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Tecnologia

Bloccare TikTok è più facile a dirsi che a farsi

Author: Wired

Negli Stati Uniti, il Montana è diventato il primo stato a vietare per legge TikTok. Il blocco rischia però di diventare in un incubo tecnologico, con gli esperti che avvertono che sarà estremamente difficile da applicare e molto facile da aggirare. Soprattutto, però, la decisione da parte dello stato mina lo storico sostegno americano a un internet aperto e democratico.

La legge, che entrerà in vigore all’inizio del 2024, vieterà TikTok sugli app store del Montana e impedirà alla società di operare nello stato. La norma comporta una serie di problemi legati al Primo emendamento della Costituzione americana – quello che sancisce, tra le altre, cose la libertà di parola – e potrebbe anche non entrare mai in vigore se i ricorsi giudiziari contro la legge avessero successo. Ma se si dovesse concretizzare, gli esperti avvertono che probabilmente il divieto sarà un pasticcio.

Da un punto di vista tecnico, anche se si trattasse di una legge nazionale, ci sarebbero delle sfide da affrontare per cercare di farla funzionare“, spiega John Morris, responsabile della politica e della difesa di internet negli Stati Uniti presso l’organizzazione no-profit Internet Society. E considerando poi che per un utente basterebbe usare una vpn per modificare la propria posizione, garantire che un divieto locale funzioni è ancora più difficile: “I confini statali non sono integrati in costruito in internet“, aggiunge Morris.

La mossa del Montana arriva dopo anni di ansia negli Stati Uniti circa la possibilità che TikTok rappresenti un rischio per la sicurezza nazionale. I timori americani sono legati al fatto che la società che controlla il social network, ByteDance, è cinese. Nel frattempo TikTok è anche diventata una delle applicazioni più popolari al mondo, con 150 milioni di utenti nei soli Stati Uniti.

La legge del Montana prevede sanzioni da 10mila dollari per gli app store che consentono di scaricare o utilizzare TikTok, e multe alla società nel caso in cui continui a operare nello stato (non verrebbero quindi sanzionate le persone che scaricano l’applicazione).

Tradizionalmente, gli Stati Uniti si sono fatti promotori di un internet aperto, criticando i paesi che limitano l’accesso online. La Cina è riuscita a imporre con successo una censura di massa sul web grazie al suo Great Firewall, un sistema che però negli Stati Uniti non esiste e che il Montana non avrebbe potuto costruire da solo. Altri governi, tra cui quelli indonesiano e pakistano, hanno vietato TikTok salvo poi revocare i blocchi. Lo stop alla piattaforma in India, introdotto nel giugno 2020, è tuttora in vigore. Anche se negli Stati Uniti il governo federale e diversi stati, tra cui lo stesso Montana, e hanno proibito di usare TikTok sui dispositivi governativi, applicare il geoblocking da regioni specifiche all’interno del paese si rivelerebbe molto più difficile.

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Economia Tecnologia

Cosa vuol dire che gli Stati Uniti sono a rischio default

Author: Wired

O gli Stati Uniti alzeranno il tetto del debito, o altrimenti il rischio concreto potrebbe essere quello di dichiarare default entro l’inizio di giugno, probabilmente già il primo giugno. È questo il sunto della lettera inviata lo scorso 16 maggio dalla segretaria al Tesoro Janet Yellen ai membri del Congresso.

La nuova missiva segue a distanza di sole due settimane la precedente, nella quale la segretaria annunciava ai componenti dell’organo legislativo federale quanto fosse necessario “alzare o sospendere il tetto” al più presto, affermando però allo stesso tempo di non essere in grado di prevedere date limite certe. Adesso invece lo spauracchio default ha assunto connotati ben delineati.

Stimiamo ancora – scrive Yellen – che il Tesoro probabilmente non sarà più in grado di soddisfare tutti gli obblighi del governo se il Congresso non avrà agito per aumentare o sospendere il tetto del debito entro l’inizio di giugno, e potenzialmente già l’1 giugno. Queste stime si basano sui dati attualmente disponibili. Le entrate, le spese e il debito federali potrebbero variare da queste stime. La data effettiva in cui il Tesoro esaurirà le misure straordinarie potrebbe arrivare anche alcuni giorni o settimane dopo rispetto a queste stime”.

