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Musei d’Europa, quanto costa entrare nei più importanti

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Dal primo marzo 2023, il biglietto per visitare il museo degli Uffizi costerà 25 euro invece che 20, a causa del caro energia e dei rincari nel settore edilizio. La misura è stata accolta con favore dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, secondo cui il provvedimento sarebbe in linea con i prezzi medi degli altri musei in Europa. Abbiamo scoperto che non è proprio così.

“Penso che sia giusto, dobbiamo adeguarci agli standard europei. Mediamente, i grandi siti europei costano di più – ha detto Sangiuliano in una dichiarazione riportata da Fanpage -. Penso che l’aumento risponda anche a una questione per così dire morale”. Tuttavia, facendo un giro sui siti di alcuni dei più importanti musei d’Europa, è facile scoprire che le cose non sono esattamente come le descrive il ministro.

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Londra e Madrid

Cominciamo con il Regno Unito, dove sia l’importantissimo British Museum che il Tate Modern sono gratuiti per tutti i visitatori e le visitatrici. In Spagna il biglietto intero per il meraviglioso museo del Prado di Madrid costa 15 euro e tutte le visite tra le 18 e le 20, nei giorni feriali, e dalle 17 alle 19, nei giorni festivi, sono assolutamente gratuite. Sempre nella capitale spagnola, l’ingresso al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia costa al massimo 16,50 euro e il pacchetto per visitarlo due volte in un anno solo 18.

Parigi

A Parigi il biglietto d’ingresso al Louvre, primo museo al mondo per numero di visitatori, costa al massimo 17 euro. Inoltre, l’ingresso è gratis per tutte le persone con meno di 18 anni e per tutti i residenti nell’Area economica europea fino ai 26 anni. Sempre a Parigi, il bellissimo Musée d’Orsay costa da un massimo 16 euro, fino a un minimo di 10 per le visite serali del giovedì.

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Di tutti i ministeri del governo Meloni, quello che si è distinto per le nomine più “rumorose” è quello della Cultura. Da Sgarbi a Venezi, da Giuli a Giubilei. L’obiettivo? Rendere il cosiddetto “sovranismo” un’egemonia culturale

Amsterdam e Stoccolma

In Olanda, invece, i prezzi cominciano ad aumentare, con un biglietto intero da 20 euro per il museo di Van Gogh e da 22,50 euro per il Rijksmuseum, entrambi ad Amsterdam. A Stoccolma per visitare il museo Vasa, dove si può vedere una nave del XVII secolo rimasta intatta, vengono chiesti 15 euro.

Berlino

Nella capitale della Germania l’ingresso al Pergamonmuseum, tra i più importanti musei archeologici al mondo, costa al massimo 12 euro. Mentre si sale a 19 per visitare l’intero complesso museale dell’Isola dei musei, cioè la parte settentrionale dell’isola della Sprea dove sorgono ben cinque dei musei statali di Berlino.

Roma e Atene

La visita all’intero Parco archeologico del Colosseo a Roma, che comprende il Colosseo, il Foro Romano e il colle Palatino costa al massimo 18 euro. Sempre a Roma, ma in un altro stato, l’ingresso ai musei Vaticani costa al massimo 17 euro. E infine, in Grecia, il prezzo per accedere al museo dell’Acropoli ad Atene è di soli 15 euro, in alta stagione.

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Economia Tecnologia

Dazn, rimborsi automatici per chi ha avuto problemi durante Inter-Napoli e Udinese-Empoli

Author: Wired

Rimborsi di Dazn in arrivo per gli utenti che hanno subito disservizi durante due delle dieci partite disputate il 4 gennaio, Inter-Napoli e Udinese-Empoli. Lo conferma il presidente dell’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom), Giacomo Lasorella: “Dazn ha assunto la responsabilità dei disservizi e ristorerà gli utenti secondo quanto previsto dalla delibera Agcom, ha detto lasciando l’incontro al ministero delle Imprese e made in Italy convocato dal ministro Adolfo Urso, che ha confermato la linea: “Alla riunione con Dazn è stata confermata la disponibilità dell’azienda a investire per migliorare il servizio, a collocare una struttura tecnico operativa in Italia e a rimborsare direttamente tutti gli utenti che hanno avuto un disservizio“. Gli indennizzi, è emerso dall’incontro, avverranno in automatico, senza aspettare la richiesta degli utenti coinvolti.

