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Perché Padre Pio spopola su TikTok

Author: Wired

Un anno fa su Wired vi avevamo raccontato di come si potesse chattare con Padre Pio e i santi grazie all’intelligenza artificiale: in dodici mesi l’AI ha fatto – è il caso di dirlo – un vero e proprio miracolo. Sì, perché oggi quei messaggi possiamo sentirli direttamente dalla vera voce del santo. Proprio così: su TikTok, da meno di un annetto, ha iniziato a macinare views un profilo dedicato al mistico di Pietrelcina. Nei video condivisi dall’account “Francesco Forgione” (questo il nome secolare del religioso prima dell’ordinazione sacerdotale, ndr) è possibile ascoltare suoi messaggi “originali”: e non perché siano inediti, ma perché indotti dall’utilizzo degli strumenti AI.

Quella della clonazione vocale è una delle abilità già ben sviluppate dall’intelligenza artificiale ed è anche una delle più temute: facendo dire quello che si vuole a chi si vuole si rischia, per esempio, di essere vittima della truffa delle finte telefonate da parte di amici o parenti. In altri casi, invece, si può alterare quello che un politico dice durante un discorso oppure ancora, alterare la storia, come avvenuto per questo discorso di Hitler mai pronunciato. Ma torniamo all’account TikTok: nei video postati dal profilo “Francesco Forgione” la voce di Padre Pio è stata probabilmente campionata dalle varie registrazioni risalenti all’epoca in cui è vissuto. Su YouTube non è per niente difficile discorsi o del frate in audio o video: chi ha ideato il profilo dedicato a lui non deve aver fatto altro che darli “in pasto” all’intelligenza artificiale che, dopo averli assimilati, è stata in grado di generare nuovi messaggi da zero con la voce campionata.

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Esorcismi e preghiere a richiesta

Spiegato il meccanismo, andiamo a vedere qual è l’effettivo utilizzo di questi messaggi generati con l’AI. Il profilo è stato aperto a maggio del 2023: nei primi video pubblicati è lo stesso Padre Pio a chiedere agli utenti di TikTok di “commentare con il proprio nome per ricevere la benedizione personale”. Nel breve filmato che apre il su profilo si vede l’immagine del santo che sembra parlare: l’effetto, c’è da dirlo, è meno realistico rispetto a quello della voce, ma è sempre l’intelligenza artificiale a permettere a quello che di fatto è un santino di muovere le labbra in maniera sincronizzata rispetto alle parole. Il video, inoltre, è ovviamente geolocalizzato a San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia: qui, è dove il vero Francesco Forgione ha vissuto negli anni più discussi anche a livello mediatico e sempre in quest’area c’è una devozione maggiore nei confronti del frate. A confermarlo sono gli insights: più di 12 mila like, quasi 3 mila commenti, molti dei quali sono ovviamente nomi. Sotto il video, sono iniziati ad arrivare commenti che chiedevano preghiere e – quasi immediatamente -, il profilo di Francesco Forgione ha risposto alle richieste. “Giovanna – dice il Padre Pio realizzato con l’AI in un video di risposta a uno dei commenti con in sottofondo dell’Ave Maria di Schubert – ricorda che io sono qui per te, chiamami ogni volta che hai bisogno di parlare con qualcuno. Coraggio figlia mia, ti amo e ti benedico”.

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Perché la nuova canzone di Beyoncé ha invaso TikTok

Author: Wired

Ma da solo questo non basta a spiegare il perché attualmente Texas Hold ‘Em sia la colonna sonora di quasi 160mila video che nel complesso hanno raccolto milioni di visualizzazioni. La canzone è arrivata su TikTok in un momento in cui gran parte della musica è stata rimossa dalla piattaforma in seguito al mancato un accordo con Universal Music Group (Umg). A gennaio, dopo che le due società non sono riuscite a trovare una soluzione che soddisfacesse entrambe, la casa discografica ha ritirato da TikTok le canzoni di cui detiene i diritti, comprese quelle di artisti come Taylor Swift e Billie Eilish, lasciando senza audi i video che utilizzavano i loro brani Ma dal momento che la musica di Beyoncé è distribuita da Columbia/Sony, ora Texas Hold ‘Em occupa la quinta posizione della classifica Viral 50 di TikTok.

Quando la popstar ha lanciato il suo nuovo album, Act II, e pubblicato Texas Hold ‘Em e 16 Carriages, internet è entrata in fibrillazione di fronte alla prospettiva di un intero album country di Beyonce sul solco di Daddy Lessons, il brano tratto dal suo disco del 2016 Lemonade. Proprio grazie a Texas Hold ‘Em, martedì Beyoncé è diventata la prima donna di colore a debuttare in testa alla classifica country di Billboard. La sua nuova hit è stata ascoltata già quasi venti milioni di volte in streaming.