Fornirò – aggiunge – un ulteriore aggiornamento al Congresso la prossima settimana, non appena saranno disponibili ulteriori informazioni”. Già dall’inizio dell’anno il dipartimento del Tesoro statunitense sta adottando misure contabili speciali per rimanere entro il tetto del debito attualmente previsto dalla legge, pari a 31.400 miliardi di dollari, mentre, come era prevedibile, sul tema il dibattito politico è molto vivo. Come riporta Il Sole 24 Ore, i repubblicani spingono per tagliare la spesa in maniera decisa, mentre i democratici preferirebbero muoversi diversamente.

Intanto, a preoccupare Yellen è l’impatto che questa situazione sta avendo e potrebbe avere su imprese e famiglie statunitensi. “Abbiamo appreso dalle passate impasse del limite del debito – scrive ancora – che aspettare fino all’ultimo minuto per sospendere o aumentare il tetto del debito può causare gravi danni alla fiducia delle imprese e dei consumatori, aumentare i costi di prestito a breve termine per i contribuenti e avere un impatto negativo sul rating del credito degli Stati Uniti”.

Se il Congresso non riuscisse ad aumentare il tetto del debito – conclude – causerebbe gravi difficoltà alle famiglie americane, danneggerebbe la nostra posizione di leadership globale e solleverebbe interrogativi sulla nostra capacità di difendere i nostri interessi di sicurezza nazionale”. Una rassicurazione per la segretaria è arrivata direttamente dal presidente Joe Biden, come riporta l’agenzia Ansa: “Sono fiducioso – ha dichiarato prima di volare in Giappone per il G7 – che avremo un accordo sul bilancio e che l’America non farà default. Stiamo unendoci perché non ci sono alternative, sarebbe catastrofico se gli Usa non pagassero i loro debiti“.

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Economia Tecnologia

Musk, perché dobbiamo fermare quello che c’è in ognuno di noi

Author: Wired

“Oh, certo, è piuttosto diffuso. Posso parlare solo in merito all’Occidente quindi, per come lo intendo io, è certamente diffuso in America e in Europa occidentale. Non so se in Giappone, in Cina o in Africa ragionino in questo modo. L’America ha sempre avuto a che fare con la crescita, la colonizzazione, il dominio, l’estrazione e la fuga. Non si tratta quindi di una caratteristica esclusiva della classe dei miliardari tech. Però, ritengo che a rendere speciale questo gruppo sia il fatto che credono davvero di poterlo fare. Anche ai vecchi tempi miliardari come William Randolph Hearst o Howard Hughes potevano costruire un castello da qualche parte e difenderlo da qualsiasi cosa, ma non credevano necessariamente di dover distruggere necessariamente il mondo per farlo. Anche Alessandro Magno o Giulio Cesare dominavano il mondo ma non lo distruggevano a questo scopo. Questi nuovi miliardari, al contrario, credono di doversi lasciare alle spalle il mondo reale. Sono un po’ come un’intelligenza artificiale, in fin dei conti. Un’IA non è nel mondo reale, giusto? L’Ai elabora scenari basati su ciò che la gente ha detto nel passato. È come se questi miliardari cercassero di abbandonare il mondo materiale per passare a quello successivo. Ma questa mentalità, questo mindset, appunto, è decisamente diffuso. Questo è il motivo per cui ho scritto questo libro.

“Se riusciamo a vedere la versione più estrema di questa mentalità, possiamo esorcizzarla da noi stessi. Non mi interessa mettere in prigione Peter Thiel o Elon Musk. Non mi interessa di loro, in realtà. Non si tratta di fermarli. Si tratta di fermare l’Elon Musk che è in ognuno di noi”.

