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Perché il prezzo del gas torna a crescere

Author: Wired

Il prezzo del gas torna a 40 euro al megawattora, con un +10% sui future su Ttf ad Amsterdam. Lo riporta l’agenzia Ansa, che già 24 ore prima aveva dato notizia della chiusura di giornata con un balzo del 16% a 36,05 euro, dopo il picco massimo di 36,6 euro.

Il Ttf è un mercato virtuale per lo scambio di gas naturale. Si trova in Olanda e rappresenta il maggiore riferimento sui costi del gas per l’Europa e per l’Italia. I fornitori acquistano la materia prima da vendere in un secondo momento ai consumatori secondo la base di partenza offerta dall’indice presente sul Ttf, il Dutch Ttf gas price. A questi viene poi aggiunto un certo margine di guadagno per il fornitore.

Il Dutch Ttf gas price è conseguenza di diversi fattori che spaziano dal livello della domanda alle aspettative sul futuro che dipendono dalla situazione geopolitica su larga scala. In questo momento, a pesare maggiormente sull’aumento del prezzo del gas sono, secondo l’agenzia di stampa, le interruzioni di 3 impianti di gas in Norvegia e l’avvicinarsi di un’ondata di caldo in Europa e Asia che potrebbe essere tale da aumentare la richiesta di energia elettrica per gli impianti di raffreddamento e di climatizzazione. In particolare, secondo quanto riporta Il Sole 24 ore, le forniture dal paese scandinavo si sono notevolmente ridotte a causa del ritardo nella riapertura dell’impianto norvegese Hammerfest Lng.

Questo aumento del prezzo del gas preoccupa i consumatori italiani soprattutto alla luce della scadenza prevista per il prossimo 30 giugno della sospensione dell’efficacia delle clausole contrattuali che consentono alle imprese fornitrici di energia elettrica e gas di modificare unilateralmente le condizioni dei contratti stipulati con i propri clienti relativamente alla definizione del prezzo del servizio.

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Firenze contro Airbnb: stop agli affitti brevi nel centro storico

Author: Wired

Non solo il governo, ma anche le amministrazioni locali contro gli affitti brevi di Airbnb. In particolare, come riporta l’agenzia Ansa, un primo grande passo in questa direzione arriva da Firenze, con il sindaco Dario Nardella che ha deciso di vietare l’uso di immobili con destinazione residenziale per gli affitti turistici brevi.

L’operazione, una vera e propria stretta contro il modello di ospitalità delle piattaforme come Airbnb, sarà valida in tutta l’area Unesco del centro storico fiorentino, come ha affermato il sindaco annunciando una delibera di giunta per introdurre una modifica al piano operativo comunale.

Ci rendiamo conto che è una norma ardita, giuridicamente ardita”, spiega Nardella, che è però convinto allo stesso tempo di potersi tutelare eventualmente in sede legale. “Se noi – aggiunge – non proviamo a fare azioni politicamente dirompenti, nessuno si dà una mossa: siamo stanchi di annunci, il problema è diventato strutturale“.

Poiché ovviamente la norma non potrà avere effetto reatroattivo, il sindaco ha dichiarato di essere disposto a utilizzare “la leva fiscale per tutti coloro che vorranno collaborare e tornare indietro: i proprietari di immobili, attualmente destinati ad affitto breve, che vorranno tornare a fare affitti di lungo periodo, avranno da parte della nostra amministrazione un incentivo, l’azzeramento dell’Imu seconda casa per tre anni”. Misura importante, considerando che “un appartamento medio in centro paga più di duemila euro all’anno di Imu seconda casa“.

Nardella ha poi rivolto la propria attenzione sulla bozza del disegno di legge preparata sul tema dal governo, che conterrebbe secondo lui una proposta “del tutto inefficace”. “Siamo disponibili – aggiunge – a collaborare per strumenti più efficaci, e rilanciamo la norma Venezia. Non capiamo perché di fronte a un’emergenza del genere non si voglia estendere la norma Venezia a tutte le città d’arte che hanno patrimonio Unesco e caratteristiche assimilabili“.