Anche se la musica che fa da sfondo ai video di TikTok non conta ai fini delle classifiche, non c’è dubbio che i balletti virali generino quell’entusiasmo che poi porta agli stream, alle vendite degli album e alla diffusione radiofonica. Beyoncé non ha (probabilmente) alcun controllo sulla querelle in corso tra TikTok e Ung e non aveva quindi modo di sapere se la disputa sulle licenze sarebbe stata ancora in corso al momento del lancio di Texas Hold ‘Em. La coincidenza però ha creato le condizioni perfette perché la sua ultima canzone diventasse la principale colonna sonora sulla piattaforma in questo momento. Il brano avrebbe sicuramente raggiunto queste vette in ogni caso, ma grazie alla minor concorrenza ora è diventato inarrestabile.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.

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Tecnologia

TikTok è la nuova televisione

Author: Wired

Dal 14 novembre c’è una nuova serie satirica: si chiama Cobell Energy ed è incentrata, come recita la sinossi ufficiale, su un’azienda petrolifera a conduzione familiare in lotta contro l’innovazione e gli attivisti, che “distrugge il pianeta per proteggere i propri interessi”. Non la troverete su Netflix, Amazon Prime, Disney+ o in altre piattaforme impegnate nella guerra dello streaming: potrebbe però spuntare sulla vostra sezione Per Te su TikTok, in mezzo a video di influencer che vi invitano a comprare prodotti improbabili oppure a non comprare affatto, e alle solite clip di persone che ballano, si truccano o fanno livestreaming.

La serie, prodotta dalla Yellow Dot Studios di Adam McKay, il regista di Don’t Look Up, è sbarcata contemporaneamente su TikTok, Instagram e YouTube. È composta da quindici brevi episodi a cadenza settimanale ed è stata girata in verticale, in modo da essere facilmente fruibile su smartphone. Come spiega Ari Cagan, regista e sceneggiatore della serie, Cobell Energy non ricorre nemmeno alle inquadrature tipiche degli show realizzati per la televisione. Invece, è piena di scene e dialoghi che si fanno notare sui social. L’idea, continua Cagan, è quella di far appassionare immediatamente gli spettatori.

Tutto quello che oggi ci arriva è all’interno di questo flusso ed è usa e getta, ed è davvero facile abituarsi all’idea che basti limitarsi a fare una cosa con un aspetto e un suono poco curato”, spiega Cagan. Cobell Energy cerca di non cadere in questa tentazione. A differenza delle serie in streaming di qualità simile, tuttavia, la popolarità dello show dipenderà dai capricci degli algoritmi di TikTok e Instagram: “Penso che gli utenti siano molto più propensi a soffermarcisi, anche se è tutto un po’ più lento”, osserva il regista.

Non è la prima volta che Hollywood prova la via dei video brevi pensati per i dispositivi mobili, come dimostra il disastro di Quibi, la piattaforma fallita clamorosamente nel 2020 nonostante il coinvolgimento di alcuni attori di primo piano. Ma nell’ultimo anno la tendenza a guardare su TikTok serie televisive e film, anche datati, ha guadagnato terreno. Sul social è facile imbattersi in spezzoni di Call the Midwife, Chicago Med, Sex and the City, insieme a innumerevoli altre serie e film misconosciuti. Il mese scorso Paramount Pictures ha addirittura sostenuto il trend, mettendo a disposizione degli spettatori per un giorno la versione integrale di Mean Girls.

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Economia Tecnologia

Le big tech devono molte spiegazioni all’Europa

Author: Wired

Una dopo l’altra, tutte le grandi società tecnologiche stanno cadendo sotto la lente del Digital services act (Dsa), il regolamento dell’Unione europea che disciplina i servizi digitali in maniera molto più stringente del passato, per meglio tutelare utenti e consumatori. Dopo aver richiamato le cinesi Aliexpress e TikTok, così come Meta e YouTube, la Commissione europea ha messo nel mirino Amazon, chiedendo formalmente maggiori informazioni sulle misure a tutela dei consumatori.

Le nuove disposizioni del Digital services act entrate in vigore a fine agosto, tra le altre cose, impongono alle principali piattaforme online di eliminare contenuti o prodotti illegali e dannosi, se non vogliono incappare in pesanti multe pari fino al 6% del loro fatturato globale. Nel caso di Amazon, la Commissione ha richiesto di essere informata sulle misure adottate per ottemperare agli obblighi del Dsa relativamente alla diffusione di prodotti illegali e la tutela dei diritti fondamentali.

