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Intercettazioni e trojan, quanto ci costano

Author: Wired

Passando alle intrusioni nei dispositivi, le intercettazioni telematiche passive dei dati che passano su un dispositivo (cosiddetto sniffing) costano 10 euro al giorno. La sola caccia alle email 3 euro al dì. Mentre se si programma un’intercettazione attiva, con l’obiettivo di raccogliere, tra le altre cose, audio e video, lista delle chiamate, lo stato della batteria e la localizzazione wifi e gps, si viaggia sui 150 euro. Per uno smartphone Android il listino prevede intrusioni nelle chat di Whatsapp (wattsapp nel testo del ministero!), Viber, Signal e Facebook Messenger. È assente Telegram. Mentre per iOs il listino prevede solo l’intrusione nelle chat Whatsapp (sempre con il refuso di cui sopra). 

È prevista anche una voce ad hoc sui servizi di spionaggio di pc Microsoft (mentre non si menziona Apple). Nello specifico, l’intrusione prevede la raccolta di file, cartelle, audio e video, la cronologia di navigazione, credenziali di accesso ai programmi di posta elettronica e la registrazione di chiamate via Skype. Con 250 euro al giorno si può pagare un’infezione “on site o da remoto, con “supporto tecnico altamente qualificato” o un’installazione ambientale. Ma solo se vanno a segno. La localizzazione gps, con incluso “tablet inseguitore”, costa 30 euro. 

Poi c’è l’ampia gamma dei video: la microspia piazzata su una persona o su un oggetto costa fino a un massimo di 120 euro, mentre la sorveglianza fissa interna o esterna viene 70 (con l’obbligo di raccogliere i dati sui server della Procura). Un video di breve distanza costa 100 euro, 140 se da lunga distanza. Costa 40 euro a colloquio lo spionaggio dentro un carcere. Montare una telecamera o una periferica tra le 8 del mattino e le 20 costa 250 euro, 350 euro se di notte. Il tariffario prevede anche i prezzi delle batterie per microspie (20 euro) e video (30), e per la riproduzione di chiavi: 1.000 per le serrature classiche, 1.500 per quelle con “doppia mappa a pompa” e 2.000 per quelle di alta sicurezza. I canoni sono scontati del 10% dal 41esimo giorno di noleggio. Dopo due mesi si passa al 20%, 30% dopo quattro mesi e 50% a sei. Dopo un anno lo sconto è dell’80%. Hardware e software non devono essere in commercio da più di tre anni.

article imageCome il ministero della Giustizia gestirà le nuove intercettazioni

Questione di privacy

Nell’ultimo quinquennio, stando alla relazione tecnica del Senato, in Italia sono stati intercettati circa 130mila bersagli ogni anno. L’85% con intercettazioni telefoniche, che in media richiedono due mesi di lavoro per i fornitori, il 12% con microspie ambientali e il 3% con sistemi telematici (per i quali servono circa 73 giorni di lavoro). Tuttavia, come riferisce Domani, per l’ingegnere e consulente informatico delle Procure Roberto Reale (che ha seguito il caso dell’ex componente del Consiglio della magistratura Luca Palamara), audito dalla Commissione giustizia del Senato proprio sulla riforma delle intercettazioni voluta dall’attuale Guardasigilli Carlo Nordio, “oggi in Italia è impossibile sapere quanti trojan sono attivi e per quanto tempo lo siano stati”.

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Musei d’Europa, quanto costa entrare nei più importanti

Author: Wired

Dal primo marzo 2023, il biglietto per visitare il museo degli Uffizi costerà 25 euro invece che 20, a causa del caro energia e dei rincari nel settore edilizio. La misura è stata accolta con favore dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, secondo cui il provvedimento sarebbe in linea con i prezzi medi degli altri musei in Europa. Abbiamo scoperto che non è proprio così.

“Penso che sia giusto, dobbiamo adeguarci agli standard europei. Mediamente, i grandi siti europei costano di più – ha detto Sangiuliano in una dichiarazione riportata da Fanpage -. Penso che l’aumento risponda anche a una questione per così dire morale”. Tuttavia, facendo un giro sui siti di alcuni dei più importanti musei d’Europa, è facile scoprire che le cose non sono esattamente come le descrive il ministro.

