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Walk of Fame di Hollywood, tutti gli italiani a cui è stata assegnata una stella

Author: Wired

Tutto ha inizio nel 1953, anno in cui E. M. Stuart, presidente della Hollywood Chamber of Commerce, decide di istituire la Walk of Fame di Hollywood per ricordare e celebrare i personaggi famosi da ogni parte del mondo. Come si legge sul sito ufficiale, probabilmente il progetto ha preso ispirazione dalle pareti della sala da pranzo dell’Hollywood Hotel, tappezzate di stelle con i nomi di alcune celebrities. Le prime 8 stelle, assegnate nel 1958, portavano i nomi di Ronald Colman, Louis Fazenda, Preston Foster, Burt Lancaster, Ernest Torrence, Joanne Woodward e Olive Borden.

Oggi le stelle della Walk of Fame – posizionate lungo l’Hollywood Boulevard fino a Vine Street – sono circa 2.730 e continuano a essere considerate uno dei riconoscimenti più esclusivi. Risale al 2020 la notizia che all’attore Giancarlo Giannini verrà assegnata una delle mattonelle della Walk of Fame. Il conferimento è stato rimandato a causa della pandemia e il 1 febbraio 2023 è stato annunciato che la cerimonia avverrà il 6 marzo di quest’anno.

Il 7 settembre 2009 è stata inaugurata nel quartiere di Little Italy a Toronto, in Canada, l’Italian Walk of Fame, sul modello di quella più conosciuta di Hollywood: tra i nomi di personaggi di spicco italo-canadesi, ci sono anche quelli degli attori italiani Giancarlo Giannini, il primo a ottenere il riconoscimento, Maria Grazia Cucinotta e Franco Neri. Sono in tutto 17, invece, gli italiani a cui è stata assegnata una stella di Hollywood. Il nome di Giannini si affiancherà a quello di grandi star italiane come Rodolfo Valentino, Ezio Pinza, Anna Magnani, Sophia Loren, Gina Lollobrigida ed Ennio Morricone.

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Mark Hamill venderà poster autografati di Star Wars per sostenere l’Ucraina

Author: Wired

Mark Hamill, il mitico Luke Skywalker di Star Wars, ha annunciato di voler sostenere l’Ucraina con un’iniziativa che viene proprio dalla galassia lontana, lontana a lui così familiare: “Abbiamo deciso di firmare dei poster, un numero limitato“, ha dichiarato l’attore al magazine americano Politico: “Per veri collezionisti duri e puri, specialmente per quelli che hanno disponibilità ingenti: si possono fare molti più soldi di quanto si immagini“. Il valore dei manifesti dovrebbe essere ancora più alto del previsto, dato che è dal 2017 – quando era in promozione per il film Gli ultimi Jedi – che Hamill non firma nessun merchandising in via ufficiale: “Di solito non faccio queste cose”, ha aggiunto, dichiarandosi però entusiasta di sostenere il paese che da un anno è ormai sotto attacco da parte della Russia di Putin.

L’interprete dell’eroico Skywalker sostiene di aver imparato proprio dalla saga di cui è protagonista l’importanza di “fare la cosa giusta per il bene di tutti, piuttosto che per il proprio interesse”. Hamill lo scorso settembre era stato nominato ambasciatore del progetto Army of Drones di United24, una piattaforma nata proprio per sostenere i droni utilizzati dall’Ucraina per difendersi dall’invasione russa. Era stato lo stesso Zelensky a invitarlo personalmente a unirsi a questa lotta contro “l’impero del male”, così aveva appellato la Russia facendo un chiaro riferimento all’Impero galattico che funge da antagonista nelle vicende di Guerre stellari: “Mark, sei diventato il primo ambasciatore ad aiutare l’Ucraina a raccogliere fondi per sostenere i suoi difensori”, aveva detto il presidente: “Come in Star Wars il bene trionferà sul male e la luce vincerà le tenebre. Con te al nostro fianco non potrebbe andare diversamente”. 

Dopo il suo iniziale impegno a settembre (“So per certo che gli ucraini hanno bisogno di droni per difendere la loro terra, la loro libertà e i valori dell’intero mondo democratico“, aveva detto), ora Mark Hamill è pronto a confermare la sua partecipazione all’iniziativa: “Qualunque cosa posso fare, seppur piccola, è qualcosa che mi sento obbligato a fare… I droni sono essenziali in questo conflitto, sono gli occhi nel cielo, proteggono i confini, fanno da monitoraggio”, ha dichiarato. I poster di Star Wars, il cui numero ufficiale non è stato ancora precisato, dovrebbero essere messi in vendita proprio a partire dalla settimana del 6 febbraio.

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10 film di fantascienza ambientati negli abissi da vedere in streaming

Author: Wired

Un laboratorio di ricerche oceanografiche nell’Atlantico viene seriamente danneggiato da una scossa di terremoto. Presto viene inviata una squadra di esperti in soccorso degli scienziati. Li attende una sorpresa: nelle profondità marine si nascondono anche dei mostri (che in verità non fanno così paura). Un plus è la musica di Lalo Schifrin, l’autore del tema di Mission: Impossible. 

Battleship 

(Peter Berg, 2012)  

Sullo sfondo delle Hawaii una flotta di navi deve contrastare una squadriglia aliena che minaccia il futuro dell’umanità. Il film, basato sul gioco da tavolo Battleship della Hasbro, vanta nel cast anche Rihanna, nel ruolo di un sottufficiale. Spettacolari le battaglie navali con gli alieni, con adrenalina, tecnologia e effetti speciali. 

