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Bonavota, un altro dei super latitanti più ricercati in Italia, è stato arrestato

Author: Wired

Dopo Matteo Messina Denaro, le autorità sono riuscite a catturare anche Pasquale Bonavota, pericoloso capomafia della ‘ndrangheta calabrese, ricercato dal 2018 e tra i super latitanti indicati dal ministero dell’Interno come “di massima pericolosità”. Il mafioso è stato arrestato a Genova, nell’ambito dell’indagine chiamata Rinascita-Scott.

La storia

Nato a Vibo Valentia nel 1974, è uno dei capi della ‘ndrina Bonavota, cosca mafiosa della ‘ndrangheta calabrese proveniente dal comune di Sant’Onofrio, con esponenti anche in Piemonte e Roma. Le loro attività comprendono l’estorsione, l’usura, il traffico di droga e il riciclaggio.

La famiglia Bonavota ha controllato l’amministrazione comunale di Sant’Onofrio fino al 2009, quando il Comune è stato sciolto e commissariato per infiltrazione mafiosa, grazie a un’operazione di polizia che ha portato all’arresto del capobastone, cioè il mafioso a capo della famiglia, Domenico Bonavota.

Dal 2010 al 2020, altre 3 operazioni delle forze dell’ordine, compresa l’indagine Rinascita-Scott hanno portato all’arresto di 334 persone, in Calabria e Piemonte, ritenute appartenenti alle strutture mafiose della provincia vibonese, ma Pasquale Bonavota era riuscito a sfuggire alla cattura, fino a ora.

Le indagini

Secondo le indagini dell’Antimafia, sarebbe il mandante degli omicidi di Domenico Belsito, Raffaele Cracolici e Alfredo Cracolici. Inoltre, le connessioni di Bonavota arriverebbero fino all’Ungheria, dove la cosca aveva assunto il controllo di un istituto di credito per investire in criptovalute e riciclare denaro, smantellato dopo un inchiesta che ha portato all’arresto di 25 persone.

Con il suo arresto, mancano solo tre persone all’appello carcerario dei super latitanti ancora in circolazione. Si tratta di Attilio Cubeddu, sardo membro dell’anonima sequestri e ricercato dal 1997, Giovanni Motisi, a capo di un clan di Cosa nostra di Palermo e ricercato dal 1998, e Renato Cinquegranella, camorrista napoletano ricercato dal 2002.

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Economia Tecnologia

App Io, tutti i documenti che il governo vuole portare a bordo

Author: Wired

Il portafoglio digitale dell’app Io, l’applicazione dei servizi della pubblica amministrazione, potrebbe presto contenere la patente, la tessera sanitaria e il voting pass, corrispettivo dell’odierna tessera elettorale. Tutto in digitale. A comunicarlo lo scorso 19 aprile ai membri della commissione Affari costituzionali della Camera è stato direttamente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Alessio Butti, confermando gli investimenti dell’esecutivo sull’applicazione gestita da PagoPa, società pubblica controllata dal ministero del’Economia e delle finanze.

La previsione del governo, come riporta l’agenzia Ansa, è in particolare quella di dar vita già “entro la fine dell’anno” a “un ulteriore importante cambiamento positivo per la vita quotidiana di tutti gli italiani“. Nel confronto con i deputati, Butti ha passato in rassegna tutti gli altri interventi che la maggioranza sta valutando di mettere in campo per procedere spedita nel processo di trasformazione digitale della pubblica amministrazione, come per esempio il cloud, su cui “siamo allineati – ha affermato – ai target posti dal piano nazionale di ripresa e resilienza”. Nel dettaglio, il prossimo target per il paese è fissato al 30 settembre, data in cui le 1.064 pubbliche amministrazioni locali dovranno aver definito il processo di migrazione.

Gli altri progetti

Un’altra novità riguarderà sempre PagoPa, che potrà disporre di una piattaforma per le notifiche digitali.Questo servizio – ha spiegato il sottosegretario – consentirà la progressiva digitalizzazione di tutte le comunicazioni a valore legale che le pubbliche amministrazioni inviano a cittadini e imprese”.

In tema di sanità, prosegue invece il lavoro del governo sul fascicolo sanitario elettronico. I prossimi step sono tre: entro giugno 2024 sarà realizzato l’ecosistema dei dati sanitari; entro dicembre 2025, l’85% dei medici di medicina generale alimenterà il fascicolo; entro fine 2026 dovranno averlo adottato tutte le regioni.