Un passaggio del tuo libro che mi ha colpito particolarmente è quando dici che per queste persone il presente è una forma di ostacolo verso qualcosa di più importante, ancora da costruire. Mi sembra terrificante.
“In parte, c’è questa idea di ‘altruismo efficace’, una sorta di filosofia in cui credono personaggi come Thiel, Musk e tutti quelli che sostengono che un giorno, in futuro, ci saranno trilioni di cyborg post-umani, creature artificiali e intelligenti sparse per la galassia. In quest’ottica, la salute e la felicità degli 8 miliardi di persone che vivono oggi, scompaiono in confronto alla quantità di gioia e felicità che queste moltitudini sperimenteranno più in là. Quindi va bene sacrificare i noi di oggi per raggiungere quel futuro. Queste persone vedono gli esseri umani nel nostro stato attuale, gli 8 miliardi di noi, come lo stadio larvale dell’essere. Siamo come piccoli vermi sulla terra. Ciò cui fanno riferimento è in realtà lo stadio successivo, come i Pokemon dopo che si sono evoluti. Quindi, se il mondo in cui ci troviamo io, tu e tutti noi è inteso come il primo stadio di una grande nave a razzo che sta decollando, bisogna far cadere il primo stadio in modo che gli astronauti possano continuare il loro viaggio. In quest’ottica, le masse sono il materiale per la creazione di denaro tramite i social network. Questo altro non è che, ancora una volta, il modo in cui le masse sono state viste dai dittatori fin dall’inizio della storia dei dittatori, ecco cosa siamo. E ognuno di loro ha la propria versione di questo concetto. Anche se a un certo livello pensano di aiutare davvero l’umanità, non si tratta dell’umanità di oggi. Per questo che non ho ancora firmato la lettera in favore di un pausa nello sviluppo dell’intelligenza artificiale (quella, molto criticata, del Future of Life Institute, nda) perché le persone che la stanno proponendo sembrano più preoccupate di alcuni rischi esistenziali per la loro visione futura. E sembra che stiano ancora ignorando i rischi reali e attuali per le persone già vulnerabili oggi”.

“Solo i più ricchi”

“Solo i più ricchi”

La lettera mi sembra un capolavoro di “lungotermismo”, che mette da parte reali problemi in favore di scenari assolutamente speculativi. Gli sviluppi più recenti nell’ambito dell’intelligenza artificiale, penso ad esempio al successo di ChatGPT, richiedono una critica diversa?
“Ci sono due campi molto diversi nel mondo della critica alla tecnologia e uno di questi, quello a cui generalmente appartengo, è più orientato alla giustizia sociale. Guardate come questi algoritmi mettono in prigione i neri più dei bianchi. Guardate come questi sistemi stanno ulteriormente esautorando i poveri. Guardate come sono distorti in questo o quell’altro modo. È così che sono stato cresciuto, con Neil Postman, Karl Marx e Bertolt Brecht. C’è poi un altro gruppo con cui ho sempre avuto problemi, dove troviamo Tristan Harris, Rebel Wisdom e le persone che guardano alle grandi meta-crisi del futuro dell’umanità. E mi sembra si tratti sempre di uomini bianchi dell’industria tecnologica che ci dicono di saperne di più di noi e che vogliono riqualificare gli esseri umani, o migliorare l’umano”.

“Mi sembra tutto ancora molto tecno-feticista: stiamo usando la tecnologia sulle persone in questo modo, mentre dovremmo usare la tecnologia sulle persone in quest’altro modo. Da un lato ogni rallentamento, ogni moratoria, ogni opportunità di fare una pausa è generalmente una buona cosa”.