La spia che mi amava 

(Lewis Gilbert, 1977)  

Non si può definire propriamente un film di fantascienza, ma qualche affinità c’è. Karl Stromberg, il rivale di 007 in questo episodio della saga, è un emulo cattivo del Capitano Nemo. Ad Atlantis, il suo covo ipertecnologico al largo della Sardegna, decide il destino dei sottomarini nucleari rubati alle superpotenze mondiali. E poi si concede momenti da esteta misantropo: dalle enormi vetrate della sala da pranzo del suo rifugio high-tech Stromberg invita Bond ad ammirare gli esemplari più rari della fauna marina con il sottofondo della musica di Bach, mentre discetta sulla sua folle utopia: la possibilità di creare un nuovo mondo da sviluppare nelle profondità marine.

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Cinema, ora Hollywood pesca i suoi cattivi dalle big tech

Author: Wired

Se fino a poco tempo fa i cattivi del cinema erano facilmente identificabili per le cicatrici sul viso, le risate diaboliche e i mantelli col bavero, negli ultimi anni l’iconografia di Hollywood è cambiata in modo significativo. Dolcevita e felpe con cappuccio – il look tipico di un miliardario che controlla un impero tech – sono diventati isegni distintivi dei sinistri supercriminali contemporanei, i nostri nuovi antagonisti preferiti. Prendiamo per esempio il film di Rian Johnson candidato all’Oscar Glass Onion – Knives Out, che ruota attorno alla figura di Miles Bron, un multimiliardario in maglietta grigia interpretato da Edward Norton. All’inizio del film Bron è pronto a lanciare un pericoloso carburante alternativo a base di idrogeno, per poi rivelarsi, gradualmente ma nemmeno troppo, un completo idiota. Per molti degli spettatori di Glass Onion l’associazione con Elon Musk è stata immediata.

Trend in ascesa

Il motivo è ovvio. I supercattivi più spietati in realtà si nascondono in bella vista. È il caso di Nuovo Santa Clause cercasi, la serie sequel della saga cinematografica The Santa Clause, iniziata nel 1994. Presentata su Disney+ lo scorso novembre, la serie inizia con Babbo Natale (Tim Allen) che va in pensione ed è alla ricerca di un sostituto. La scelta ricade sull’inventore e sviluppatore di giochi – nonché aspirante Jeff Bezos – Simon Choksi (Kal Penn), che però tradisce lo spirito del Natale e rivela la sua malvagità, prima che sua figlia lo rimetta a posto.

A un decennio dall’uscita al cinema di The Social Network, il film che ha raccontato la nascita di Facebook, i potenti amministratori delegati del settore tech sono sempre più spesso raffigurati come cattivi, o almeno come antieroi. Upgrade, del 2018, ha per protagonista Eron Keen, un inventore di chip dotati di intelligenza artificiale; in Don’t Look Up del 2021 c’è l’avido produttore di telefoni cellulari Peter Isherwell (che sfoggia l’immancabile lupetto), mentre in Free Guy – Eroe per gioco, sempre dell’anno scorso, l’ad di turno, Antwan Hovachelik, ruba le idee per i suoi videogiochi ad altre persone. La tendenza ha preso piede anche nel mondo dell’intrattenimento per bambini: prima del Nuovo Santa Clause cercasi, il film d’animazione Ron – Un amico fuori programma del 2021 introduceva Andrew Morris, direttore operativo arrivista di un’azienda che costruisce robot.

Specchio della società

Lo scienziato pazzo è stato quindi rimpiazzato dall’innovatore folle. Ma perché sta succedendo? E perché proprio ora? In una certa misura, i cattivi dei film hanno sempre rispecchiato le ansie della società: James Taylor, docente di cinema dell’Università di Warwick, racconta che il tropo dello scienziato pazzo è emerso per la prima volta nel secondo dopoguerra a causa delle paure legate alla bomba atomica. I cattivi non si limitano a riflettere le nostre paure, “ma alimentano anche queste ansie, contribuendo a plasmarle e a diffonderle“, aggiunge Taylor.

L’antagonista di Superman, Lex Luthor, incarna in modo perfetto l’evoluzione dei villain.Inizialmente il personaggio era uno scienziato pazzo, poi negli anni Ottanta è diventato l’amministratore delegato di una multinazionale e nella recente incarnazione sul grande schermo Jesse Eisenberg ha aggiunto i tratti dell’imprenditore tech – continua Taylor –. Possiamo facilmente collegare tutto questo alle mutate preoccupazioni culturali”. Dopo tutto, non associamo più gli scienziati alle “nuove tecnologie pensate per annientare l’umanità”. Anzi, “nell’attuale crisi climatica, questa categoria è spesso presentata come nobile e cerca invano di far riconoscere e invertire i danni causati al pianeta a insensibili amministratori delegati e a politici“.

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Film horror su Netflix: 10 cult da recuperare

Author: Wired

Film horror su Netflix che siano cult? Iniziamo da cosa rende un horror un cult movie: spesso è una trovata, un preciso segno distintivo che è condizione necessaria e sufficiente per rendere unico un film e farlo ricordare proprio per quella particolarità. Può essere la camminata di Monsieur Opale, il sinistro museo di Edmond Bancroft, il teatrale grand hotel di Kadaver, il Tempio della bellezza del circo del dottor Rossiter o la caverna in cui il barone Corofax officia antichi riti pagani. Questo e altro si trova nei dieci film horror su Netflix che vi segnaliamo, dove prendono forma le diverse declinazioni dell’orrore cinematografico, da quello sovrannaturale a quello antropologico, con qualche variazione sul tema della storia del Dottor Jekyll e Mister Hyde