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Corso sistemista Cisco e certificazione CCNA in offerta a 15 euro invece di 200

Author: IlSoftware.it

Nelle pagine de IlSoftware.it abbiamo offerto numerose guide e suggerimenti in tema di networking.
Da quest’oggi proponiamo ai nostri lettori un’occasione unica per la propria crescita professionale: il corso completo per prepararsi alla certificazione CCNA e diventare Sistemista di Rete è in offerta a 15 euro invece di 200 euro.

La Certificazione Cisco CCNA (Cisco Certified Network Associate) attesta le competenze dello specialista di networking, capace di installare, configurare e manutenere reti cablate di media dimensione, distribuite sia in ambito locale (LAN) sia su collegamenti geografici (WAN).

La CCNA di Cisco è quindi la certificazione più qualificante per chi aspira a svolgere la professione di Network Specialist, Network Administrator e Network Support Engineer. Utilissima per proporsi nel mondo del lavoro, la certificazione CCNA può essere ottenuta molto più facilmente seguendo il corso “quasi gratuito” che vi offriamo: per seguirlo non è necessario alcun requisito; basta conoscere soltanto le basi della navigazione online e avere voglia di imparare.
Il corso completo per prepararsi alla certificazione CCNA e diventare Sistemista di Rete affronta gli argomenti più utili sia da un punto di vista teorico che pratico.
Alla fine del corso si potranno vantare solide basi teoriche su networking e tecnologie di rete Cisco nonché competenze pratiche per la configurazione degli apparati di rete.

Corso sistemista Cisco e certificazione CCNA in offerta a 15 euro invece di 200

Le nozioni apprese potranno quindi essere sfruttate per affrontare gli esami di certificazione Cisco ICND1, ICND2 e CCNA.
Durante il corso si possono eseguire simulazioni di esame e verificare il funzionamento degli apparati di networking grazie a Cisco Packet Tracer e GNS3.

Come diventare sistemisti Cisco ed esperti di networking

Udemy, nota piattaforma per l’online learning (vanta ben 17 milioni di studenti iscritti in oltre 190 Paesi), con un’offerta formativa davvero impressionante, sta investendo convintamente anche sull’Italia.

Il corso che vi proponiamo consente di “spiccare il volo” nell’ambito delle reti informatiche, anche non disponendo oggi di alcuna particolare competenza, e ottenere la certificazione CCNA che funge da “trampolino di lancio” per tutte le eventuali successive specializzazioni.
Nella “piramide” delle competenze Cisco, la certificazione CCNA corrisponde già al livello Associate (il secondo dal basso verso l’alto): rappresenta quindi un ottimo step per proporsi efficacemente alle realtà d’impresa.

Corso sistemista Cisco e certificazione CCNA in offerta a 15 euro invece di 200

Le varie videolezioni sono incentrate sulle reti LAN ed Ethernet, switching, indirizzamento IPv4 ed implementazione di reti IP/routing, servizi IPv4, IPv6, network management, Spanning Tree Protocol, IPv4 Routing Protocol, protocolli WAN, VPN, QoS, Redundant First-Hop Routers, cloud computing e reti SDN.

Il corso è stato ideato per Udemy da Accademia Domani, importante realtà di formazione italiana che assiste direttamente gli studenti nella sezione “Domande&Risposte” all’interno della stessa piattaforma Udemy.

Tra i benefit del corso Udemy – interamente in italiano – per diventare sistemisti Cisco citiamo l’accesso a vita, aggiornamenti e ampliamenti costanti inclusi nel prezzo, contatto diretto col docente attraverso la sezione “Domande&Risposte” nonché la possibilità di chiedere il rimborso entro un mese dall’iscrizione.

Il corso completo per prepararsi alla certificazione CCNA e diventare Sistemista di Rete è in offerta per 4 giorni a 15 euro, con un eccezionale sconto del 92%.

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Core i3-8350K su scheda madre Z170! Sogno o son desto?

