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Congedo mestruale, la proposta di legge in Italia

Author: Wired

Dopo il caso del liceo artistico Nervi Severini di Ravenna – il primo in Italia a introdurre il congedo mestruale, con la possibilità di accedere fino al due giorni al mese di assenze giustificate – altre scuole hanno seguito il suo esempio. Recentemente anche il liceo classico Pilo Albertelli di Roma è stato la prima scuola del Lazio a garantire questa misura agli alunni che presentano un certificato medico sulle patologie di dismenorrea, vulvodinia ed endometriosi

Ma le novità non sono finite qui: il congedo mestruale è stato inserito in un disegno di legge (ddl) in tre articoli, depositato alla Camera il 21 febbraio 2023. Non è la prima volta che in Italia viene depositata una proposta simile: nel 2016, su iniziativa dei deputati Mura, Sbrollini, Iacono e Rubinato del Pd, era stato depositato alla Camera un ddl sul congedo mestruale che non è mai stato approvato

La proposta di legge 

La proposta è stata firmata dalla deputata Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi e Sinistra, ma ha il sostegno di tutto il gruppo ed è stata co-firmata da Luana Zanella, Angelo Bonelli, Francesco Borrelli, Francesca Ghirra, Eleonora Evi, Nicola Frantoianni, Devis Dori, Marco Grimaldi, Francesco Mari e Filiberto Zaratti. 

Il ddl è composto da tre articoli: il primo prevede la possibilità per chi presenta un certificato medico all’inizio dell’anno scolastico di assentarsi da scuola per un massimo di due giorni al mese, senza che i giorni di riposo costituiscano un problema in sede di scrutinio. Per chi frequenta la scuola ma non ha ancora raggiunto la maggiore età è prevista anche la presentazione della giustificazione dei genitori. Il secondo articolo è invece dedicato al mondo del lavoro e alle dipendenti con qualsiasi tipo di contratto che soffrono di dolori causati dal ciclo mestruale: coloro che presentano una certificazione medica all’inizio dell’anno avranno la possibilità di stare a casa due giorni al mese e riceveranno una retribuzione al 100%. Il terzo articolo, invece, riguarda la possibilità di accedere alla contraccezione gratuita in farmacia con la ricetta. La pillola anticoncezionale, infatti, viene prescritta alle persone che soffrono di disturbi legati al ciclo mestruale. 

La situazione negli altri paesi 

In Europa la Spagna ha fatto da apripista: è stato il primo paese europeo a introdurre il congedo per le persone che soffrono di dolori legati al ciclo mestruale che presentano il certificato medico. In Corea del Sud dal 1953 è previsto un giorno di assenza non retribuito per i lavoratori che ne hanno necessità. In Giappone e in Indonesia una legge sul congedo mestruale esiste già da moltissimo tempo, rispettivamente dal 1947 e dal 1948. Inoltre, la possibilità di accedere ai giorni di riposo durante il ciclo mestruale esiste anche in alcune province della Cina, a Taiwan, in Vietnam e in Zambia

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ChatGpt, siamo sicuri che non possa essere utile a scuola

Author: Wired

Quando a dicembre Kelly Gibson, un’insegnante di inglese americana delle superiori, si è imbattuta per la prima volta in ChatGpt, l’ansia esistenziale non ci ha messo molto a prendere il sopravvento. Mentre internet celebrava i testi solo in apparenza sofisticati prodotti dal chatbot di intelligenza artificiale (Ai) in risposta alle richieste degli utenti, molti docenti erano meno entusiasti. Se chiunque poteva chiedere a ChatGpt di “scrivere 300 parole sul significato del semaforo verde ne Il Grande Gatsby“, cosa avrebbe impedito agli studenti di far svolgere al bot i compiti al loro posto? In breve, hanno iniziato a circolare diverse teorie sull’arrivo di una nuova era contrassegnata da studenti che copiano di continuo o addirittura sulla fine dei temi scolastici e dell’istruzione: “Ho pensato: ‘Oh mio Dio, questo è letteralmente quello che insegno io‘”, racconta Gibson.