“È per questo che ho scritto un intero libro intitolato Presente continuo. Quando tutto accade ora e l’argomentazione, che è stata per altro ampiamente ridicolizzata all’epoca, nel 2013, quando ho scritto il libro era esattamente ‘possiamo fare una pausa? Potete fermarvi per riflettere su ciò che state facendo come società? Possiamo fare una pausa e guardare a come stiamo costruendo la tecnologia?’. Quindi l’impulso di quella lettera mi trova generalmente d’accordo, ma alcuni aspetti specifici non li capisco. Quindi non ho potuto firmare. Non capisco sinceramente cosa si intenda per mettere in pausa la tecnologia in questa fase di ChatGPT. È come se mettessimo in pausa i social media in questa fase evoutiva di Facebook. Che cosa significa? Non la firmo perché non sono d’accordo. Non la firmo ancora perché mi sto soffermando a capire cosa significhi davvero”.

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Tecnologia

Tornado, sono sempre più imprevedibili

Author: Wired

Secondo gli esperti, è probabile che le supercelle colpiscano gli Stati Uniti con maggiore frequenza alla fine dell’inverno e all’inizio della primavera, diventando invece più rare alla fine dell’estate e in autunno. Ma anche i territori colpiti dai tornado stanno cambiando: la “Tornado Alley“, la regione centrale degli Stati Uniti che comprende parti del Texas, della Louisiana, dell’Oklahoma, del Kansas, del South Dakota, dell’Iowa e del Nebraska, è stata a lungo il focolaio delle trombe d’aria. Secondo Robert Trapp, professore e capo del Dipartimento di Scienze Atmosferiche presso l’University of Illinois Urbana-Champaign, la siccità ha come conseguenza un minor numero di tempeste anche in questa zona. Mentre i temporali diminuiscono nella zone delle Grandi Pianure (la regione geografica formata da praterie e steppe che si estende a est delle Montagne Rocciose), diventano più comuni nelle zone orientali del paese. Questo perché il sud-est degli Stati Uniti è da tempo colpito dal fenomeno del wind shear, spiega Ashley. E quando il cambiamento climatico aggiunge umidità e instabilità all’ambiente, porta con sé gli ingredienti che formano i tornado.

È più difficile stabilire un collegamento tra i cambiamenti climatici e i tornado rispetto ad altri fenomeni meteorologici disastrosi, come le ondate di calore o gli uragani. In confronto, le trombe d’aria sono eventi su scala ridotta sia per dimensioni che per durata. Il Servizio meteorologico nazionale degli Stati Uniti ha iniziato a registrare i tornado solo nel 1950, che in molti casi non sono stati rilevate in aree non popolate. I dati della National Oceanic and Atmospheric Administration mostrano che i giorni in cui si verificano i tornado ogni anno è diminuito nel tempo, ma l’attività di questi è maggiore nei giorni in cui si manifestano. I dati mostrano anche che questi fenomeni sono capricciosi: ci sono stati anni in cui hanno ucciso da dieci a venti persone in tutti gli Stati Uniti, e altri in cui invece i morti sono stati più di cento. Nel complesso, il numero di morti per milione di persone è diminuito nel tempo.

Ad ogni, la potenza distruttiva dei tornado potrebbe crescere per un semplice motivo: sul loro percorso oggi ci sono più persone. La popolazione statunitense è più che raddoppiata dal 1950. Il Sud-est, dove l’attività dei tornado potrebbe crescere, è un’area di grande sviluppo immobiliare. Che le trombe d’aria aumentino o meno in frequenza e intensità, con l’espansione delle comunità sarà più probabile che si imbattano in comunità di esseri umani, e un maggior numero di tornado in bassa stagione, e in nuovi luoghi, potrebbe portare a maggiori devastazioni.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US

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Economia Tecnologia

ChatGPT, OpenAi mette in pausa l’ultimo modello

Author: Wired

  1. Italia
  2. Francia
  3. Germania
  4. Spagna
  5. Unione europea
  6. Regno Unito
  7. Stati Uniti
  8. Australia
  9. Giappone
  10. Cina
  11. Canada

Italia

Il 31 marzo 2023 l’Italia ha imposto un divieto temporaneo su ChatGpt, dopo che il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un’indagine su possibili violazioni della privacy e per non aver verificato che gli utenti avessero almeno 13 anni. A seguito di questi interventi, il Garante ha dato due settimane di tempo a OpenAi per adeguarsi alle normative nazionali ed europee, così da poter ripristinare il servizio nel paese.

