Categorie
Tecnologia

Le morti improvvise nei giovani non sono aumentate con le vaccinazioni

Author: Wired

Per citare alcuni dei dati disponibili relativi al nostro paese, già nel 2013 l’allora ministro della Salute Renato Balduzzi aveva risposto a un’interrogazione parlamentare fornendo il dato di 50mila morti improvvise all’anno (fino a 70mila nel 2019, secondo Il Messaggero), di cui 5mila relative a giovani sotto i 35 anni di età. Più basso, ma dello stesso ordine di grandezza, il dato fornito nel 2011 dalla Società italiana di cardiologia (Sic), secondo cui gli under 35 colpiti ogni anno in modo improvviso e fatale erano “oltre mille”. Una stima, quest’ultima, che si ritrova anche in diverse pubblicazioni degli anni successivi.

Negli Stati Uniti si parla di oltre 300mila casi all’anno su tutte le età, di cui per esempio nel 2015 ne sono state contate circa 7mila nei soli bambini. L’incidenza di questi episodi risulta essere triplicata nel primo bimestre di pandemia di Covid-19, ovviamente prima che i vaccini fossero disponibili. Un paper del 2009, infine, ha calcolato in 2 ogni 100mila, ogni anno, il numero di giovani che muoiono di morte improvvisa. Dato che in Italia ci sono oltre 20 milioni di under 35, questo significherebbe più di 400 casi l’anno (ovviamente si tratta di un dato sottostimato, visto che in altri paesi del mondo il monitoraggio non viene eseguito in modo puntuale e quindi non tutti i casi vengono inclusi nella statistica). Al netto delle differenze tra una stima e l’altra, tutte però indicano che mediamente ci sia da tempo immemore più di un caso di morte improvvisa al giorno in Italia (diciamo tra 1 e 13), solo tra chi ha meno di 35 anni.

Il numero attuale di morti improvvise non ha al momento una quantificazione esatta. La tesi antivaccinista è anzitutto che già il fatto che ci siano notizie di morti improvvise di giovani ogni giorno rappresenterebbe un’anomalia, quando invece non è evidentemente così. Oppure si guarda a un solo specifico confronto, ossia che tra i giovani ci sarebbero state più morti nel 2021 che nel 2020: ciò è effettivamente vero, ma questo eccesso di mortalità ha come principale spiegazione il fatto che nel 2020 – restando più a lungo in casa – sono venute meno una serie di cause di morte. Inoltre, non sono ancora disponibili i dati relativi alle caratteristiche di questi decessi (per esempio, quanti di questi sono morti improvvise?), che arrivano di solito con un paio d’anni di ritardo e al momento si fermano a dicembre 2020. Tutto ciò su cui si può alimentare il sospetto al momento sono sensazioni, informazioni parziali o dati molto più ampi e generali di ciò che effettivamente interessa.

Tesi fallaci

Nel corso degli ultimi due anni si sono accumulati, soprattutto su siti di pseudo-informazione e sui social, un gran numero di articoli e report riguardo al fantomatico aumento delle morti improvvise. Fare fact-checking e debunking su ciascuna di queste sarebbe noioso, ripetitivo e sostanzialmente inutile, dal momento che queste “ricostruzioni” rappresentano evidente un caso di galoppo alla Gish. Ne citiamo comunque alcune a titolo di esempio.

