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Chi specula sulle proteste in Francia

Author: Wired

Dopo migliaia di arresti, 5mila veicoli incendiati e 45mila poliziotti schierati, le proteste in Francia per l’assassinio di un giovane da parte di un agente di polizia si sono attenuate. Ciò che però resta sono le storiche fratture presenti nella società francese, dovute al passato coloniale del paese e acuite da una retorica che vuole trovare il problema nell’etnia delle persone e non nelle diseguaglianze sociali.

La situazione:

  1. Le ronde della destra
  2. Le manipolazioni politiche

I disordini in FranciaI disordini in Francia dopo che la polizia ha ucciso un 17enne

Un agente ha sparato al cuore di un ragazzo, a distanza ravvicinata, per aver fatto ripartire l’auto dopo essere stato fermato

Le ronde della destra

A soffiare sul fuoco del problema, negli ultimi giorni, si sono aggiunte le ronde di alcuni militanti di estrema destra contro le persone francesi apparentemente non europee, per il loro colore della pelle, e una raccolta fondi a sostegno della famiglia dell’agente che ha sparato e ucciso il giovane, durante un controllo stradale di routine.

Le ronde di estrema destra hanno avuto luogo a Lione, centro storicamente legato alle formazioni politiche come il Rassemblemant national di Marine Le Pen, ad Angers, dove sono scesi in piazza i militanti del gruppo Alvarium, sciolto per violenze e razzismo nel 2021 ma tornato in vita con il nome Red Angers, a Lorient e a Chambery.

In tutto, si è trattato di poche decine di esaltati, armati però di mazze e spranghe, che hanno cominciato ad attaccare i manifestanti presenti nelle strade e nelle piazze al grido la Francia ai francesi o inneggiando all’autodifesa. La polizia ha provveduto a disperdere anche queste formazioni.

Le manipolazioni politiche

Più grave, sia secondo le forze di sinistra francese, sia secondo molti esponenti del governo Macron, come il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, o il deputato Eric Bothorel, è la raccolta fondi lanciata per la famiglia dell’agente responsabile dell’omicidio che ha scatenato le proteste. L’iniziativa è stata lanciata da Jean Messiha, ex portavoce di Eric Zemmour, candidato di estrema destra alle ultime elezioni presidenziali, e ha raccolto oltre 900 mila euro in poche ore.

Come riporta il quotidiano francese Le Figaro, Dupond-Moretti ha accusato Messiha di voler strumentalizzare a fini politici l’evento, mentre Bothorel lo ha accusato di voler soffiare sul fuoco delle proteste. Olivier Faure, segretario del Partito socialista, l’ha invece descritta come vergognosa e ha chiesto alle autorità di bloccarla, com’era stato fatto durante le proteste dei gilet gialli, quando era stata attivata una raccolta fondi per un ragazzo che aveva picchiato un poliziotto.

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L’Europa vuole introdurre i bonifici istantanei

Author: Wired

I cittadini e le imprese dell’Unione europea dovranno poter ricevere e inviare immediatamente il proprio denaro. Con questo scopo i parlamentari europei hanno votato lo scorso 28 giugno per aggiornare la legislazione dell’area unica dei pagamenti in euro, in inglese single euro payments area (Sepa). In particolare, il testo è stato approvato con 49 voti favorevoli, due contrari e due astenuti. I negoziatori della commissione Affari economici e monetari sono ora pronti ad avviare i colloqui con il Consiglio europeo.

I prestatori di servizi di pagamento (Psp) come per esempio le banche, che forniscono servizi di trasferimento di denaro in euro saranno dunque chiamate a offrire tra gli altri anche la possibilità di effettuare bonifici istantanei. Servizio che dovrà essere assicurato anche a cittadini e imprese dei paesi membri che utilizzano valute diverse dall’euro.