Tre obiettivi, ha commentato il ministro, “sono stati raggiunti: innanzitutto l’indennizzo automatico per tutti coloro che hanno subito un disservizio; secondo lo spostamento della centrale di monitoraggio e di controllo del rischio direttamente in Italia e infine un’assicurazione che siano accelerati gli investimenti sulla tecnologia per evitare il riproporsi di questi disservizi”. Dazn impianterà un network operation center in Italia per far fronte ai problemi tecnici. “L’incontro è stato molto soddisfacente dal punto di vista degli impegni, dal punto di vista dell’analisi tecnica che ci ha consentito di comprendere la ragione di questi disservizi, la quantificazione dei disservizi, dal punto di vista della volontà di andare incontro riconoscendo il danno procurato agli abbonati, l’impegno a portare in Italia la struttura tecnica”, il commento di Andrea Abodi, ministro dello Sport. Lorenzo Casini, presidente della Lega Calcio, ha detto che “la Lega è parte lesa, siamo grati al governo per l’intervento e il sostegno”.

Dazn ha motivato i disservizi come un problema tecnico causato da un partner esterno globale, incaricato di gestire la distribuzione del traffico sui server (Cdn). La società di streaming si era subito detta pronta a “rimborsare proattivamente in conformità alla regolamentazione vigente” e aveva detto che il team tecnico aveva prontamente individuato il problema e posto in essere le azioni correttive indispensabili che hanno permesso il graduale ripristino del servizio.

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Economia Tecnologia

Bollette, di quanto caleranno nel 2023

Author: Wired

Dopo un anno di rincari, il costo delle bollette sta cominciando, poco a poco, a calare. Secondo le previsioni dell’Autorità di regolazione per l’energia e ambiente (Arera), il prezzo dell’elettricità scenderà del 19,5% nel primo trimestre del 2023, per le famiglie con contratti energetici nel mercato tutelato. Una contrazione che porterà gli utenti sotto tutela a pagare 53,11 centesimi di euro per kilowattora, tasse incluse.

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Costi al ribasso

La spinta verso il basso è dipesa da una serie di fattori convergenti. In particolare, ha influito pesantemente il livello degli stoccaggi europei di gas, che hanno superato l’80% della capacità disponibile. Così, per la prima volta negli ultimi 10 mesi, il prezzo del combustibile è sceso fino a 76,78 euro per megawattora, tornando ai livelli precedenti l’invasione russa dell’Ucraina, che ha innescato la crisi energetica europea e globale.

Inoltre, hanno contribuito gli interventi di contenimento dei prezzi energetici inseriti dal governo Meloni nella manovra finanziaria, che hanno di fatto prorogato le misure già fissate nei trimestri precedenti dal governo Draghi. Tra queste l’azzeramento degli oneri di sistema e il bonus sociale per le bollette, che è stato potenziato portando il limite di reddito per ottenerlo da 12 mila euro a 15 mila, aumentando così la platea di beneficiari. Il bonus sarà erogato direttamente in bolletta a tutte le famiglie aventi diritto, che abbiano presentato a inizio anno la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) per ottenere la certificazione valida per il 2023.

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Stop alle modifiche unilaterali

Il governo ha  inoltre prorogato, per soli due mesi, la disposizione del decreto Aiuti bis, che impedisce ai fornitori di energia elettrica di apportare modifiche unilaterali nei contratti. “Ogni clausola contrattuale che consenta all’impresa fornitrice di energia elettrica e gas naturale di modificare unilateralmente le condizioni generali del contratto non sarà efficace fino al 30 giugno del 2023 ha fatto fa sapere il ministero dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, annunciando l’inserimento della disposizione all’interno del decreto cosiddetto Milleproroghe. 

Tuttavia, nonostante il lieve calo previsto per il prossimo trimestre, l’impennata del costo dell’energia ha mantenuto i prezzi all’ingrosso su livelli elevatissimi, che si scaricano sulla spesa per la bolletta. In termini concreti, la bolletta elettrica della famiglia tipo per il cosiddetto anno scorrevole (compreso tra il primo aprile 2022 e il 31 marzo 2023) sarà più alta del 67% rispetto ai 12 mesi precedenti, per un totale di circa 1.374 euro di esborso.

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Economia Tecnologia

Digitale terrestre, a dicembre via allo switch-off: cosa c’è da sapere

Author: Wired

In linea di massima un televisore ad alta risoluzione (Full Hd o superiore) dovrebbe essere compatibile con la transizione di dicembre e un’ulteriore riprova è senza dubbio l’attuale possibilità di fruire dei canali Rai e Mediaset nelle prime numerazioni del telecomando. Diversa la situazione per chi oggi si ritrova costretto a guardare i canali Rai solo ed esclusivamente dal canale 501 in poi, oppure quelli Mediaset dal 104 in poi. In questi casi è evidente l’esigenza di acquistare almeno un nuovo decoder Dvb-T2, e con una spesa minima di circa una 20/30 euro il problema è risolto. Non c’è bisogno di cambiare televisore, anche se in effetti per godere dell’alta risoluzione bisogna comunque disporre di un televisore che la supporti e senza di questa si continuerà a guardare i programmi in risoluzione standard.

