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Barbara Baraldi, prima curatrice donna di Dylan Dog: “Voglio rimettere l’orrore al centro delle storie”

Author: Wired

“In realtà io credo, spero, che possa in qualche modo cambiare la prospettiva di chi pensa che l’orrore non possa essere donna. Quando nel 2007 ho iniziato a pubblicare thriller, tanti mi chiedevano, stupiti, ma perché scrivi scene così forti, sei una donna, non dovresti darti ai romanzi rosa? Questa sorpresa esiste ancora oggi. Uno dei miei miti è Carolina Invernizio, soprannominata l’Edgar Allan Poe italiana. Sciveva a fine ‘800 libri come La sepolta viva, Il bacio di una morta. Io la vedo un po’ come una zia, ha fatto una cosa importante per tutte noi che sognavamo di scrivere il genere. Quando qualcuno fa qualcosa per la prima volta, dopo è più facile seguire quella strada. Ecco, il fatto di essere la prima curatrice donna di Dylan Dog… spero possa essere, per le bambine di domani, una fonte d’ispirazione. Se più donne scrivono fumetti, disegnano fumetti, lavorano nel mondo dei fumetti, poi ci saranno bambine che li leggono e pensano: da grande voglio fare anche io l’autrice”.

Allora hai intenzione di reclutare nuove leve, portare a bordo nuove donne?

“Sì, sto già reclutando autori, sia uomini sia donne. Sto cercando le persone con la sensibilità giusta per raccontare le diverse sfumature dell’insolito e del perturbante.

E Tiziano Sclavi? Che ruolo ha oggi?

“Siamo spesso in contatto. Quando gli sceneggiatori mi mandano dei soggetti per le nuove storie, sempre più spesso Tiziano li legge, e mi dà la sua opinione, sempre molto forte. E a volte ha le sue proposte. Insomma, sta tornando a essere più coinvolto, il che è fantastico.

L’orrore di Dylan Dog ha sempre mostrato diverse sfumature, dallo splatter all’onirico. Quale sarà la più importante?

“Non posso rinunciare a niente! Mi piace l’horror onirico, mi piace tantissimo lo splatter, adoro le citazioni, e riconoscere e scherzare sui luoghi comuni dell’horror cinematografico. E poi qualsiasi formula fissa, alla lunga, stanca il lettore. Se arrivo io e tutte le storie sono splatter, allora Dylan Dog diventa prevedibile, noioso. Tutti questi ingredienti dell’horror fanno parte della serie. Se ce ne fosse solo uno, verrebbe a mancare la sorpresa. Sempre guardando al Dylan di Sclavi, un mese usciva un albo estremamente splatter, poi uno di genere, poi c’erano le storie metafumettistiche, e poi quelle che ti facevano piangere, come Memorie dall’invisibile – che ancora oggi, ogni volta che la rileggo dall’inizio, mi commuovo”.

Quale sarà il tuo primo passo?

“Sto preparando una letterina per gli sceneggiatori, che è una dichiarazione d’intenti, ma anche la mia visione, e che scrivo con il rispetto per tanti colleghi che lavorano sulla testata da più anni di me. Una cosa che ci ho tenuto a dire è: scrivete ogni storia come se fosse quella per cui volete essere ricordati. Oggi c’è tanta scelta lì fuori. Tante alternative. Fumetti, serie tv. Se sei un giovane, perché dovresti scegliere Dylan Dog anziché un manga? Dobbiamo dare una risposta, e secondo me è questa: scegli Dylan Dog per trovare qualcosa che ti meraviglia, che ti lascia a bocca aperta. Scegli Dylan per leggere storie che ti rimangono dentro.

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Comicon 2023: ospiti, programma e appuntamenti. La guida completa

Author: Wired

Non mancano i mangaka in trasferta a Napoli direttamente dal Giappone: Miki Yoshikawa porta la sua nuova serie A Couple of Cuckoos – edita in Italia da Star Comics e già un anime disponibile su Crunchyroll; Aki Irie incontra invece i lettori del suo manga Il mondo di Ran e della novità dell’anno, Nuvole a Nord-Ovest; un outsider è Masashi Haneda, storico giapponese dell’Università di Tokyo prestato al mondo del fumetto storico come co-autore del manga Sekai No Rekishi (Storia del mondo).