Per quanto riguarda i trasporti, sarà presto avviato il progetto mobility as a service, finanziato dal Pnrr con 40 milioni e dal Fondo complementare con altri 17. In tredici città e territori saranno lanciate delle piattaforme digitali che permetteranno ai cittadini di accedere a servizi di trasporto multimodali.

Il sottosegretario si è infine soffermato su un tema che negli ultimi mesi è stato molto discusso, quello delle identità digitali, ricordando che l’obiettivo dell’esecutivo a riguardo è “razionalizzare l’intero ecosistema” e valorizzare quanto è già stato realizzato. “Le principali azioni che stiamo realizzando – ha affermato – sono sei: la proroga e il rinnovo delle convenzioni con gli Id provider Spid; l’avvio della revisione dell’assetto normativo; l’individuazione delle misure necessarie per accelerare la diffusione della Cie; la definizione delle misure per valorizzare il patrimonio informativo pubblico, in particolare anagrafi e interoperabilità; la creazione e adozione di attributi qualificati digitali e la garanzia della cura degli interessi nazionali in ambito europeo”.

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Economia Tecnologia

ChatGPT, OpenAi mette in pausa l’ultimo modello

Author: Wired

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Italia

Il 31 marzo 2023 l’Italia ha imposto un divieto temporaneo su ChatGpt, dopo che il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un’indagine su possibili violazioni della privacy e per non aver verificato che gli utenti avessero almeno 13 anni. A seguito di questi interventi, il Garante ha dato due settimane di tempo a OpenAi per adeguarsi alle normative nazionali ed europee, così da poter ripristinare il servizio nel paese.

Francia

L’11 aprile 2023, la Commission nationale de l’informatique et des libertés (Cnil) cioè il garante della privacy della Francia, ha aperto un’indagine su ChatGpt, dopo aver ricevuto diverse denunce relative a presunte violazioni dei dati personali, a seguito dei provvedimenti presi in Italia.

Tuttavia, allo stesso tempo, il parlamento francese ha anche approvato l’uso di telecamere di sorveglianza biometriche a intelligenza artificiale durante le Olimpiadi di Parigi del 2024, nonostante gli avvertimenti secondo cui tale tecnologia rappresenterebbe una minaccia per le libertà civili.

Germania

Anche in Germania, il Garante per la protezione dei dati del paese ha aperto un’indagine per verificare se OpenAI stia violando il Gdpr.

Spagna

L’agenzia spagnola per la protezione dei dati (Aepd) ha avviato un’indagine preliminare su potenziali violazioni dei dati da parte di ChatGpt, lo scorso 13 aprile. L’agenzia ha anche chiesto l’intervento dell’organo di controllo della privacy dell’Unione europea di intervenire.

Unione europea

Sempre il 13 aprile, in seguito dell’iniziativa italiana e dei successivi interventi degli altri stati membri, il Comitato europeo per la protezione dei dati ha istituito una task force su ChatGpt. Si tratta del primo organo al mondo di questo genere e rappresenta un primo passo verso una definizione comunitaria delle regole relative al rispetto della privacy per le intelligenze artificiali.

Infatti, nessun paese ha chiesto un divieto generale di ChatGpt o delle Ia, spingendo invece per una regolamentazione europea di questi strumenti. Tale normativa, nota come Ai act è già in fase di sviluppo e punta a disciplinare tutti gli sviluppatori dei sistemi a intelligenza artificiale e il loro prodotti, classificandoli in base al tipo di rischio che comportano per la società, da basso a inaccettabile. Tuttavia, nella prima stesura, non erano ancora compresi i chatbot come ChatGpt e pertanto la normativa va velocemente aggiornata.

Regno Unito

Le autorità di Londra hanno deciso di non creare un nuovo organismo dedicato alla regolamentazione delle intelligenze artificiali, affidando il compito a quattro enti già strutturati, cioè quelli per la tutela dei diritti umani, della salute, della sicurezza e della concorrenza.

Stati Uniti

L’11 aprile l’amministrazione del presidente Joe Biden ha fatto sapere di aver avviato delle consultazioni pubbliche per studiare un pacchetto di misure per rendere responsabili gli sviluppatori delle intelligenze artificiali in caso di problemi.

