelli esistenti.

Poiché nell’articolo 3 del decreto si fa riferimento a Cer “già regolarmente costituite alla data di entrata in esercizio degli impianti che accedono al beneficio”, al momento coloro che hanno realizzato negli ultimi due anni degli impianti con la convinzione di poterli fare rientrare in una Cer in un momento successivo all’entrata in vigore della normativa sembrerebbero essere esclusi dalla platea dei potenziali beneficiari del bonus.

Il Mase ha trenta giorni dall’entrata in vigore del provvedimento per approvare le regole operative rispetto ai sostegni. Prima del via libero definitivo, esse dovranno peraltro passare da una verifica dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) su proposta del Gestore dei servizi energetici (Gse), società pubblica controllata dal ministero dell’Economia e delle finanze e focalizzata sulle energie rinnovabili. Sarà quest’ultimo, dopo l’ok definitivo, a rendere operativi entro 45 giorni i portali attraverso i quali sarà possibile richiedere i bonus.

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Come richiedere l’assegno di inclusione, che sostituisce il reddito di cittadinanza

Author: Wired

Sono potenzialmente 737mila le famiglie che sotto l’albero di Natale troveranno l’assegno d’inclusione (Adi), la misura introdotta dal governo Meloni per sostituire definitivamente il reddito di cittadinanza. In particolare, come spiega Il Sole 24 Ore, dalla mezzanotte del 18 dicembre per i nuclei che includono almeno una persona disabile, un minore o un over 60 e il cui reddito non superi una determinata soglia è possibile presentare la domanda utile a ricevere il sostegno.

Come ha avuto modo di chiarire l’Inps, il beneficio sarà effettivo dal mese successivo alla sottoscrizione del patto di attivazione digitale (Pad). Farà eccezione gennaio, però: le richieste complete di Pad presentate entro il primo mese del 2024 porteranno infatti al ricevimento immediato dell’Adi. Proprio per velocizzare i tempi, in seguito al decreto attuativo registrato dalla Corte dei conti il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha aperto in anticipo le procedure per richiedere il sussidio, che correranno su più fronti, ovvero il sito dell’Inps, i patronati e, da gennaio, i Caf.

Con la nuova misura farà il suo debutto anche la carta di inclusione, una ricaricabile emessa da Poste Italiane sulla quale sarà erogato il contributo, differentemente da quanto accade con il supporto formazione e lavoro (Sfl) partito a settembre, che prevede l’accredito diretto via bonifico. L’Adi sarà riconosciuto ai beneficiari per 18 mesi e potrà essere rinnovato successivamente, dopo un mese di pausa, per un altro anno.

L’importo massimo annuo dell’Adi raggiungerà quota 6000 euro. La misura sarà però incrementabile a seconda di alcuni parametri, come per esempio la composizione del nucleo familiare e le necessità abitative. Lo stesso varrà per il requisito dell’Isee, che generalmente non dovrà essere superiore ai 9.360 euro, ma che potrà essere più alto nei casi di nuclei familiari che presentano membri minorenni.

Per i beneficiari saranno inoltre previsti alcuni obblighi. Essi, sottoscrivendo il Pad, si impegneranno infatti ad aderire a un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa e dovranno presentarsi per il primo appuntamento presso i servizi sociali entro 120 giorni dall’avvio della misura e, successivamente, ogni 90 giorni per aggiornare la propria posizione, pena la sospensione del contributo.

Non saranno tenuti a seguire questo percorso gli over 60, le persone con disabilità, i genitori con figli di età uguale o inferiore ai tre anni o di tre o più minori, nonché le donne vittime di violenza di genere inserite nei percorsi di protezione. Per queste ultime l’indennità sarà comunque riconosciuta, considerato che saranno ritenute indipendenti dal nucleo in cui le violenze stesse sono state perpetrate.

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I bonus che spariscono e quelli che cambiano nel 2024

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La manovra di bilancio per il 2024, approvata dal governo Meloni, ha portato a diversi cambiamenti nel panorama di bonus e agevolazioni fiscali dirette alla cittadinanza. Alcuni contributi sono giunti al termine e non hanno ricevuto nuova copertura finanziaria, come il bonus trasporti o il bonus idrico. Mentre altri, come il superbonus 110% e il bonus per mobili ed elettrodomestici, resteranno attivi ma in forma ridotta.