Dalla più vicina Europa vale la pena segnalare Tony Valente, autore francese apprezzato per il suo stile da “mangaka europeo”; Danijel Zezelj, fumettista, animatore, illustratore e graphic designer croato di fama internazionale; e il belga Brecht Vanderbroucke, autore del fumetto umoristico Shady, pubblicato anche dal New York Times.

Mostre e altri appuntamenti

Tante le mostre già annunciate, dedicate agli ospiti protagonisti della fiera: Cavazzano, Jim Lee, Vanderbroucke, Simone Bianchi. Ma ci sono anche l’accattivante Odio tutti! Fumetti demotivazionali per sorridere meno, dedicato ai fumetti più cinici, feroci e disincantati; e la piccante …e vissero tutti felici e gaudenti, incentrata sul connubio tutto italiano e boccaccesco tra favole ed erotismo tipico del fumetto anni ‘70. Non poteva mancare una mostra dedicata ad Aldo Di Gennaro, vincitore del Premio alla carriera del Comicon 2023, autore e illustratore che ha segnato la storia del fumetto italiano nell’arco di oltre 60 anni di attività.

Tra gli appuntamenti da non perdere, per ora sono da segnalare l’immancabile Cosplay Challenge Pro, sabato 29 aprile dalle ore 14:30 in poi presso il Teatro Mediterraneo, affiancata da una versione Kids dedicata ai giovani cosplayer; insieme ad un altro contest amatoriale, il K-Pop Dance Fight Fest dedicato alla musica coreana.

Venerdì 28 aprile alle ore 10.30, Luca Enoch, co-creatore di Dragonero, presenterà i primi due episodi della serie animata tratta dalla Serie Bonelli, affiancato dai produttori Vincenzo Sarno e Sonia Farnesi. Al Comicon 2023 ci saranno delle giornate speciali per gli amanti delle arti marziali: venerdì 28 aprile, in occasione del ventesimo anniversario dall’uscita di **Kill Bill Vol. 1, **si terrà un incontro con Tetsuro Shimaguchi, coreografo della scena degli “88 folli” del capolavoro di Quentin Tarantino; mentre il 30 aprile alle 11 sarà possibile assistere all’anteprima dell’edizione restaurata di Enter the Dragon, meglio noto in Italia come I tre dell’operazione drago, nell’occasione dei 50 anni del film con Bruce Lee e del centenario dalla fondazione della Warner Bros.

Il programma completo è disponibile sul sito ufficiale del Comicon 2023 e sarà aggiornato – così come questa guida – nel corso dei prossimi giorni con nuovi annunci e appuntamenti ancora più succosi. Restate sintonizzati!

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Ant-Man 3, Modok non è piaciuto a nessuno

Author: Wired

Il costume era una specie di palla che girava intorno a Mark, che quindi doveva indossare due braccia Steadicam per tenerlo su – racconta il supervisore degli effetti speciali Jesse James Chisholm –. Era davvero pesante, ma lui voleva essere in grado di far muovere il personaggio con naturalezza”. Il terzo costume, rivela Chisholm, era una semplice maschera che aveva la funzione di aiutare a stabilire a che altezza si trovassero gli occhi del personaggio e di conseguenza posizionare la macchina da presa. Questo modello veniva usato quando non era necessario che Weinman indossasse il costume. Le tre diverse soluzioni hanno aiutato tutto il team dietro al film a rendere il villain il più realistico possibile (per quanto realistico possa essere un mutante fluttuante e non particolarmente sveglio).