Ma in mezzo al panico, alcuni insegnanti intraprendenti vedono il ChatGpt come un’opportunità per ridisegnare la didattica e plasmare il futuro delle classi. Tra questi c’è anche Gibson. Dopo aver smaltito l’allarmismo iniziale, la docente ha passato le vacanze di Natale a trafficare con ChatGpt, trovando il modo di incorporarlo nelle sue lezioni. Ora, per esempio, potrebbe chiedere ai suoi studenti di generare un testo con ChatGpt e poi di modificarlo trovando gli errori del chatbot o migliorando il suo stile di scrittura. Gibson, che insegna da 25 anni, lo paragona ai più familiari strumenti tecnologici che migliorano, senza sostituire, la didattica e il pensiero critico: “Non so ancora come farlo bene, ma voglio che i chatbot Ai diventino come calcolatrici per la scrittura“, spiega.

La visione di Gibson di ChatGpt come strumento didattico fa emergere una questione cruciale: , nonostante sia in grado di scrivere testi simili a quelli delle persone, ChatGpt non ha l’intelligenza degli esseri umani. È una macchina statistica che a volte può rigurgitare o creare falsità e spesso ha bisogno di una guida e di ulteriori modifiche per fare le cose per bene.

Cambiare la prospettiva

A prescindere da questi limiti, Gibson è convinta di avere la responsabilità di portare ChatGpt in classe. La docente insegna in una zona dell’Oregon prevalentemente rurale, a basso reddito e popolata prevalentemente da persone bianche. Se gli unici studenti che possono fare esperienza con il bot sono quelli che hanno accesso a dispositivi connessi a internet a casa questo potrebbe il divario digitale potrebbe allargarsi ulteriormente

Altri docenti – che come Gibson rifiutano l’idea secondo cui ChatGpt  scatenerà un’apocalisse nel mondo dell’istruzione – suggeriscono che invece di portare alla fine dell’istruzione il chatbot potrebbe attirare l’attenzione sui problemi già presenti nel sistema: “Un altro modo di pensare alla cosa non è come trovare nuove forme di valutazione, ma piuttosto quali sono le nostre priorità attuali nell’istruzione. È possibile che non funzionino più“, dice Alex Taylor, ricercatore e docente che insegna l’interazione uomo-macchina alla City University di Londra.

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Elezioni regionali Lombardia: i programmi dei candidati per il lavoro e le imprese

Author: Wired

L’impegno, se dovesse essere eletta, riguarda anche l’introduzione di “una disciplina chiara e completa sullo smart working e diritto alla disconnessione del lavoratore, creando nuove connessioni con servizi pubblici e lavoratore”, “affrontare con strategie mirate il fenomeno della denatalità”, Studiare un assegno unico regionale per i figli”, “Investire sulla formazione professionale e sulla riqualificazione”, “fare squadra e mettere a sistema gli enti del comparto industriale”. Per le imprese, visti i tempi, Moratti vuole favorire l’indipendenza energetica delle pmi – stoccare l’energia prodotta e riutilizzarla anziché rivenderla a prezzo di listino”, ma anche spingere per una “digitalizzazione e uno snellimento del rapporto fra Pubblica amministrazione e imprese” unito al “supporto all’accesso credito di micro e piccole imprese”. Per i giovani imprenditori in programma anche “una formazione specifica”.

Pierfrancesco Majorino col centrosinistra e il Movimento 5 Stelle

Il candidato del centrosinistra e del M5s parla subito di pari opportunità “Servono nuove iniziative a sostegno dell’imprenditoria femminile” ma anche di promozione per l’innovazione nelle imprese lombarde, grazie all’ aumento “degli investimenti pubblici e privati in ricerca & sviluppo”, portando la spesa “dall’attuale 1,3% al 3% del Pil”, insieme a una nuova stagione “di investimenti pubblici e privati, favorendo il trasferimento dalle università alle pmi”. Un occhio di riguardo anche alle startup innovative, tramite “l’abbattimento totale dell’Irap per i primi 3 anni di attività e costituzione di un fondo regionale di co-investimento che raddoppi gli investimenti effettuati da investitori privati”

Guardando l’esempio dell’Emilia Romagna Majorino vuole realizzare, con le parti sociali e gli enti locali, “un grande Patto per il lavoro e il clima”, mettendo al centro “il lavoro dei giovani spezzando l’abuso nell’utilizzo degli stage”. Come? Potenziando “l’apprendistato, rendendolo progressivo, rafforzando la decontribuzione nazionale prevista dalla legge di stabilità e diminuendo la burocrazia necessaria per l’attivazione”, incrementando “le decontribuzioni statali per le assunzioni a tempo indeterminato, specie se legate a progetti di innovazione e trasformazione digitale”