Gennaro SangiulianoMentre la cultura è a pezzi, il ministro Sangiuliano vuole usare Spid per mandarci al cinema

Siae fotografa lo stato crisi del settore degli spettacoli e dello sport dopo due anni di crisi. La risposta del ministro della Cultura sono 10 milioni ai cinema “per vedere film italiani

Londra e Madrid

Cominciamo con il Regno Unito, dove sia l’importantissimo British Museum che il Tate Modern sono gratuiti per tutti i visitatori e le visitatrici. In Spagna il biglietto intero per il meraviglioso museo del Prado di Madrid costa 15 euro e tutte le visite tra le 18 e le 20, nei giorni feriali, e dalle 17 alle 19, nei giorni festivi, sono assolutamente gratuite. Sempre nella capitale spagnola, l’ingresso al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia costa al massimo 16,50 euro e il pacchetto per visitarlo due volte in un anno solo 18.

Parigi

A Parigi il biglietto d’ingresso al Louvre, primo museo al mondo per numero di visitatori, costa al massimo 17 euro. Inoltre, l’ingresso è gratis per tutte le persone con meno di 18 anni e per tutti i residenti nell’Area economica europea fino ai 26 anni. Sempre a Parigi, il bellissimo Musée d’Orsay costa da un massimo 16 euro, fino a un minimo di 10 per le visite serali del giovedì.

Da sinistra: Francesco Giubilei, Vittorio Sgarbi, Gennaro Sangiuliano, Beatrice Venezi e Alessandro GiuliTutti gli “uomini” del ministro della Cultura Sangiuliano

Di tutti i ministeri del governo Meloni, quello che si è distinto per le nomine più “rumorose” è quello della Cultura. Da Sgarbi a Venezi, da Giuli a Giubilei. L’obiettivo? Rendere il cosiddetto “sovranismo” un’egemonia culturale

Amsterdam e Stoccolma

In Olanda, invece, i prezzi cominciano ad aumentare, con un biglietto intero da 20 euro per il museo di Van Gogh e da 22,50 euro per il Rijksmuseum, entrambi ad Amsterdam. A Stoccolma per visitare il museo Vasa, dove si può vedere una nave del XVII secolo rimasta intatta, vengono chiesti 15 euro.

Berlino

Nella capitale della Germania l’ingresso al Pergamonmuseum, tra i più importanti musei archeologici al mondo, costa al massimo 12 euro. Mentre si sale a 19 per visitare l’intero complesso museale dell’Isola dei musei, cioè la parte settentrionale dell’isola della Sprea dove sorgono ben cinque dei musei statali di Berlino.

Roma e Atene

La visita all’intero Parco archeologico del Colosseo a Roma, che comprende il Colosseo, il Foro Romano e il colle Palatino costa al massimo 18 euro. Sempre a Roma, ma in un altro stato, l’ingresso ai musei Vaticani costa al massimo 17 euro. E infine, in Grecia, il prezzo per accedere al museo dell’Acropoli ad Atene è di soli 15 euro, in alta stagione.

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Primarie Pd, cosa sappiamo sul voto online

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Il Partito democratico (Pd) ha ammesso il voto online per le primarie. La Direzione nazionale del partito, riunita l’11 gennaio, ha approvato le nuove regole sulle votazioni comprendendo anche il voto digitale, ma solo per alcune categorie di elettori ed elettrici. La direzione nazionale del partito che ha approvato le nuove regole per le primarie, in calendario il 26 febbraio, si è conclusa con 9 astenuti e un contrario.

La situazione:

  1. Chi può votare online alle primarie
  2. I contrari
  3. I favorevoli
  4. La piattaforma per il voto online

Chi può votare online alle primarie

Potranno votare online solo le persone che si registreranno per partecipare alle primarie entro il 12 febbraio 2023 e che vivano all’estero, siano studenti o studentesse fuori sede, abbiano disabilità o vivano in zone isolate e lontane dai gazebo. Questi paletti sono stati necessari per trovare una mediazione tra le diverse anime del partito.

I contrari

Tra i contrari al voto online si trovava infatti la metà dei candidati alla segreteria, cioè l’ex ministra dei Trasporti Paola De Micheli, che guida la corrente Rigenerazione democratica, composta da molti amministratori locali, e il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, tra le fila di Base riformista, la corrente guidata dall’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini e composta da numerosi ex renziani.