Questo non vuol dire però che non ci siano state difficoltà impreviste. Chisholm racconta che lui e il suo team hanno preso in considerazione “molte, molte versioni” del look di Modok, per poi approdare a quella che secondo loro rendeva omaggio al design originale del personaggio disegnato da Kirby e si abbinava meglio al volto di Stoll. Per cercare di ottenere la versione giusta, o il più possibile plausibile, sono state necessarie molte prove. La casa produttrice di effetti speciali visivi Digital Domain ha iniziato a progettare il personaggio prima ancora di ricevere le scansioni o le riprese di Stoll in movimento. Una volta ottenute, l’idea era capire quali fossero le caratteristiche che risultavano migliori da un punto di vista visivo, spiega il supervisore degli effetti speciali Dave Hodgins. Stoll ha una bocca piuttosto larga, quindi non rimaneva molto spazio per consentirgli di sorridere, un aspetto che ha richiesto alcuni aggiustamenti. Inoltre c’erano anche dei dubbi sul fatto che Modok dovesse o meno avere i capelli.

Abbiamo dovuto affinare il tutto più volte – dice Hodgins –. Era importante cogliere lo spirito della performance di Corey e riuscire ad applicarlo a una testa di un metro e mezzo”. Chisholm, Hodgins e Stoll sono soddisfatti del risultato finale, ma sono consapevoli del fatto che anche solo proporre il personaggio avrebbe costituito un rischio. Sapevano anche che non tutti i fan della Marvel avrebbero apprezzato il risultato finale. Tuttavia, c’è chi lo ha fatto: “Sono andato alla première col cast e la troupe e mi sono seduto in sala mentre la gente urlava e gridava durante la scena [in cui un personaggio dice a Modok. di, ndr] ‘Non fare lo stronzo’, e ho capito che apprezzavano – ricorda Chisholm –. È stato incredibile essere in quel cinema e percepire quelle emozioni. Abbiamo lavorato duramente per dare vita a questo personaggio, ed è stato meraviglioso assistere alla reazione dei fan“.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired UK.

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Dylan Dog: quali sono e quanto valgono i gli albi e i gadget più rari

Author: Wired

Dylan Dog si avvia verso un ritorno alle origini, ma per i collezionisti il problema non si pone: gli albi più ricercati e quotati sul mercato restano sempre i primi. Quanto vale oggi il numero 1 originale di Dylan Dog, pubblicato il 26 settembre 1986? E quali sono le altre rarità a cui dare la caccia su eBay e altri mercatini?

Non solo fumetti, ma fantomatici giochi di ruolo e videogiochi dimenticati (quasi) da tutti, ingombranti statue in edizione limitata e nostalgiche magliette degli anni ‘90 sono le chicche che potrebbero celarsi in librerie domestiche o scatoloni in cantina, e che possono valere centinaia di euro (a patto che siano in buone condizioni!). Per non parlare dei volumi con guest star speciali, e delle nostalgiche magliette degli anni ’90.

Qui a seguire, tutti i titoli più ricercati dai collezionisti di Dylan Dog.

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Disney: 5 curiosità sui suoi 100 anni di storia

Author: Wired

Buon compleanno, Disney. Nel 2023 la casa di Topolino celebra 100 anni di attività. È passato un secolo – letteralmente! – da quando Walt Disney e suo fratello Roy, ex-titolare di una ditta di aspirapolveri, fondarono a Hollywood i Disney Brothers Cartoon Studio.

Pochi anni dopo, nel 1928, Mickey Mouse e Minnie fanno la loro prima apparizione pubblica nell’ormai leggendario cortometraggio Steambot Willie. E poi, nel 1937, un’altra tappa storica: l’uscita nei cinema di Biancaneve e i Sette nani, primo di tanti capolavori d’animazione.

Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata molta, è oggi la Walt Disney Company è un colosso multimediale che ha incorporato altri marchi molto noti come Pixar (nel 2006), Marvel (2009) e Lucasfilms (2012), creando un universo che spazia da Topolino ai supereroi passando per le galassie lontane lontane di Star Wars.

Di aneddoti da raccontare su questi 100 anni ce ne sarebbero a bizzeffe; ecco 5 curiosità che (forse) non tutti conoscono sulla storia della Walt Disney.