Categorie
Tecnologia

Cani anti-bomba, negli Stati Uniti stanno sparendo

Author: Wired

Inoltre, programmi come il Patriotic puppy program dell’American kennel club stanno cercando di formare agli allevatori esistenti sui requisiti e i criteri necessari per concentrarsi specificamente sui cani per il rilevamento degli esplosivi. I progressi però saranno graduali e ci vorranno anni per vedere i primi frutti. “Vorrei che fossimo molto più avanti, ma la pandemia ha rallentato la ricerca e tutti i programmi – ha raccontato Otto a Wired US –. Ha limitato l’afflusso di esemplari da oltreoceano e rallentato i progressi verso delle alternative. È stata un brutto colpo“. A ottobre, il Government accountability office (Gao) degli Stati Uniti ha pubblicato un rapporto di quasi cento pagine sui cani da lavoro e sulla necessità che le agenzie federali tutelino meglio la loro salute e il loro benessere. Secondo il Gao, a febbraio il governo federale degli Stati Uniti disponeva di circa 5100 cani da lavoro, compresi gli esemplari per il rilevamento degli ordigni, distribuiti su tre agenzie federali. Altri 420 cani “servivano il governo federale in ventiquattro programmi gestiti da appaltatori all’interno di otto dipartimenti e due agenzie indipendenti“, si legge nel rapporto.

Il documento sottolinea anche il potenziale sovraccarico di lavoro nei casi in cui non ci sono abbastanza esemplari a disposizione. “I cani potrebbero aver bisogno di correre velocemente all’improvviso, o di saltare una barriera alta, così come della resistenza fisica per camminare tutto il giorno – prosegue il rapporto–. Potrebbero dover cercare tra le macerie o in condizioni ambientali difficili, come caldo o freddo estremi, spesso indossando pesanti corazze. Potrebbero anche passare la giornata a rilevare odori specifici tra migliaia di altri, un’attività che richiede grande concentrazione. Ogni funzione esige che i cani siano sottoposti a un addestramento specializzato“. Con la fine delle restrizioni imposte dalla pandemia, le istituzioni statunitensi si stanno affannando per recuperare il tempo perduto su due fronti ugualmente importanti: lo sviluppo di procedure per ottenere cani anti-bomba idonei e l’allevamento dei cuccioli. 

L’Auburn University si concentra sul primo aspetto. “Ad Auburn siamo stati fortunati perché la pandemia non ci ha costretti a interrompere del tutto la ricerca, ma abbiamo risentito di problemi legati alla programmazione, alla catena di approvvigionamento, a tutte quelle cose che rallentano il ritmo del progresso – spiega Skip Bartol, decano associato dell’Auburn University College of Veterinary Medicine –. Non c’è ancora una tabella di marcia verso una soluzione definitiva per l’approvvigionamento nazionale di cani da rilevamento, ma quello che stiamo cercando di fare è stabilire le migliori pratiche scientifiche, dalle decisioni corrette in campo genetico sull’allevamento dei cani da rilevamento fino al sviluppo dei cuccioli passando per come l’ambiente iniziale influisce sul loro potenziale per tutta la vita“.

I problemi a livello di approvvigionamento e allevamento durante la pandemia fanno sì che la popolazione di cani anti-bomba impiegati negli Stati Uniti in questo momento potrebbe invecchiare e venire sfruttata ancora di più del solito. Il risultato è che il paese dipende ancora pesantemente dall’approvvigionamento di cani per il rilevamento degli esplosivi dall’estero. Come evidenzia Otto, “è una combinazione di fattori, ma sicuramente c’è ancora una domanda per lo più insoddisfatta“.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.

Categorie
Tecnologia

Obbligo vaccinale, la Corte costituzionale lo salva

La Corte Costituzionale si è espressa sulla legittimità costituzionale dell’obbligo vaccinale, introdotto nel 2021 come strumento per arginare la pandemia da Covid-19 e causa di forti polemiche e ricorsi giudiziari fin dai suoi primi giorni di “vita”.

La vicenda:

  1. Il giudizio
  2. I ricorsi
  3. Evoluzione dell’obbligo vaccinale

Residenti romani ricevono il vaccino presso l'hub dell'Auditorium parco della musica a marzo 2021A dicembre scattano le multe per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale

La sanzione da 100 euro interesserà le persone over 50 e il personale delle categorie per cui era previsto l’obbligo dei vaccini contro Covid-19, come personale sanitario, delle forze dell’ordine

Il giudizio

Come si legge in una nota, “la Corte ha ritenuto inammissibile, per ragioni processuali, la questione relativa alla impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiano adempiuto all’obbligo vaccinale, di svolgere l’attività lavorativa, quando non implichi contatti interpersonali. Sono state ritenute invece non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario. Ugualmente non fondate, infine, sono state ritenute le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso; e ciò, sia per il personale sanitario, sia per il personale scolastico”.

