Categorie
Tecnologia

Anche gli attori coreani sono pronti a entrare in sciopero

Author: Wired

Nonostante abbia investito enormemente nelle produzioni coreane, Netflix si rifiuta di incontrare il sindacato locale degli attori radiotelevisivi, preoccupati per gli stipendi troppo bassi e l’introduzione dell’intelligenza artificiale generativa nel settore. Il colosso ha trascorso gli ultimi anni a farsi strada nel campo dei drama e dei reality coreani, stringendo accordi con i fornitori locali per avere accesso a un’ampia selezione di titoli provenienti dalla Corea del Sud. Ha poi iniziato a cimentarsi con produzioni originali, a partire da Kingdom per arrivare a enormi successi come Squid Game e The Glory. Lo streamer è famoso per offrire lauti contratti alle mega star, mentre gli attori non protagonisti guadagnano circa trecento dollari a episodio, senza alcun residual o premio. Agli attori non viene inoltre fornita alcuna diaria per il vitto, il trasporto o l’alloggio, anche se Netflix afferma che queste spese sono incluse nel budget di produzione e vengono gestite dagli studios.

Gli attori sudcoreani chiedono che Netflix partecipi alla definizione di nuove formule contrattuali, ma lo streamer non ha voluto tornare al tavolo delle trattative, con il pretesto che i suoi contenuti originali in Corea del Sud ufficialmente passano per outsourcing attraverso le case di produzione locali come Studio Dragon e affini. In seguito al successo di Squid Game – tuttora lo show più visto in assoluto sulla piattaforma – Netflix ha investito altri 2,5 miliardi di dollari, aprendo due case di produzione in Corea e offrendo una maggiore esposizione globale ad attori, scrittori e registi sudcoreani. Yoo Min-suk, direttore del sindacato degli attori coreani ha dichiarato all’LA Times che i suoi membri chiedono all’azienda di iniziare a ridistribuire adeguatamente i guadagni: “Netflix utilizza l’infrastruttura del paese come chiunque altro. Per questo diciamo che hanno l’obbligo di incontrarci”.

Una scena di Black Knight

Una scena di Black Knight

Netflix

Oltre a tutto questo, Netflix sta iniziando a sperimentare l’intelligenza artificiale nelle serie televisive sudcoreane. In Black Knight, per esempio, dieci membri del cast principale sono stati scansionati per creare gemelli digitali da inserire nelle inquadrature dello show. Si tratta di una soluzione ben lontana da una sostituzione totale degli attori, ma rappresenta un passo preoccupante verso l’obiettivo finale di creare contenuti a costi contenuti senza il fattore umano. La preoccupazione dettata dall’AI è condivisa anche dagli interpreti americani. C’è solidarietà tra gli attori statunitensi e quelli sudcoreani, che affrontano un nemico comune. Song Chang-gon, presidente della Kbau (Korea Broadcasting Actors Union), sta promuovendo una manifestazione internazionale: “È indubbio che si possa trovare un terreno comune tra noi e gli americani – ha dichiarato –. Sarebbe utile che organizzazioni simili che rappresentano gli attori di tutto il mondo si confrontassero tra loro, per costruire un senso di solidarietà”.

Categorie
Tecnologia

Serie tv: i migliori personaggi del 2022

Author: Wired

Tra i personaggi memorabili delle serie tv recenti non ci sono eroi immacolati, né paladini della società, o caratteri inequivocabilmente positivi e nessuna figura che possiamo far rientrare nei ranghi del cittadino esemplare conforme al limitato decoro della maggioranza. Sono tutti outsider, tipi bizzarri, ribelli, pieni di idiosincrasie e “diversi” che si stagliano visibilmente dalla massa eppure sono stati in grado di sedurre il pubblico mainstream, ovvero quelli che nella realtà li disprezzano, ghettizzano o addirittura bullizzano quotidianamente. Con l’eccezione di uno, sono tutte figure inedite delle serie tv che hanno debuttato sulle piattaforme di streaming quest’anno in produzioni nuove o show “ritornanti”. Ecco chi sono, secondo noi, i personaggi migliori delle serie tv del 2022.

Categorie
Tecnologia

The Killer: il film d’azione con l’antieroe più cool dell’anno

Author: Wired

Content

This content can also be viewed on the site it originates from.

Il film più entusiasmante dell’ultima edizione del Far East Film Festival è stato senz’altro The Killer, la più recente collaborazione tra il regista Choi Jae-hoon e l’attore Jang Hyuk, re dell’action coreano. Questo gioiellino ora disponibile nel pacchetto base di Prime Video* (ma si può affittare o acquistare anche su Rakuten Tv e Apple Tv) non è un remake del capolavoro honkonghese di John Woo bensì la trasposizione del romanzo The Killer: A Girl Who Deserves To Die di Bang Jin-ho, cronaca della cruenta avventura di un sicario in pensione costretto a tornare in prima linea per salvare Yoon-ji, una ragazzina rapita. “Non sono io ad averlo scelto per la parte, è stato lui ad avermi contattato per dirigereci aveva rivelato il regista Choi, ospite del festival del cinema asiatico che si tiene a Udine ogni anno. “Avevo diretto Jang Hyuk nel period The Swordsman e quando si è trattato di trovare un regista per il suo nuovo progetto cinematografico, è stato così premuroso da rivolgersi a me” ha spiegato. 

I due titoli non sono lontani: nel primo l’attore lanciato dalla serie storica Chuno – Slave Hunters, capolavoro asiatico in salsa western, interpretava uno spadaccino del Joseon caduto in disgrazia e quasi cieco che riprende in mano le armi per proteggere la figlia; in The Killer Bang Ui-gang si rimette in gioco per salvare la rampolla teenager di un’amica di famiglia, coinvolta in un traffico del sesso. The Killer ha molti pregi e pochi difetti: dalla sua la brevità della durata – una novantina di minuti – che si confà a una pellicola d’azione e che si pone in netto contrasto con le estenuanti produzioni di due ore e più che infestano piccolo e grande schermo; è una gustosa e rispettosa citazione dei classici dell’azione honkonghese tra ballistic ballet e heroic bloodshed (ma con sostanziali deviazioni); vanta una regia ipercinetica che per quanto derivativa regala scene d’azione vibranti e scorrevoli, e last but not least vanta un protagonista che contribuisce enormemente alla figaggine e al fascino della pellicola.