migliori decoder dvb-t2 digitale terrestre8 decoder dvb-t2 per continuare a vedere il digitale terrestre senza cambiare tvGallery8 Immaginidi Diego BarberaGuarda la gallery

C’è un unico problema e riguarda coloro che hanno acquistato una smart tv prima del 2018. Il rischio è che ci si possa ritrovare con un modello abbastanza nuovo – quattro anni per una tv non sono moltissimi – capace di superare indenne lo switch-off di dicembre ma non quello del 2023. Già perché per i venditori e le aziende era obbligatoria la vendita dal 2017 di televisori con decoder Dvb-T2 integrato ma senza obbligo di supporto al formato Hevc (H265) Main 10. In pratica qualcuno potrebbe disporre di un modello inadeguato e quindi in futuro costretto all’acquisto di un decoder esterno. 

In effetti come ricorda l’ingegnere Di Stefano all’epoca “a fronte dell’imposizione dell’obbligo, non erano disponibili servizi adeguati in grado di sfruttare le possibilità dell’Hevc” e “un incremento di prezzo può essere giustificato solamente da funzionalità aggiuntive, nuovi servizi e/o prestazioni che siano percepite come superiori dal consumatore finale“.

Oggi per comprendere se si è pronti al nuovo digitale terrestre è sufficiente procedere con un banale test: sintonizzarsi sui canali 100 (Rai) o 200 (Mediaset) e constatare la presenza della scritta Test Hevc Main10.

Il futuro che ci attende

La transizione al Dvb-T2 Hevc inizierà da gennaio, ma ci vorrà del tempo poiché il parco ricevitori da sostituire o integrare è consistente. 

“A seconda degli interlocutori si sentono numeri variabili (comunque significativi). Posso solo dire che, togliendomi per un attimo il cappello di Presidente del UltraHd Forum Italia, Rai ritiene fondamentale il completamento del passaggio in Dvb-T2: le nostre reti sono progettate in Dvb-T2, la massima qualità e la totalità dei servizi potranno essere garantiti appieno solamente a completamento del passaggio. Più che a una roadmap, dovremmo pensare ad un processo di transizione che faccia capire agli utenti quali possano essere i vantaggi dell’ulteriore cambio di tecnologia”, racconta l’ingegner Tonio Di Stefano, presidente di Hd Forum ItaliaPer quanto riguarda il futuro l’esperto ritiene che le piattaforme di distribuzione web, del digitale terrestre e satellitari complementari, almeno nel medio periodo. “Chiaramente anche le attività di standardizzazione dell’impiego delle frequenze a livello internazionale, con le esigenze pressanti delle compagnie telefoniche per l’allargamento della banda destinata ai servizi 5G ora e prossimamente 6G, avranno un ruolo sulle sfide da affrontare”, sottolinea. In effetti tutti i broadcaster si stanno attrezzando di conseguenza.Confindustria Radio Tv Andamento bonusI risultati dei bonus Tv
I bonus della transizioneCon la legge di bilancio 2022 il governo ha comunque previsto ulteriori misure per agevolare il passaggio. Il bonus tv prevede la consegna direttamente a casa di un decoder compatibile ai cittadini di età pari o superiore ai 70 anni, con un trattamento pensionistico non superiore a 20mila euro annui e che siano titolari di abbonamento al servizio di radiodiffusione. Per farne richiesta è sufficiente telefonare all’800 776 883, selezionando la sezione relativa alla consegna a domicilio dei decoder tv, disponibile dal lunedì al venerdì tra le 10 e le 18, festivi esclusi. Oppure collegandosi direttamente con la pagina dedicata del ministero dello Sviluppo economico (Mise).

Da ricordare però che non possono beneficiare della consegna gratuita del decoder “i cittadini che, pur essendo in possesso dei requisiti richiesti, abbiano già usufruito del bonus tv-decoder”. L’agevolazione è invece cumulabile con chi ha goduto del bonus tv o il bonus tv rottamazione, scaduti il 12 novembre scorso.

I bonus hanno funzionato. Per quanto riguarda le stime bisogna dire che sono comunque antecedenti alla campagna di comunicazione dei broadcaster e deve essere ancora valutato l’effetto di questa campagna. Sono un tecnico e non un esperto di numeri e di mercato, ma l’impatto negativo dovrebbe essere veramente minimo e facilmente risolubile nei casi più delicati con il bonus decoder a casa“, conclude l’ingegnere Di Stefano.