I ricorsi

Contro la legittimità dell’obbligo vaccinale, si sono schierati i tribunali di Brescia, Catania e Padova, il Tar della Lombardia e il Consiglio di giustizia amministrativa della regione Sicilia. In particolare lo scontro si è acceso sul decreto legge del primo aprile 2021 numero 44 (convertito, con modifiche, dalla legge 28 maggio 2021, numero 76) e su quello del 24 marzo 2022 numero 24, che hanno istituito l’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari, pena la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione, fino al 31 dicembre 2022, ma fatto cessare dal governo Meloni il primo novembre scorso, con il decreto legge del 31 ottobre 2022, numero 162).

In sintesi, le istanze di questi uffici giudiziari possono essere raccolte in tre punti essenziali. La prima riguardava la mancata previsione, per i non vaccinati, della possibilità di essere impiegati in mansioni che non prevedessero il contatto con il pubblico, assicurandogli così l’accesso alla retribuzione. La seconda contestava l’obbligo vaccinale anche per chi svolgeva il proprio lavoro a distanza, e dunque senza alcun rischio di contagio. Infine, è stata impugnata anche l’imposizione della somministrazione delle dosi senza la garanzia che il vaccino non provocasse effetti collaterali, anche gravi.

La Corte costituzionale si è già espressa in passato a favore degli obblighi vaccinali, in nome del bilanciamento tra gli interessiindividuali, di chi non si vuole sottoporre a un trattamento sanitario, e quelli della collettività, che deve preservarsi nel suo complesso da una pandemia. L’impostazione delle Corte ha sempre rispettato l’autodeterminazionedel singolo cittadino o della singola cittadina, garantendola fino a quando non si fosse trovata in contrasto con la salvaguardia del benessere della comunità nel suo complesso. Per questo, le contestazioni e la discussione giuridica non hanno riguardato solo l’efficacia dei vaccini nel contrastare il virus, ma anche la loro efficacia nel limitarne la diffusione.

Il ministro della Salute, Orazio SchillaciCosa ha deciso il governo sulle misure contro Covid-19

Dopo lo scontro con le regioni, per l’obbligo di indossare le mascherine nelle strutture sanitarie, il governo ha fatto un passo indietro. Mentre è stato tolto l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario a partire dal primo novembre

Evoluzione dell’obbligo vaccinale

L’obbligo vaccinale non ha riguardato solo il personale della sanità, anche se, comprensibilmente, sono stata la prima categoria ad esserne interessata nella più dure fasi dell’emergenza sanitaria. Dopo di loro, a partire dal 15 dicembre 2021, l’obbligo è stato esteso anche al personale scolastico, a quello della difesa, della sicurezza, del soccorso pubblico, della polizia locale e al personale penitenziario.

A seguito dell’insediamento del governo Draghi, con un decreto del 5 gennaio 2022, il Consiglio dei ministri estese l’obbligo vaccinale anche al personale universitario, senza limiti di età, e a tutte le persone con più di 50 anni, pena una sanzione di 100 euro. Dopo poche settimane, il governo Draghi decise di rafforzare la misura introducendo l’obbligo, per tutti i lavoratori e le lavoratrici over 50, di presentare il green pass rafforzato sul luogo di lavoro, pena la sospensione del proprio incarico e dello stipendio e sanzioni dai 600 ai 1.500 euro per chi fosse stato trovato in violazione dell’obbligo.

Ad approvare queste misure concorse anche la Lega, che sedeva, che sedeva nel Consiglio dei ministri del governo Draghi, approvandone i provvedimenti, anche se ora si presenta al pubblico come se all’epoca si fosse trovata all’opposizione.

Source: wired.it