L’unico punto positivo” che il sindaco di Firenze riscontra nella bozza “è la presenza di un sistema di censimento”. “Inutile” è invece “il limite minimo di due giorni per l’affitto”, perché “in una città come la nostra la permanenza media dei turisti è di 2,9 notti“.

Nardella si lamenta infine per il fatto che il governo non abbia previsto strumenti “di pianificazione e regolazione affidati alle amministrazioni locali: i sindaci sono ignorati, a differenza di quanto accade negli altri principali paesi europei come Francia, Spagna, Olanda“.

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Risparmieremo senza superbollo ma pagheremo di più le polizze auto?

Author: Wired

Giù le tasse, su il prezzo delle polizze auto. È questo lo scenario che attende gli automobilisti italiani secondo due diverse ricerche, una condotta dall’Associazione italiana periti estimatori danni (Aiped), l’altra da Federcarrozzieri.

È in particolare la possibile abolizione del superbollo, una delle microtasse che il governo vuole tagliare, a far sorridere i cittadini. Secondo le stime dell’associazione dei carrozzieri, che lo ritiene iniquo e sbilanciato, in dodici anni il tributo avrebbe infatti pesato per circa 1,2 miliardi di euro sulle tasche degli italiani.

L’altro lato della medaglia riguarda invece una denuncia dell’Aiped. Come riporta una nota pubblicata sul sito ufficiale dell’associazione, “l’intelligenza artificiale sta progressivamente sostituendo l’attività sul campo dei periti assicurativi”. Secondo il presidente Luigi Mercurio, “oggi si assiste a un vero stravolgimento del concetto di perizia”, legato all’”utilizzo sempre più diffuso dei sistemi da remoto, perizie in authority, videoperizie e addirittura il crescente ricorso alla IA da parte delle compagnie di assicurazioni”.

Tutto questo, secondo Mercurio, pone dubbi a livello normativo e sulla possibilità di “accertare con precisione la complessità di un danno da sinistro stradale. Questo – si legge ancora nella nota – significa che, in caso di sottostima dei danni, l’assicurato riceverà un risarcimento inferiore a quello cui avrebbe diritto. In caso di sovrastima, invece, la compagnia subirà un maggiore costo che sarà scaricato sugli utenti finali attraverso un incremento delle tariffe Rc auto, che negli ultimi mesi, come certifica anche l’Istat, hanno ripreso a crescere”.

Per tali ragioni, Aiped ha presentato alla Concessionaria servizi assicurativi pubblici (Consap) una serie di proposte che prevedono, tra l’altro, l’ottimizzazione dei livelli di competenza e formazione del perito, la formulazione di un elaborato peritale che risponda a criteri univoci e condivisibili anche con gli altri attori della filiera, come i riparatori e le case costruttrici e quella di un altro elaborato per la valutazione dei valori commerciali dei veicoli attraverso una ricerca di mercato.

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Quali microtasse vuole tagliare il governo

Author: Wired

Il governo è al lavoro per tagliare alcune microtasse, a cominciare dal superbollo. Ossia tributi che hanno sulle tasche dei contribuenti un peso ben maggiore rispetto al beneficio che generano per le casse pubbliche. Per farlo, l’esecutivo è intenzionato, come riporta Il Sole 24 Ore, a passare per lo strumento della delega fiscale, dandosi un orizzonte di ventiquattro mesi per attuarlo pienamente.

In particolare, come ha annunciato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, la prima microtassa a saltare dovrebbe essere il superbollo, per “dare ossigeno al mercato, sostenere nei fatti un settore prezioso come l’automotive che coinvolge, in modo diretto e indiretto, milioni di famiglie”.

Cos’è il superbollo

Introdotto nel 2011 dal governo presieduto da Mario Monti, il tributo prevede il pagamento di 10 euro al chilowatt per ogni chilowatt eccedente quota 185, pari a 251,56 cavalli. Si tratta di una potenza oggi raggiunta anche da alcune automobili compatte e da sempre superate di gran lunga da berline medie, suv e veicoli più potenti.