Come riporta il comunicato pubblicato sul sito ufficiale dell’Europarlamento, la convinzione degli eurodeputati è che “un bonifico istantaneo venga eseguito indipendentemente dal giorno o dall’ora ed elaborato immediatamente”, e che il suo importo possa quindi essere accreditato sul conto del beneficiario entro dieci secondi dal momento della ricezione dell’ordine di pagamento. Nel caso quest’ultimo dovesse essere immesso da un conto di pagamento non in euro, il Psp dovrebbe peraltro convertire l’importo nella moneta unica.

Dal punto di vista della sicurezza, gli europarlamentari hanno sottolineato che i Psp dovranno mettere a punto misure solide e aggiornate per rilevare e prevenire le frodi. Senza oneri e spese aggiuntive, dovranno per esempio fornire rapidamente ai propri clienti un servizio utile a verificare che non vi siano discrepanze tra l’identificativo del conto del beneficiario e l’effettivo nominativo del beneficiario specificato da chi paga. In caso di discrepanze, un cliente dovrebbe essere informato o, qualora ciò non avvenga, risarcito dal Psp per eventuali danni finanziari.

Un’ulteriore tutela, si legge, potrebbe essere rappresentata dalla possibilità per gli utenti di fissare un importo massimo per i bonifici istantanei in euro, facilmente modificabile prima di procedere a un nuovo trasferimento di denaro. Dovranno inoltre essere i prestatori di servizio a intestarsi l’onere della verifica dei casi in cui i propri clienti siano soggetti a sanzioni o altre misure restrittive relative alla prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo.

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Twitter ha sempre più problemi di odio e disinformazione

Author: Wired

Twitter non sta certo vivendo il suo periodo migliore da quando è stata acquisito da Elon Musk. Dopo i problemi legati alle spunte blu e agli abbonamenti, ora la piattaforma deve vedersela anche con l’incitamento all’odio, evidentemente in crescita da quando l’imprenditore ha assunto il ruolo di nuovo CEO. A confermarlo è il rapporto di Anti-Defamation League (ADL), che afferma che nell’ultimo anno “l’odio e le molestie online sono aumentati drasticamente per adulti e adolescenti di età compresa tra 13 e 17 anni”. In particolare, lo studio condotto dai ricercatori di ADL su 2.139 adulti statunitensi ha rilevato che i casi di molestie sono aumentati soprattutto su Reddit, Twitter, TikTok e WhatsApp. La responsabilità, a quanto pare, sembra essere anche di Elon Musk.

Dopo l’acquisizione di Twitter, infatti, “ha riaccolto gli utenti bannati per aver violato le politiche anti-odio” e ha sciolto il Trust & Safety Council, un gruppo di volontari della società civile a supporto delle decisioni della piattaforma. E non è tutto. Il rapporto di ADL riporta chiaramente che l’acquisizione da parte di Musk ha portato a un “picco di antisemitismo”, oltre ad aver alimentato l’odio anti-transgender rimuovendo la clausola contro il misgendering e il deadnaming. Insomma, i dati parlano chiaro: l’incitamento all’odio è cresciuto a dismisura su Twitter, anche se Facebook rimane la piattaforma in cui vengono segnalate il maggior numero di molestie online. Nonostante questo, il caso del social di Musk stupisce perchè di recente il team del CEO ha dichiarato di aver dimezzato i casi di incitamento all’odio. Un’affermazione decisamente in controtendenza rispetto alle analisi di terze parti.

Ma non è solo l’incitamento all’odio a spopolare sulla piattaforma. La disinformazione, come sappiamo, è uno dei “mali” di Twitter, soprattutto ora che l’AI generativa si è dimostrata in grado di scrivere e condividere contenuti. Secondo quanto riportato da The Verge, infatti, un recente studio dell’Università di Zurigo ha messo a confronto i tweet creati da esseri umani con quelli generati dal modello GPT-3 di OpenAI, dimostrando che questi ultimi si dimostrano decisamente più convincenti. Più nel dettaglio, sembrerebbe che i lettori abbiano avuto più difficoltà a riconoscere una fake news quando è stata scritta dal modello linguistico. Gli stessi ricercatori, infatti, hanno concluso che il materiale scritto da GPT-3 era “indistinguibile” dal contenuto organico.