Francia

L’11 aprile 2023, la Commission nationale de l’informatique et des libertés (Cnil) cioè il garante della privacy della Francia, ha aperto un’indagine su ChatGpt, dopo aver ricevuto diverse denunce relative a presunte violazioni dei dati personali, a seguito dei provvedimenti presi in Italia.

Tuttavia, allo stesso tempo, il parlamento francese ha anche approvato l’uso di telecamere di sorveglianza biometriche a intelligenza artificiale durante le Olimpiadi di Parigi del 2024, nonostante gli avvertimenti secondo cui tale tecnologia rappresenterebbe una minaccia per le libertà civili.

Germania

Anche in Germania, il Garante per la protezione dei dati del paese ha aperto un’indagine per verificare se OpenAI stia violando il Gdpr.

Spagna

L’agenzia spagnola per la protezione dei dati (Aepd) ha avviato un’indagine preliminare su potenziali violazioni dei dati da parte di ChatGpt, lo scorso 13 aprile. L’agenzia ha anche chiesto l’intervento dell’organo di controllo della privacy dell’Unione europea di intervenire.

Unione europea

Sempre il 13 aprile, in seguito dell’iniziativa italiana e dei successivi interventi degli altri stati membri, il Comitato europeo per la protezione dei dati ha istituito una task force su ChatGpt. Si tratta del primo organo al mondo di questo genere e rappresenta un primo passo verso una definizione comunitaria delle regole relative al rispetto della privacy per le intelligenze artificiali.

Infatti, nessun paese ha chiesto un divieto generale di ChatGpt o delle Ia, spingendo invece per una regolamentazione europea di questi strumenti. Tale normativa, nota come Ai act è già in fase di sviluppo e punta a disciplinare tutti gli sviluppatori dei sistemi a intelligenza artificiale e il loro prodotti, classificandoli in base al tipo di rischio che comportano per la società, da basso a inaccettabile. Tuttavia, nella prima stesura, non erano ancora compresi i chatbot come ChatGpt e pertanto la normativa va velocemente aggiornata.

Regno Unito

Le autorità di Londra hanno deciso di non creare un nuovo organismo dedicato alla regolamentazione delle intelligenze artificiali, affidando il compito a quattro enti già strutturati, cioè quelli per la tutela dei diritti umani, della salute, della sicurezza e della concorrenza.

Stati Uniti

L’11 aprile l’amministrazione del presidente Joe Biden ha fatto sapere di aver avviato delle consultazioni pubbliche per studiare un pacchetto di misure per rendere responsabili gli sviluppatori delle intelligenze artificiali in caso di problemi.

Australia

Il governo australiano ha incaricato il principale organo scientifico del paese di formulare un parere preventivo su quali misure mettere in campo per regolamentare questi sistemi.

Giappone

Il Giappone non ha ancora assunto misure a livello nazionale, ma ha spostato la palla sul campo globale chiedendo di inserire il tema delle intelligenze artificiali nell’ordine del giorno del prossimo incontro del G7, previsto per il 29 e il 30 aprile 2023, che porti a emettere una dichiarazione ufficiale condivisa

Cina

L’11 aprile 2023, l’autorità di regolamentazione del cyberspazio cinese ha presentato al governo di Pechino una bozza di regolamento per gestire i servizi a intelligenza artificiale sviluppati dallo stato, che sta sostenendo le imprese leader nel settore per sviluppare modelli in grado di sfidare ChatGpt.

Canada

Il Garante per la privacy federale del Canada ha annunciato il 4 aprile l’avvio di un’istruttoria a carico di OpenAi, la startup che sviluppa il potente chatbot conversazionale. La mossa di Ottawa arriva a pochi giorni dalla sospensione temporanea del trattamento dei dati personali che il Garante italiano ha ordinato a ChatGPT, prima autorità al mondo a contestare il mancato consenso all’uso dei dati personale per l’addestramento dell’intelligenza artificiale generativa.