I favorevoli

Promotrice del voto online è stata invece l’ex europarlamentare Elly Schlein, appoggiata dalla corrente Area Dem, guidata dall’ex ministro della Cultura Dario Franceschini. Mentre il deputato Gianni Cuperlo, leader della corrente Radicalità per ricostruire, ha sostenuto la proposta fin dalle prime fasi. Alla fine i contrari sono stati convinti grazie al compromesso proposto da Bonaccini, che ha limitato il voto online alle categorie elencate nei paragrafi precedenti.

La piattaforma per il voto online

Nonostante il Pd sia riuscito a superare questo primo scoglio, non sono state ancora decise la piattaforma che verrà impiegata per il voto online e le modalità di voto. A sorpresa, come si legge sul Foglio, i primi a offrire uno strumento al Pd sono stati Enrica Sabatini e Davide Casaleggio, compagni di vita e fondatori di Camelot, la piattaforma di partecipazione digitale erede di Rousseau, lo strumento di democrazia diretta lanciato dal Movimento 5 stelle.

Sembra però difficile immaginare che il Pd possa accettare l’offerta. Soprattutto perché già possiede Agorà democratiche, la più grande, anche se poco usata, piattaforma digitale open source per la partecipazione in Italia, sviluppata dalla comunità Dyne.org fondata da Denis Roio. L’uso della piattaforma dem è stato suggerito su Twitter dall’economista Francesca Bria, forte sostenitrice del voto online, secondo cui “contrapporre la partecipazione fisica a quella digitale nel 2023 è un errore politico. Questi strumenti, se ben governati, allargano la partecipazione democratica e rinvigoriscono la politica. Il resto sono solo pretesti, non all’altezza di un partito moderno e popolare”.

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Gianluca Vialli è morto

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Dopo la scomparsa di Siniša Mihajlović, il mondo del calcio ha perso oggi un altro pilastro. Da tempo era in cura per il cancro al pancreas che gli era stato diagnosticato nel 2017: le condizioni di Gianluca Vialli, 58 anni, ex calciatore, allenatore e capo delegazione della nazionale di calcio italiana, sono peggiorate recentemente, tanto che era stato necessario il ricovero in una clinica di Londra. L’annuncio di pochi giorni prima del ritiro dalla sua posizione all’interno della nazionale aveva fatto pensare, appunto, al peggio, confermato dalla partenza della madre 87enne da Cremona alla volta della capitale del Regno Unito per stare vicino a Vialli pochi giorni prima delle feste natalizie. 

La sua carriera calcistica è iniziata nella Cremonese, quando Vialli aveva solo 16 anni. La squadra era allora in serie C. Successivamente, dopo aver giocato anche durante le tre stagioni consecutive in serie B e aver portato la squadra della sua città fino alla serie A, Vialli passa alla Sampdoria, con cui nel 1991 vince l’unico scudetto nella storia del club genovese insieme a Roberto Mancini. In seguito alla notizia dell’aggravarsi delle sue condizioni, la Cremonese ha condiviso un messaggio di vicinanza all’ex calciatore sui suoi account di Twitter e Instagram, accompagnato da una foto di un giovanissimo Vialli con la maglia della squadra.

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Vialli ha fatto la sua prima comparsa con la maglia della nazionale italiana nel 1986, anno in cui viene convocato per i mondiali. Al tempo gli azzurri erano guidati da Enzo Bearzot. Vialli partecipa anche agli europei del 1988, con Azeglio Vicini, e ai mondiali del 1990. Il 1992 è l’anno del passaggio di Vialli alla Juventus, squadra dove rimane per ben 4 stagioni, durante le quali si aggiudica diversi titoli tra cui uno scudetto, una Champions League e una Coppa Uefa. In seguito, Vialli viene acquistato dal Chelsea, di cui diventa anche allenatore dopo due anni, per poi passare al Watford. Insieme a Francesco Totti, Vialli era stato nominato dalla Federcalcio ambasciatore del Campionato europeo 2020. 

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Papa Benedetto XVI, morto Joseph Ratzinger

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È morto oggi, sabato 31 dicembre 2022, nella sua residenza nell’ex monastero Mater Ecclesiae in Vaticano Joseph Ratzinger, papa emerito della chiesa cattolica. Eletto papa Benedetto XVI durante il secondo giorno del conclave del 2005, al quarto scrutinio, il 19 aprile 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II il 2 aprile 2005. 

L’11 febbraio 2013 Benedetto XVI annunciò la sua rinuncia, lasciando la sede pontificia vacante dal 28 febbraio fino al 13 marzo 2013, quando fu eletto papa Francesco.