E aggiunge misure “per impedire l’abuso dei finti tirocini e aumentare la retribuzione minima per  gli stage ad almeno 800 euro al mese”. Punti anche per la libera professione, attraverso un aumento delle “tutele e opportunità a favore di freelance e partite Iva, a partire dall’accesso dei professionisti alla formazione continua”. Nei bandi pubblici Majorino punta “all’istituzione di un salario minimo a tutela del lavoro”. Per monitorare l’andamento del settore verrà istituito “un osservatorio sui salari in Lombardia, sostenendo il salario minimo e contrastando la disparità salariale tra generi”. Contro i Neet verrà implementato un sistema di orientamento e la costruzione di un catalogo permanente di brevi corsi di qualificazione professionale per i Neet maggiorenni”.

Mara Ghidorzi per Unione popolare

Per il lavoro la candidata per Unione popolare nel suo programma propone “l’emanazione di direttive più restrittive in materia di sicurezza sul lavoro”, il rafforzamento “delle attività di controllo diretto della sicurezza sul lavoro nelle aziende”, e “degli strumenti di sostegno al reddito, di contrasto alla povertà e al caro bollette” e degli “strumenti normativi e finanziari per tutelare i posti di lavoro nelle crisi aziendali”

Ghidorzi vuole disincentivare le delocalizzazioni vincolando le imprese alla restituzione di eventuali finanziamenti ottenuti” e potenziare “i centri per l’impiego pubblici con eliminazione del sistema a Dote e di accreditamento delle agenzie private”, oltre a un piano di assunzione da 20.000 posti a partire da welfare, sanità, trasporti e sicurezza sul lavoro”. Tra i punti anche quello che prevede di “subordinare la concessione a privati di appalti o finanziamenti alla previsione di un salario minimo non inferiore a 10 euro da rivalutare annualmente e al rafforzamento dei controlli sulla sicurezza sul lavoro” e “per la concessione di finanziamenti a privati, dare punteggi aggiuntivi in caso di riduzione dell’orario lavorativo e di esclusione di forme contrattuali atipiche diverse dal contratto a tempo indeterminato”.

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Cybersecurity, al via gli allenamenti per le Olimpiadi nazionali

Author: Wired

È stata inaugurata oggi, in presenza a Torino, la prima giornata dei Training Camp del Cybersecurity National Lab: un’iniziativa rivolta ai giovani ragazzi e ragazze degli istituti superiori di secondo grado che hanno superato la prima fase di ammissione di OliCyber, le Olimpiadi nazionali di sicurezza informatica. Il raduno, primo di tre che si svolgeranno tra gennaio e febbraio in tutta Italia, è la grande novità della terza edizione di OliCyber, che intende offrire a 360 ragazzi l’opportunità di aderire a uno speciale percorso di formazione in vista delle selezioni territoriali che stabiliranno chi può competere alle Olimpiadi vere e proprie, la cui finale si terrà il 27 maggio. 

I camp (due a Torino e uno a Salerno) sono organizzati in collaborazione con la Fondazione Serics e si fregiano dello speciale patrocinio del Garante per la protezione dei dati personali e dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn). I manager e gli esperti dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, provenienti dalle aree specializzate in threat intelligence e gestione incidenti dello Csirt Italia (Computer Security Incident Response Team) prenderanno parte attivamente all’addestramento degli allievi, affiancando i membri del TeamItaly, la nazionale italiana dei cyberdefender, e i vincitori delle gare nazionali di CyberChallenge.IT, il programma nazionale di formazione in cybersicurezza considerato un’eccellenza a livello europeo.

Ciascun camp si svolgerà nell’arco di 6 giornate, dal lunedì al sabato e prevede 40 ore di formazione valevoli come Pcto (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), durante le quali gli allievi avranno l’opportunità di affrontare simulazioni e addestramenti specifici nel campo della sicurezza informatica, perfezionando così le proprie capacità di attacco e difesa cibernetica. 

Inaugurata nel 2021, OliCyber non è solo una competizione rivolta ai più brillanti talenti informatici nella fascia 14-19 anni, ma una vera e propria opportunità di formazione avanzata nel campo della cybersicurezza, l’unica in Italia rivolta a ragazzi e ragazze tanto giovani. Le adesioni per l’edizione 2023 sono state più di 4.000, con un’importante crescita tra le ragazze iscritte (+296% dall’anno precedente) e una distribuzione omogenea tra nord e sud Italia. 