Author: Manolo De Agostini Tom’s Hardware

In qualche notizia l’avevamo scritto, quasi per scherzo, ma qualcuno in Cina è riuscito a far funzionare un processore Coffee Lake su una motherboard Z170.

Come abbiamo spiegato più volte, le ultime CPU Intel sono compatibili solo con i chipset della serie 300, per ora quindi solo con lo Z370. Sul perché vi sia questa limitazione, si è dibattuto a lungo e alla fine sembra – e ripetiamo sembra – che tutto sia da ricondursi a una precisa scelta di Intel (questa almeno è la tesi di un manager Asus).

Intel I3 8350K Z170 motherboard 3
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Tornare su quell’argomento non è però importante, dato che la realtà dei fatti è (ahinoi) ben nota. Il modder che è riuscito nell’impresa ha usato una scheda madre MSI Z170A Xpower Titanium, un prodotto di fascia alta, e un processore Core i3-8350K, dimostrando il corretto avvio di Windows. Come ha fatto? Modificando BIOS e microcode, cosa non certo per tutti.

Detto questo, la mod non permette al processore di funzionare al massimo delle sue potenzialità. Per esempio la GPU integrata non è disponibile e persino lo slot PCIe primario sulla motherboard non funziona, probabilmente a causa di qualche problema nei driver. Non è detto che con maggior lavoro non si possano risolvere anche questi inconvenienti, ma per ora le cose stanno in questo modo.

Intel I3 8350K Z170 motherboard 2
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Non sembra esserci alcun tipo di modifica hardware richiesta, dato che il socket LGA 1151 è praticamente identico a quello delle motherboard Z170/Z270, a parte qualche pin attivo in più che secondo Intel serve per erogare al meglio l’energia ai nuovi processori.


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Come trasformare un router in un access point WiFi

Author: IlSoftware.it

In ufficio, in azienda o anche a casa, potrebbe risultare utile installare un access point WiFi per coprire zone dell’edificio dove si necessita della connessione wireless ma il segnale del modem router principale fa molta fatica ad arrivare.

Il router WiFi, si sa, dovrebbe essere installato più o meno al centro dell’edificio e lontano da elementi che possono bloccare la diffusione del segnale. Elementi in metallo, cementi, intonaci e vetri antiproiettile rappresentano ostruzioni quasi invalicabili per il segnale (soprattutto le strutture metalliche). Ma è opportuno ricordare che anche delle semplici carte geografiche possono costituire delle vere e proprie barriere per la corretta propagazione del segnale WiFi.
Non si dovrebbe poi mai posizionare il router WiFi negli interrati o in posizione largamente decentrata rispetto alle aree da servire.
Nell’articolo Segnale WiFi come amplificarlo e aumentare la copertura abbiamo pubblicato alcuni suggerimenti per migliorare la copertura della rete WiFi.

In alcuni casi, però, potrebbe non essere possibile riposizionare il router WiFi o comunque vi è la necessità di coprire con il segnale WiFi un’area più ampia.
Se si fossero passati dei cavi Ethernet (Cavi ethernet: differenze e caratteristiche) dal router WiFi alle prese a muro dislocate nei vari ambienti, si può collegare un dispositivo in corrispondenza di una presa Ethernet e usarlo come access point.

Trasformare un router in un access point WiFi

Per creare un access point WiFi ed estendere il raggio di copertura della propria rete wireless, non è indispensabile acquistare nuovi dispositivi. Spesso si può infatti ricorrere a un router, anche se non recentissimo, e trasformarlo in un access point WiFi.

Nella stragrande maggioranza dei casi i router disponibili sul mercato, soprattutto quelli economici, non permettono di essere configurati come access point WiFi.
In altre parole, collegandoli con un cavo Ethernet al router principale, essi creeranno una rete separata, nascondendola dal resto della LAN. I dispositivi collegati direttamente al router principale, via cavo Ethernet o WiFi, non potranno – ad esempio – accedere alle risorse condivise dai dispositivi connessi al router a valle.
La subnet separata (Subnet mask, cos’è e a che cosa serve) spesso non è ciò che si desidera quando all’interno della propria rete locale si volessero raggiungere tutti i dispositivi client, indipendentemente dal router al quale essi sono collegati.