Australia

Il governo australiano ha incaricato il principale organo scientifico del paese di formulare un parere preventivo su quali misure mettere in campo per regolamentare questi sistemi.

Giappone

Il Giappone non ha ancora assunto misure a livello nazionale, ma ha spostato la palla sul campo globale chiedendo di inserire il tema delle intelligenze artificiali nell’ordine del giorno del prossimo incontro del G7, previsto per il 29 e il 30 aprile 2023, che porti a emettere una dichiarazione ufficiale condivisa

Cina

L’11 aprile 2023, l’autorità di regolamentazione del cyberspazio cinese ha presentato al governo di Pechino una bozza di regolamento per gestire i servizi a intelligenza artificiale sviluppati dallo stato, che sta sostenendo le imprese leader nel settore per sviluppare modelli in grado di sfidare ChatGpt.

Canada

Il Garante per la privacy federale del Canada ha annunciato il 4 aprile l’avvio di un’istruttoria a carico di OpenAi, la startup che sviluppa il potente chatbot conversazionale. La mossa di Ottawa arriva a pochi giorni dalla sospensione temporanea del trattamento dei dati personali che il Garante italiano ha ordinato a ChatGPT, prima autorità al mondo a contestare il mancato consenso all’uso dei dati personale per l’addestramento dell’intelligenza artificiale generativa.

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Economia Tecnologia

Intelligenza artificiale: appello per bloccare per 6 mesi lo sviluppo

Author: Wired

Il cosiddetto scenario Terminator sta preoccupando i più importanti esperti di intelligenza artificiale (Ia) e i dirigenti del settore. Citando potenziali rischi per la società e per gli esseri umani, circa mille persone, tra cui Elon Musk e i ricercatori di DeepMind, progetto di Google, hanno chiesto di fermare per almeno sei mesi l’addestramento di tutte le IA più potenti di GPT-4, il più avanzato sistema di OpenAi.

“Negli ultimi mesi, i laboratori di Ia hanno cominciato una corsa fuori controllo per sviluppare e impiegare menti digitali sempre più potenti, che nessuno – nemmeno i loro creatori – è in grado di comprendere, prevedere o controllare in modo affidabile”, sostengono Musk, i ricercatori di DeepMind di Alphabet e altri esperti mondiali dell’intelligenza artificiale come il canadese Yoshua Bengio, il britannico Stuart Russel e l’italiana Francesca Rossi, global leader per l’etica dell’Ia in Ibm.

Assieme a loro, altri mille scienziati, dirigenti ed esperti hanno sottoscritto la lettera aperta pubblicata dal Future for life institute, un’organizzazione senza scopo di lucro, il cui scopo è tenere sotto controllo i potenziali rischi catastrofici ed esistenziali posti all’umanità dallo sviluppo delle nuove tecnologie e, in particolare, dalle intelligenze artificiali.

L’appello

Nel lanciare il suo allarme, la lettera sottolinea come i sistemi di intelligenza artificiale come ChatGPT stiano diventando sempre più competitivi con gli esseri umani, aprendo a una serie di domande fondamentali. Dobbiamo lasciare che le macchine inondino i nostri canali di informazione con propaganda e falsità? Dovremmo automatizzare tutti i lavori, compresi quelli più soddisfacenti? Dovremmo sviluppare menti non umane che alla fine potrebbero superarci di numero, essere più intelligenti, renderci obsoleti e sostituirci? Dobbiamo rischiare di perdere il controllo della nostra civiltà?” si legge.

E a questi interrogativi, fino a oggi quasi esclusivamente fantascientifici, gli esperti hanno dato una risposta molto chiara: Queste decisioni non devono essere delegate a leader tecnologici non eletti”. Un’affermazione che riporta sul piano politico un dibattito etico fondamentale sullo sviluppo e sul futuro dell’umanità.

“Pertanto – continua la lettera – chiediamo a tutti i laboratori di Ia di sospendere immediatamente per almeno 6 mesi l’addestramento di sistemi di aA più potenti di Gpt-4. Questa pausa deve essere pubblica, verificabile e deve includere tutti gli attori chiave. Se tale pausa non verrà attuata rapidamente, i governi dovrebbero intervenire per imporla”.