In fondo, come ha affermato James Vincent di The Verge, “questi strumenti di intelligenza artificiale sono vasti sistemi di completamento automatico, addestrati a prevedere quale parola segue la successiva in una determinata frase”. Pertanto, hanno l’innata “capacità di scrivere affermazioni dal suono plausibile”. E questo potrebbe rivelarsi un enorme problema per le piattaforme, che potrebbero trovarsi ad affrontare una vera e propria ondata di disinformazione, sia essa reale o generata da AI. In ogni caso, i ricercatori dell’Università di Zurigo hanno una soluzione abbastanza pragmatica per la situazione: incoraggiare la capacità di pensiero critico affinché le persone possano distinguere al meglio tra fatti e finzione.

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Come capire di essere tracciati da un AirTag (e come proteggersi)

Author: Wired

Il modello di iPhone che possedete influisce sulla facilità con cui è possibile scoprire eventuali AirTag nascosti. I possessori di modelli con iOS 14.5 o una versione più recente del sistema operativo dovrebbero ricevere una notifica push ogni volta che un AirTag sconosciuto rimane nelle vicinanze per un periodo di tempo prolungato e a distanza dal sua proprietario. Cliccando sulla notifica, è possibile che vi venga data la possibilità di far suonare l’AirTag per localizzare il dispositivo. Per verificare che riceviate correttamente questi avvisi:

  • accedete all’app Dov’è;
  • selezionate la scheda Io nell’angolo in basso a destra;
  • verificate che la voce Avvisi di sicurezza, sotto Notifiche, sia attivata.

A qualche mese dal lancio degli AirTag, Apple ha distribuito l’app Trova Tracker per i telefoni Android. A differenza delle funzioni di sicurezza disponibili per l’iPhone, l’app per Android non cerca automaticamente gli AirTag sconosciuti. Devono essere gli utenti ad avviare la scansione, comunque una valida arma per il monitoraggio.

Secondo Eva Galperin, direttrice della sicurezza informatica della Electronic Frontier Foundation, non è facile capire perché la funzionalità limitata dell’app sia limitata: “In realtà si tratta di una limitazione nel modo in cui funziona l’ecosistema e le app Android – spiega Galperin –. Ho invitato Apple e Android a lavorare insieme per incorporare nel sistema operativo Android il livello di mitigazione che Apple fornisce in iOS, ma questo richiede molta cooperazione tra due gruppi che normalmente sono rivali“. Alcune guide per trovare gli AirTag raccomandano l’uso di scanner bluetooth, che secondo Galperin però non è un metodo affidabile per la ricerca dei tracker: “Ho provato a usare diversi scanner bluetooth per rilevare gli AirTag, ma non funzionano sempre“.

Senza uno smartphone a portata di mano, è necessario affidarsi a indizi visivi e acustici per individuare gli AirTag nascosti. Il disco circolare bianco è leggermente più grande di una moneta. Come ha riportato il New York Times, una donna ha trovato un AirTag incastrato sotto la targa della sua auto. Il video con cui documenta l’episodio è stato visualizzato oltre 20 milioni di volte su TikTok.

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Perché l’intelligenza artificiale non ucciderà il giornalismo

Author: Wired

Con la diffusione dei modelli di intelligenza artificiale generativa, in grado di realizzare un testo o un’immagine in pochi secondi partendo da una serie di istruzioni (prompt), si inizia a immaginare un mondo in cui questa nuova tecnologia prenderà il posto di alcune figure professionali. Secondo il parere degli esperti, però, l’intelligenza artificiale non solo non sostituirà questa professione, ma può rivelarsi uno strumento fondamentale. Sono tanti, infatti, gli ambiti e le funzionalità in cui l’intelligenza artificiale può rendere il lavoro del giornalista più agile.