Come trasformare un router in un access point WiFi

Com’è possibile risolvere?

Se il router non potesse essere configurato come access point usando il firmware originale del produttore, il nostro consiglio è quello di installarvi il firmware libero DD-WRT.

DD-WRT implementa infatti diverse funzioni generalmente non gestite dal firmware del produttore: regolazione della potenza radio, WDS, IPv6, QoS avanzato, RADIUS, possibilità di overclocking, routing statico, gestione di reti VPN e molto altro ancora.
Tra gli altri vantaggi di DD-WRT, vi è poi la possibilità di configurare liberamente le funzionalità di networking facendo diventare un access point WiFi un dispositivo che era originariamente progettato per fungere solo da router.

Il primo passo consiste nel verificare la disponibilità di un firmware DD-WRT compatibile con il dispositivo in proprio possesso.
Per procedere, basta portarsi in questa pagina quindi digitare il modello del device.
Il sito web di DD-WRT indicherà se il dispositivo è supportato o meno (colonna Supported) e se quindi è possibile installare il firmware personalizzato in sostituzione di quello originale del produttore.
Consigliamo però di fare un controllo anche sul sito FTP del progetto DD-WRT, raggiungibile cliccando qui: si troveranno così firmware aggiornati anche per prodotti non citati nel sito principale.

Grande attenzione deve essere riposta sul numero di versione del dispositivo: basta esaminare quanto stampato sull’etichetta applicata sul dorso del device. Se – accanto al modello – non figura nulla, di certo si tratta della prima versione “v1”; viceversa, compariranno indicazioni esplicite come v2, v3, v4 e così via.

Come trasformare un router in un access point WiFi

Cliccando sulla versione del firmware corretta, la si potrà scaricare e installare sul proprio dispositivo. Per procedere, basta effettuare il download del file .IMG, accedere al pannello di amministrazione del router, portarsi nella sezione che permette il caricamento manuale di aggiornamenti firmware e selezionare il file appena scaricato.
L’applicazione del firmware impiegherà diversi minuti per poter essere portata a compimento. In questa fase bisognerà assicurarsi di non spegnere il dispositivo e che non venga a mancare l’alimentazione elettrica.

Dopo l’avvenuta installazione del firmware DD-WRT, per trasformare il router in access point WiFi, basta attenersi ai seguenti passaggi:

1) Collegare un PC desktop o un notebook mediante cavo Ethernet a una porta LAN del router sul quale si è installato il firmware DD-WRT.

2) Da PC Windows aprire il prompt dei comandi e digitare quanto segue:

ipconfig /release
ipconfig /renew

3) Nella barra degli indirizzi del browser digitare http://192.168.1.1 per collegarsi al pannello di amministrazione del router DD-WRT.

4) Dopo aver impostato un nome utente e una password per l’accesso al pannello di amministrazione di DD-WRT, portarsi nella sezione Setup, Basic setup e porre il menu a tendina WAN Connection Type su Disabled.

5) Poco più sotto, impostare 192.168.1.254 come indirizzo IP del router oppure 192.168.0.254, a seconda della classe utilizzata sul router principale.
L’indirizzo IP del router DD-WRT deve essere scelto all’infuori dall’intervallo di assegnazione del server DHCP configurato sul router principale.
Come subnet mask si potrà lasciare 255.255.255.0 o comunque quella utilizzata sul router principale.

6) Disattivare il server DHCP sul router DD-WRT (porre su Disable l’opzione DHCP server). Dal momento che un server responsabile dell’assegnazione, su richiesta, degli indirizzi IP ai client è già in esecuzione sul router principale, il DHCP del router DD-WRT va assolutamente disattivato per evitare conflitti di IP.