“Confidiamo che la novità dei camp contribuisca ad arricchire OliCyber e l’esperienza dei giovani partecipanti ai programmi di formazione”, ha commentato Gaspare Ferraro, coordinatore nazionale di OliCyber: “Di certo sarà un’esperienza unica – come sempre quando si permette a tanti giovani di stare insieme anche al di fuori del reame cibernetico – e contiamo che il contatto diretto con gli esperti dell’ACN possa rendere ancora più memorabile quest’occasione di arricchimento professionale e umano”. 

OliCyber fa parte – insieme a CyberTrials e CyberChallenge.IT (le cui iscrizioni sono ancora aperte fino al 2 febbraio – del Big Game: la filiera di formazione sulla cybersicurezza del Laboratorio, in collaborazione con la Fondazione SERICS, che si inserisce all’interno del Piano di Implementazione della Strategia Nazionale di Cybersicurezza (2022-2026). Ma del grande gioco fa parte anche CyberHighSchools: una rete di scuole e docenti nella quale non solo gli studenti, ma anche professoresse e professori hanno accesso a corsi avanzati e di aggiornamento. 

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Corsi online, 5 piattaforme per iniziare l’anno investendo su di te

Author: Wired

Cambiamo completamente registro. Annodate la cravatta, preparate la giacca. In questo caso parliamo di corsi online universitari erogati da atenei top a livello mondiale. Non a caso Coursera (fondata nel 2012 da due professori di Stanford e che, secondo Class Central, nel 2018 avrebbe fatturato circa 140 milioni di dollari) è utilizzato da moltissime multinazionali come Danone, P&G, Airbus, L’Oreal per formare i dipendenti. Tra le università presenti sulla piattaforma, Johns Hopkins, Illinois, Penn University, Columbia, Stanford, ma anche le nostre Sapienza e Bocconi.

I corsi sono prevalentemente in inglese e in spagnolo; pochi quelli in italiano. Con una piccola fee si può ricevere un certificato da condividere su Linkedin. Si passa dai corsi singoli ai percorsi di specializzazione più complessi, fino ai Professional e ai Mastertrack certificates, che possono anche diventare validi come parti di un percorso universitario riconosciuto. Dulcis in fundo, ci sono anche veri e propri corsi di laurea, che vi costeranno molto meno rispetto alla retta normale delle università statunitensi.


Corsi online 5 piattaforme per iniziare l'anno investendo su di te

Signore e signori, silenzio in aula. State entrando nel salotto buono dell’istruzione mondiale. E che nomi. EdX è  il portale di livello universitario per eccellenza. Se volete migliorare la vostra preparazione direttamente da casa senza staccare un biglietto aereo siete nel posto giusto. Fondato da Mit e Harvard nel 2012,  completamente nonprofit e open source, i corsi online che offre sono preparati da docenti dei migliori atenei USA e internazionali, tra cui Sorbona, Imperial College, Oxford. Amplissima la scelta tra percorsi gratuiti e a pagamento.

È possibile anche frequentare veri e propri Master’s degree online di durata biennale o addirittura triennale erogati da università top con tanto di esami, fino a giungere a blasonatissimi Mba. I corsi sono tutti estremamente aggiornati e curati, come si conviene a chi detta le regole della formazione mondiale. Anche in questo caso, le rette possono costare  fino a un quarto del normale e sono numerosi top brand che formano il proprio personale utilizzando il servizio. Qualche nome? Tra gli altri, Mercedes, Sony, General Motors. I prossimi potreste essere voi.


Corsi online 5 piattaforme per iniziare l'anno investendo su di te

Mettetevi comodi e preparatevi a godervi una serie di lezioni su tutti i campi dello scibile pensate per chi ha poco tempo ma molta voglia di ampliare i propri orizzonti. Skillshare è un sito più agile, dalla user experience meno impegnativa rispetto a Coursera e EdEx. Molte lezioni durano al massimo 30 minuti, e tutte sono suddivise in brevi capitoli. Per frequentare si paga un abbonamento mensile di 7 dollari, con due mesi di prova gratuita per testare il prodotto. Se non vi piace, potete sempre recedere. Con Skillshare potete anche diventare docenti, insegnando quello su cui vi sentite preparati.