La situazione in Italia

Il mestiere del giornalista è tra quelli che negli anni hanno dovuto più di tutti stare al passo con i tempi, trasformandosi e reinventandosi, soprattutto con l’arrivo di Internet e dei nuovi media. Rispetto ad altri paesi, però, non si è ancora capito a cercare di impiegare e sfruttare al meglio tutti i vantaggi che comporta l’impiego dell’intelligenza artificiale.Quello della stampa è un settore molto antico, che è nato con Gutenberg ed è passato per la macchina da scrivere – spiega a Wired Nicola Grandis, amministratore delegato di Asc27, la startup che si occupa di intelligenza artificiale e cybersecurity nata nel 2020 a Roma, e di Aida46, frutto dalla joint venture tra DigitalPaltforms e Asc27 -. Ma ecco che il giornalista ha imparato a evolversi: io ho amici giornalisti che ormai realizzano le videointerviste con lo smartphone, le battono al telefono e le pubblicano. Invece, a livello proprio industriale in Italia non si è ancora capito che l’ultimo dinosauro è quello che si è estinto urlando contro il meteorite. Ecco, l’intelligenza artificiale è un meteorite buono, però si l’industria italiana della della stampa, dell’informazione ci ricorda po’ questo ultimo dinosauro”.

Quello che emerge dal confronto con le redazioni italiane è, secondo Grandis, un livello più basso di preparazione del personale dell’editoria rispetto a quello di altri settori, ma a fare resistenza non sono i giornalisti. “Noi di Asc27 abbiamo sviluppato una piattaforma, Asimov, di derivazione militare, in ambito cybersecurity per l’applicazione nella difesa sicurezza nazionale – spiega Grandis -. Poi è stata introdotta nel mondo della news industry e altre sue declinazioni del mondo enterprise. Quello che abbiamo notato nel mondo della news industry italiana è che noi, all’inizio, pensavamo ci fosse una resistenza al cambiamento da parte dei giornalisti. Poi nel tempo siamo diventati amici di molti giornalisti che utilizzano privatamente la nostra piattaforma. Anzi, noi gliela diamo anche normalmente in comodato d’uso gratuito. Abbiamo notato che a livello di redazione, per l’organizzazione e tecnologicamente siamo indietro”.

Il primo passo sarebbe rivolgersi agli esperti.“Abbiamo incontrato altre figure molto pittoresche: per esempio, i consulenti, che anche datati, che fino a ieri facevano i siti web, mentre oggi sono esperti di intelligenza artificiale e magari provano a vendere i loro servizi alle redazioni – continua Grandis -. Quello che manca nel mondo del giornalismo italiano è la consapevolezza della necessità di rivolgersi a un’azienda che si occupi di intelligenza artificiale. Non serve una Business Unit fatta di ricercatori che fino a ieri facevano tutt’altro”.

Gli impieghi nel giornalismo

In che modo l’impiego dell’intelligenza artificiale può aiutare i giornalisti nel loro lavoro: “Il nostro software, Asimov, come tutte le buone intelligenze artificiali, ha l’obiettivo di sollevare le persone dai lavori ripetitivi e tediosi – continua Grandis -. All’interno di una redazione, dove possono giungere centinaia di comunicati stampa al giorno o all’ora, Asimov può fare una prioritizzazione di questi comunicati in modo che i giornalisti si possano dedicare maggiormente alle altre mansioni più importanti”. Assistere il giornalista nella fase di pubblicazione online, in modo tale che rispetti determinati requisiti che i motori di ricerca richiedono, creare un summary, trascrivere le interviste: sono solo alcune dei compiti che potrebbero ma che potrebbero venire sbrogliati da un sistema di intelligenza artificiale, come Asimov.

Anche la ricerca e la scelta delle immagini può essere velocizzata e resa più semplice attraverso l’utilizzo di un software: “Quando un giornalista scrive un pezzo – spiega Grandis -, Asimov in automatico gli propone un certo numero di immagini, alcune create con l’intelligenza artificiale, altre prese dalla libreria del giornale, cosicché in un secondo, se vede una che gli piace, la sceglie, oppure può andare avanti finché non ne trova un’altra”.