7) In corrispondenza delle voci Gateway e Local DNS (quindi su entrambe), si dovrà inserire l’IP privato del router principale (ad esempio 192.168.1.1 o 192.168.0.1).

8) Cliccare su Save per memorizzare la configurazione di DD-WRT sul router.

9) A questo punto, facendo clic su Setup, Advanced routing, si dovrà modificare la modalità operativa scegliendo Access point (ricordandosi di salvare l’intervento con un clic su Save).

10) Nella sezione Services, si dovranno disattivare le voci DNSMasq mentre in Security, Firewall disabilitare tutte le caselle ad eccezione di Filter multicast.

11) Configurare la sezione WiFi di DD-WRT impostando gli SSID delle reti WiFi (banda 2,4 GHz ed eventualmente banda 5 GHz ove supportata) e definendo algoritmi crittografici (ad esempio WPA2-PSK) e password da usare per la connessione.

12) Come ultimo passo, sempre nella parte finale della schermata, bisognerà rendere operative le modifiche cliccando sul pulsante Apply settings.

13) A questo punto, si dovrà digitare da prompt dei comandi, nuovamente:

ipconfig /release
ipconfig /renew

Suggeriamo di verificare che tutte le impostazioni siano state correttamente salvate (per accedere al pannello di amministrazione dell’access point DD-WRT, si dovrà digitare http://192.168.1.254 o http://192.168.0.254 nella barra degli indirizzi del browser, a seconda dell’IP statico precedentemente assegnato al dispositivo).

14) Connettere il cavo Ethernet collegato a una porta LAN del router principale alla porta WAN/Internet del router DD-WRT.

15) A questo punto, i dispositivi client collegati via WiFi o via cavo Ethernet all’access point DD-WRT potranno navigare senza problemi e collegarsi anche agli altri device connessi al router principale.

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French stop surrendering to Apple

Author: edfu777 [AT] hotmail [DOT] com (Nick Farrell) Fudzilla.com – Home

Peasants fed up with being told to eat gateau

It seems that French peasants are revolting at the way that the fruity cargo cult – Apple – is being allowed to avoid paying tax while they are being told to eat cake.

Activists stormed and occupied several Apple Stores in France on Saturday in a move aimed at pressuring the company to pay up on a €13 billion ($ 15.5 billion) tax bill to the European Union.

In a press release, the France unit of the Association for the Taxation of Financial Transactions and Citizen’s Action organization (Attac), said 100 of its members occupied the Opera Apple Store in Paris, demanding the company pay its taxes.

Attac said dozens of protests were organised at other Apple store locations throughout France on Saturday. In the Paris store, activists were seen via videos circulating on Twitter, pushing past security and hanging a banner that said: “We will stop when Apple pays.” Security in Paris reportedly evacuated Apple workers from the building as those protests began.

After three hours they left the store — leaving behind protest messages on the iPads on display. The group claims that Apple has stashed $ 230 billion in tax havens around the world, but also hopes to raise awareness about other issues.

Attac said: “The action was part of the #PhoneRevolt movement aimed at highlighting unfair practices by Apple, that are not just about taxes, but also pollution via extraction of metals for its phones, worker exploitation and driving a global consumption binge.”

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HiJackThis: risorge il noto strumento per risolvere problemi sul sistema

Author: IlSoftware.it

Ormai quasi tre anni fa sconsigliavamo l’utilizzo di HiJackThis, strumento che una volta era “un must” per far luce sui programmi in esecuzione sul PC e sull’esistenza di problematiche dovute a malware e software potenzialmente nocivi: Usare HijackThis ha ancora senso?.

Dopo l’acquisizione da parte di Trend Micro, nel lontano 2007, HiJackThis non è stato più aggiornato e nel 2012 l’azienda decise di renderne pubblico il codice sorgente: Trend Micro pubblica il codice sorgente di HijackThis.