Il gigante dell’-commerce avrà tempo fino al 6 dicembre 2023 per fornire tutte le informazioni richieste alla Commissione. Sulla base di quanto ricevuto e a seconda della valutazione di conformità rispetto agli obblighi europei, l’esecutivo deciderà cosa fare nelle fasi successive. Nell’eventualità in cui l’azienda non abbia fornito informazioni adeguate, non abbia adottato le misure richieste dal Dsa o non risponda entro i termini stabiliti, potrà venire aperto contro Amazon un procedimento formale, ai sensi dell’articolo 66 del regolamento, che può portare la compagnia a essere sanzionata.

La stessa identica ingiunzione è stata formulata, lo scorso 6 novembre, anche contro Aliexpress, sempre in materia di protezione dei consumatori dalla diffusione di prodotti illegali o non sicuri venduti all’interno dell’Unione europea, comprese medicine e prodotti farmaceutici falsi. Un problema di portata sempre più vasta, secondo la Commissione.

Oltre all’ecommerce, il Digital services act opera anche a tutela del settore dell’informazione e negli ultimi mesi la Commissione ha richiamato anche Meta (a cui fanno capo Facebook, Instagram e Whatsapp), TikTok, YouTube e Snap chiedendo di spiegare che misure hanno messo in campo per salvaguardare i minori online e contrastare la disinformazione, la diffusione di contenuti violenti, legati al terrorismo o incitamenti all’odio

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Tecnologia

Su TikTok c’è chi sfrutta la guerra tra Israele e Hamas per far soldi

Author: Wired

Per quanto ha avuto modo di osservare Wired US, i due contendenti non sembravano avere legami con i territori che sostenevano di rappresentare, e nessuno di loro ha manifestato l’intenzione di donare il denaro guadagnato alle persone colpite dalla crisi.

Le battaglie tra influencer online sono una caratteristica dei servizi di streaming almeno dal 2016, in particolare in Cina, anche se sulla maggior parte delle altre piattaforme i partecipanti devono completare dei compiti o sfoggiare un’abilità per vincere un incontro. Su TikTok, invece, questi scontri sono basati per lo più sulle urla.

I live match, conosciuti anche come player knockout or Pk battle, sono presenti su TikTok almeno dal 2021 (anche se non ne vengono citati nella pagina web dove l’azienda descrive il funzionamento del livestreaming). Nonostante sia disponibile da più di due anni, la funzione non è molto conosciuta e per i non addetti ai lavori le battaglie su TikTok possono sembrare insensata, con contatori degli spettatori, adesivi e commenti infiniti che affollano lo schermo mentre i due creator sbraitano nel tentativo di convincere i loro follower a inviare altri regali.

Invece di portare avanti argomentazioni coerenti sui diritti degli israeliani o dei palestinesi nel contesto della crisi in corso, gli streamer gridano il nome della parte che rappresentano o urlano commenti come: “Mi piace, mi piace, mi piace” e “Seguimi.

Le dirette osservate da Wired US sono state seguite da migliaia di utenti. Poco prima della pubblicazione di questo articolo, una notifica push mostrava che gli streamer stavano andando nuovamente in diretta. I due creator non hanno risposto alle richieste di commento di Wired.

L’aumento dei Live match su TikTok relativi alla guerra tra Israele e Hamas è stato evidenziato per la prima volta da Abbie Richards, ricercatrice dell’Accelerationism research consortium specializzata nel monitoraggio della disinformazione su TikTok. “Si tratta di persone reali che inviano denaro vero ai TikTokker per manifestare il loro sostegno al concetto di Israele o Palestina – ha detto Richards in un video postato su Instagram questa settimana. Ma sapete chi ci guadagna davvero? TikTok, che si prende circa la metà dei soldi che i creator guadagnano con le dirette. Tutto questo non aiuta nessuno, tranne questi truffatori e TikTok. È disgustoso“. TikTok non ha risposto alla richiesta di commento di Wired US.

L’economia dei Live match

Su TikTok molti creatori utilizzano i livestream dell’app per generare reddito, e alcuni streamer trasmettono addirittura tutta la loro vita sulla piattaforma. La funzione Live match è invece poco conosciuta e il suo bizzarro funzionamento spinge i partecipanti a incitare i loro follower a donare il maggior numero possibile di regali per permettere loro di “vincere”.