Pausa allo scopo di sviluppare e implementare “congiuntamente” una serie di protocolli di sicurezza condivisi, per rendere i sistemi di Ia più avanzati sicuri, interpretabili, trasparenti, robusti, allineati, affidabili e leali. Allo stesso tempo, i governi dovrebbero “accelerare drasticamente lo sviluppo di solidi sistemi di governance delle Ia”, istituendo nuove autorità di regolamentazione, controllo, monitoraggio e sorveglianza, in grado di affrontare i drammatici sconvolgimenti economici e politici (soprattutto per la democrazia) che saranno causati dalle Ia”.

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Tecnologia

Abbiamo sperimentato SOS emergenze con iPhone 14

Author: Wired

Parte oggi anche in Italia il servizio SOS emergenze di Apple. Da questa sera e gratuitamente per due anni dall’attivazione del telefono, i possessori di iPhone 14 e 14 Pro potranno sentirsi più sicuri. In caso di pericolo o di estrema necessità e in mancanza di segnale cellulare o wi-fi, la nuova funzionalità aiuterà l’utente a mettersi in contatto con i servizi di emergenza più indicati. Anticipiamo che la procedura è semplice e a portata di tutti. Bisogna solo leggere e seguire le breve indicazioni che appaiono durante le diverse fasi. Tutto il procedimento si conclude nell’arco di pochi minuti, quindi è praticabile anche se la batteria di iPhone è molto scarica.

Abbiamo effettuato il test di prova qualche giorno prima dell’attivazione ufficiale in Italia del servizio per capire l’esatto funzionamento. La simulazione del soccorso è avvenuta presso il parco di Monza, una delle poche aree naturali in una zona densamente urbanizzata in cui (in alcune parti remote) la copertura cellulare e wi-fi è praticamente assente. Isolati, quindi, in una radura in assenza di copertura di rete abbiamo tentato da iPhone 14 di chiamare il 112 per chiedere soccorso. Dopo pochi secondi, all’impossibilità di contattare i soccorritori, appare la scritta in automatico “Connessione assente. Prova a inviare un messaggio tramite satellite”. A questo punto, cercando di mantenere la calma, se nella realtà abbiamo urgente bisogno di soccorso, si clicca su “Messaggio di emergenza tramite satellite”

Subito compare una schermata che invita l’utente a tenere il telefono in mano, alla ricerca ottimale del segnale satellitare. Non serve sbracciarsi o tenere iPhone 14 in alto. Altre scritte rassicurano sul fatto che occorrerà del tempo e invitano l’utente a tenersi pronto per rispondere ad alcune domande per velocizzare i soccorsi. Sotto, infine, l’indicazione “Segnala un’emergenza” per dare il via alla procedura. Cliccando, si apre istantaneamente una nuova schermata che aiuta i soccorsi a identificare meglio il problema. Le variabili sono 5: “Problema con l’auto o altro veicolo”; “Malore o lesione”; “Reato”; “Persone Smarrite o intrappolate”; “Incendio”. Una volta cliccata la problematica specifica, nel caso per esempio del problema con l’auto si apre una nuova schermata che chiede di specificare chi ha bisogno di soccorso: “Io”; “Qualcun altro”; “Più persone.” A questo passaggio il servizio cerca di approfondire ulteriormente l’emergenza chiedendo all’utente di specificare se si tratta di: “Incidente stradale”; “Problema con un veicolo”; “Emergenza navale”; “Emergenza aerea”; “Altro”. Cliccando sul primo punto, il sistema chiede se ci sono persone intrappolate. 

Qualunque sia la risposta tra Si e No, SOS Emergenze chiede se vogliamo avvisare i nostri contatti di emergenza. L’operazione di inserimento del contatto d’emergenza da parte dei possessori di iPhone dovrebbe essere effettuato direttamente all‘acquisto di un iPhone. Al click della risposta positiva o negativa, si attiva la procedura di ricezione del segnale. Qui bisogna seguire la freccia che indica in quale direzione spostarsi per intercettare al meglio il segnale del satellite. In questo caso, se possibile, è bene allontanarsi da qualsiasi ostacolo come alberi, o muri. Il cielo sereno, tra l’altro, consente una connessione più veloce rispetto a un cielo nuvoloso. Passano alcuni minuti dal momento della connessione proprio per l’invio delle informazioni fornite dall’utente.