Essendo applicabile solo ai motori termici e non alla parte elettrica, molte auto ibride non rientrano però tra quelle per cui è necessario pagare il superbollo: si pensi, per esempio, alle auto che raggiungono 360 cavalli (263 chilowatt) perché dotate di un motore a benzina che arriva a 200 cavalli (183.85 chilowatt) e di motori elettrici che arrivano a 160 cavalli (117.66 chilowatt).

Dal superbollo lo Stato incassa poco più di 100 milioni di euro all’anno. Una cifra facilmente recuperabile in qualche altro modo, senza pesare più sul settore dell’automotive. E la sua probabile eliminazione è stata immediatamente avallata dall’Aci.Finalmente, dopo ben 11 anni – ha affermato il presidente Angelo Sticchi Damianisi mette mano a una tassa tanto iniqua quanto inutile”.

Le altre microtasse

Come riporta Fanpage, il superbollo sarebbe però solo la prima microtassa messa nel mirino dal governo. Le prossime dovrebbero essere quella sui biliardini, ovvero l’imposta sui giochi che non prevedono vincite in denaro, come per esempio freccette e flipper, quella sulla laurea e sugli esami dell’università. Secondo un calcolo del direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini, eliminando questi microtributi il Fisco perderebbe 152 milioni di euro da undici tasse erariali, 91 milioni da sette imposte regionali e 10 milioni da tre imposte comunali.

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Apple ha “soffiato” un miliardo alle banche

Author: Wired

La poca fiducia nelle banche in questo periodo di grande crisi e il fascino che la Apple da sempre esercita sui cittadini statunitensi. Sono soprattutto queste due cause a spiegare i risultati eccellenti già raggiunti da Savings, il conto di risparmio senza commissioni, depositi minimi o altri vincoli lanciato da Apple lo scorso aprile. Secondo un rapporto di Forbes rilanciato da La Repubblica, sarebbe infatti già stato depositato quasi un miliardo di dollari in quattro giorni, di cui 400 milioni nel primo giorno di apertura dell’offerta.

Sono diversi i vantaggi che la big tech offre con il nuovo servizio. Su tutti, il rendimento annuale del 4,15%, più alto di circa lo 0,5% della media dei tassi di interesse annuo lordo offerti dai conti deposito degli istituti bancari e oltre dieci volte maggiore rispetto all’offerta media di rendimento dei conti correnti statunitensi, ferma allo 0,37%. Numeri che avrebbero attirato circa 250mila correntisti in poche ore.

Cos’è Apple Savings

Il nuovo servizio finanziario di Apple, che si unisce, tra gli altri, a Apple Pay, Apple Card e Apple Pay Later, è stato lanciato dalla società di Cupertino in collaborazione con Goldman Sachs. Addirittura Marcus, il conto di risparmio ad alto rendimento di quest’ultima, offre un rendimento, più basso, del 3,9%. La maggior convenienza della proposta in sinergia con l’azienda fondata da Steve Jobs si spiega con una strategia dell’istituto newyorkese volta ad attirare nuovi clienti tra i due miliardi di possessori di iPhone nel mondo.

Al momento, però, Savings è dedicato soltanto ai possessori della Apple Card statunitensi. Questi, una volta creato e impostato il proprio conto di risparmio, vi vedono accreditato in maniera automatica tutto il denaro giornaliero guadagnato. La quantità di Daily Cash che gli utenti possono guadagnare è peraltro illimitata, e può essere ulteriormente impinguata attraverso un conto bancario collegato o con il proprio saldo Apple Cash.

I clienti Apple possono gestire le proprie finanze direttamente all’interno dell’app Wallet, grazie a un pannello di controllo dedicato a Savings di semplice utilizzo, che consente loro di monitorare comodamente il proprio saldo e gli interessi maturati nel tempo e di trasferire senza commissione il denaro su un altro conto bancario o sulla propria Apple Card.