Ciò che molti non sanno è che la pubblicazione del sorgente di HijackThis ha permesso di dare impulso alla nascita di molteplici nuovi progetti. Il migliore è HiJackThis Fork v3, un programma che mantiene le caratteristiche originali di HiJackThis, amplia le funzionalità del software “padre” e garantisce piena compatibilità con tutte le versioni di Windows, comprese quelle a 64 bit.
HiJackThis Fork v3 può essere quindi utilizzato dagli utenti più smaliziati accanto a utilità come Autoruns: vedere, a tal proposito, gli articoli Come velocizzare il PC in poche mosse e Ottimizzare PC: quali sono gli strumenti più efficaci.

Il fork di HiJackThis che vi presentiamo è particolarmente efficace e ben riuscito: esso conserva infatti la semplicità d’uso del predecessore anche se, prima di effettuare variazioni, è fondamentale sapere ciò che si sta facendo.
HiJackThis, infatti, non si pronuncia sulla natura degli elementi software mostrati nei risultati della scansione: oggetti perfettamente legittimi, quindi, possono essere eventualmente mescolati a componenti ascrivibili all’azione di malware, software indesiderati o potenzialmente dannosi.

Se si sa come e dove mettere le mani, il nuovo HiJackThis Fork v3 si conferma un software potente e versatile.

HiJackThis: il ritorno come fork del progetto originale

Il nuovo HiJackThis, così come la versione originale, effettua una scansione delle aree del sistema operativo più “infestate” dai componenti indesiderati e permette all’utente di rimuovere le singole voci (che provocano il caricamento di malware e PUP, potentially unwanted programs) semplicemente spuntando la casella corrispondente e cliccando sul pulsante Fix checked.

HiJackThis: risorge il noto strumento per risolvere problemi sul sistema

Peccato che ancora il fork di HijackThis non nasconda per default alcune voci certamente legittime come i riferimenti a OneDrive (nelle sezioni O21 e O21-32), le attività programmate certamente benigne come l’updater di Chrome, di BitLocker, di Acrobat, delle stampanti (sezione O22) o i servizi di sistema noti e assolutamente da tenere in piedi (O23).

HiJackThis: risorge il noto strumento per risolvere problemi sul sistema

HiJackThis, per impostazione predefinita, crea un backup di tutti gli elementi rimossi nella sezione accessibile cliccando sul pulsante Config quindi su Backups.

HiJackThis: risorge il noto strumento per risolvere problemi sul sistema

Come novità rispetto al vecchio HiJackThis, il fork che vi proponiamo offre diversi pratici strumenti richiamabili dal menu Tools.
Con la voce Registry, Key unlocker, i più esperti possono assumere il controllo delle chiavi del registro che non risultassero direttamente modificabili mentre cliccando su Files, Unlock & delete files, si potrà disporre la cancellazione di quegli elementi che risultassero ineliminabili: Non riesco a cancellare un file: soluzione per un problema molto comune.

HiJackThis: risorge il noto strumento per risolvere problemi sul sistema

Utilissimi anche Uninstall manager, Process manager e StartupList: si tratta di tre funzioni che permettono di gestire la rimozione dei programmi installati (compresa l’eliminazione di voci orfane ancora presenti nella finestra Programmi e funzionalità di Windows), un gestore dei processi in esecuzione e un modulo per ottenere informazioni dettagliate su tutti gli oggetti caricati automaticamente all’avvio del sistema operativo.

HiJackThis: risorge il noto strumento per risolvere problemi sul sistema

HiJackThis Fork v3 è un programma che non richiede installazione: consigliamo di salvarlo in una cartella di propria scelta, sul PC in uso.
Al primo avvio, Windows SmartScreen mostrerà un messaggio di avviso: per avviare HiJackThis basta fare clic su Ulteriori informazioni quindi su Esegui comunque.

HiJackThis: risorge il noto strumento per risolvere problemi sul sistema

HiJackThis Fork v3
Licenza: software libero (licenza GNU GPL)
Download: Download da GitHub
Compatibile con: Windows 10 / 8.1 / 8 / 7 / Vista / XP / 2000