Ecco la situazione nel dettaglio:

  1. Quali bonus non saranno più disponibili nel 2024
  2. Quali bonus saranno attivi nel 2024

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Tutto quello che c’è da sapere per richiedere bonus e aiuti dal governo

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Quali bonus non saranno più disponibili nel 2024

Nella manovra di bilancio per il 2024 non sono stati rifinanziati il bonus vista, per l’acquisto di occhiali o lenti a contatto, il bonus casa green, che consentiva la detrazione Irpef del 50% sull’Iva nell’acquisto di case a classe energetica A e B, il bonus idrico da mille euro per l’acquisto e l’installazione di dispositivi per il risparmio di acqua e il bonus trasporti, cioè il contributo da 60 euro per l’acquisto degli abbonamenti ai mezzi pubblici. Il bonus bici, invece, non sarà più attivo a livello nazionale, ma sarà compito delle regioni decidere se e come erogare un aiuto per l’acquisto di biciclette, monopattini o altri mezzi di mobilità sostenibile.

Quali bonus saranno attivi nel 2024

La lista:

  1. Bonus psicologo
  2. Carta cultura e Carta del merito
  3. Bonus asilo nido
  4. Superbonus 110%
  5. Bonus ristrutturazioni, ecobonus, bonus verde e bonus barriere architettoniche
  6. Mutui under 36
  7. Bonus mobili ed elettrodomestici
  8. Bonus rottamazione tv
  9. Bonus bollette
  10. Carta dedicata a te

Bonus psicologo

Con un investimento di 8 milioni di euro, per il 2024, è stato rinnovato il bonus dedicato a chi voglia beneficiare di un percorso di psicoterapia. L’importo è riconosciuto una sola volta per un massimo di 1.500 euro alle persone con Isee inferiore a 15 mila euro, di mille euro a chi ha un Isee tra i 15 mila e i 30 mila euro, e di 500 euro per Isee superiore a 30 mila euro ma inferiore a 50 mila.

Carta cultura e Carta del merito

Al posto dell’App18, che forniva un bonus da 500 euro al compimento dei 18 anni, verranno attivate la Carta cultura e la Carta del merito. Avranno un valore di 500 euro ciascuna, cumulabili, ma la prima andrà solo a chi si trova in un nucleo familiare con reddito Isee inferiore ai 35 mila euro, mentre la seconda solo a chi avrà ottenuto 100 all’esame di maturità.

Bonus asilo nido

È stato aumentato fino a un massimo di 3.600 euro, rispetto agli attuali 3 mila, il bonus per il rimborso delle rette per la scuola dell’infanzia. Potranno accedervi solo i nuclei familiari con un’Isee fino a 40 mila euro e con già un minore sotto i 10 anni a carico, in cui nasca un nuovo minore dal primo gennaio 2024.

Superbonus 110%

Confermata, ma in forma ridotta, la detrazione fiscale delle spese sostenute a partire da luglio 2020 per migliorare l’efficienza energetica, il consolidamento statico o la riduzione del rischio sismico degli edifici. Il cosiddetto superbonus al 110%, già sceso al 90% nel 2024 calerà ulteriormente al 70%. La detrazione resta al 110% solo per chi vive all’interno del Cratere sismico del centro Italia, cioè le zone colpite da gravi terremoti negli ultimi anni.

Bonus ristrutturazioni, ecobonus, bonus verde e bonus barriere architettoniche

Rinnovati e invariati tutti gli altri incentivi per l’edilizia a cui è stata garantita la copertura finanziaria per tutto il 2024.

Mutui under 36

Estese per un altro anno anche le agevolazioni sui mutui per l’acquisto della prima casa da parte di chi ha meno di 36 anni. È dedicato unicamente a chi ha un Isee non superiore ai 40 mila euro e richiede una cifra massima di 250 mila euro.

Bonus mobili ed elettrodomestici

Esteso fino al 2024, ma in forma ridotta, anche il bonus per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici nuovi, con un tetto massimo di spesa a 5 mila euro, rispetto ai 10 mila iniziali e agli 8 mila del 2023. La detrazione fiscale passerà quindi da 4 mila a 2.500 euro massimi.

Bonus rottamazione tv

Resta attivo, senza limiti di reddito, il bonus per l’acquisto di un televisore smart, a seguito dello smaltimento di un vecchio apparecchio. Consiste in uno sconto del 20% sul prezzo, fino a un massimo di 100 euro.

Bonus bollette

Confermato solo per il primo trimestre del 2024 anche il bonus per le bollette di luce e gas destinato alle famiglie con Isee non superiore ai 15 mila euro. Non sono state ancora comunicate ufficialmente le modalità per richiedere l’agevolazione, ma si prevede siano le stesse degli anni precedenti.

Carta dedicata a te

La manovra finanziaria 2024 ha introdotto un nuovo sostegno diretto ai nuclei familiari con Isee fino a 15 mila euro. Chiamata Carta dedicata a te, permette l’acquisto di beni di prima necessità, carburante o abbonamenti per il trasporto pubblico locale.