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Quanto costa il granchio blu

Author: Wired

Il granchio blu è ancora al centro del dibattito in tutta Italia e, da quando la soluzione migliore che la politica ha trovato per tenere a bada l’invasione sembra essere quella di mangiarlo, il prezzo al chilo di questo crostaceo è raddoppiato in meno di un mese, arrivando fino ai 15 euro al chilo. I prezzi variano a seconda della zona geografica dove viene pescato e dalla domanda della clientela, che sembra essere sempre più interessata a provare questo nuovo prodotto.

Il crollo dei prezzi

Ad agosto del 2022 il Corriere della Sera pubblicava un articolo relativo proprio al consumo e al costo del granchio blu, definendolo come pregiato e richiesto, ma anche molto costoso. In base ai prezzi riportati dal quotidiano, lo scorso anno il granchio blu sembrava arrivare a costare fino ai 30 e i 40 euro al chilo, per essere servito in alcuni ristoranti orientali anche a 150 euro al chilo. Oggi, un anno dopo, il costo si aggira dai 3,50 euro ai 15 euro al chilo.

Il drastico calo dei prezzi sembra derivare proprio dalla sua estrema diffusione in tutta Italia, che ha portato il governo a stanziare 2,9 milioni di euro per eradicarne la specie, catturandone tonnellate di esemplari. Solo nel piccolo comune di Porto Tolle, in Veneto, se ne pescano 180 quintali al giorno che vengono immediatamente immesse sul mercato, anche per far recuperare le perdite a quelle aziende ittiche colpite negativamente dalla passione del granchio blu per cozze e vongole dell’Adriatico.

Dove costa meno

Nel dettaglio, come riporta Repubblica, Napoli si conferma il mercato con il prezzo più basso per il granchio blu, appena 3,50 euro al chilo. In Emilia Romagna, Toscana e Veneto il prezzo sale tra i 5 e i 9 euro, mentre il costo schizza in Lombardia e nel Lazio, dove il prezzo medio varia dai 12 ai 15 euro al chilo. In alcune zone del Lazio, in provincia di Latina, sembra che possa anche arrivare attorno ai 30 o 40 euro al chilo, ma solo perché spacciato come granchio blu reale, quindi è importante stare attenti alle truffe.

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A ottobre partirà un trimestre anti inflazione con prezzi calmierati

Author: Wired

Accelerare il processo di rientro dell’inflazione, peraltro già in corso negli ultimi mesi, luglio compreso. È questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato il 4 agosto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e dai rappresentanti delle associazioni della distribuzione moderna e del commercio tradizionale, che darà vita dall’1 ottobre a un trimestre anti inflazione sul carrello della spesa.

In particolare, come evidenzia una nota pubblicata sul sito del Mimit, l’accordo prevedrà prezzi calmierati non soltanto su beni primari alimentari, ma anche su una selezione di altri articoli che usualmente rientrano nel carrello della spesa dei cittadini, come per esempio i prodotti per l’infanzia. Tutto questo sarà possibile attraverso diverse modalità, che spazieranno dall’applicazione di prezzi fissi ad attività promozionali su determinati prodotti, passando per “iniziative – si legge – sulla gamma di prodotti a marchio come carrelli a prezzo scontato o unico”. Più sicurezze si avranno però entro il 10 settembre, data ultima individuata dal Mimit per definire tutti i dettagli con le associazioni che hanno sottoscritto l’accordo.

Le dichiarazioni del ministro

Con il paniere calmierato – afferma Ursosiamo convinti di poter dare un definitivo colpo all’inflazione, riconducendola a livelli naturali. Secondo i dati Ocse, l’inflazione in Italia nell’ultimo mese scende dal 7,6% al 6,4%, con un calo di 1,2 punti percentuali, maggiore a quello registrato nell’area Ocse dove l’indice dei prezzi al consumo si è ridotto in media dello 0,8%

Per il ministro, il trend si èconsolidato proprio grazie all’effetto del costante monitoraggio dei prezzi effettuato dal Mimit, con i nuovi poteri conferiti dal decreto trasparenza di gennaio, e anche all’impegno già in atto della filiera della distribuzione e del commercio, che in questi mesi ha svolto un ruolo importante nel contenimento dei prezzi e nella tutela del potere di acquisto delle famiglie. Un contributo centrale in questo processo lo svolgono anche le associazioni dei consumatori, con cui condividiamo un percorso virtuoso nell’affrontare questa sfida”.

Nella stessa nota, il Mimit ha fatto sapere che costituirà un tavolo permanente, magari anche coinvolgendo altri dicasteri, “per affrontare – si legge – tematiche specifiche del settore della distribuzione moderna e del commercio tradizionale e lavorando per superare gli ostacoli che impediscono una maggiore efficienza nelle attività d’impresa”. La prima riunione del tavolo è prevista a settembre.

Insieme al ministro Urso, hanno firmato l’accordo i rappresentanti di Federdistribuzione, Associazione Nazionale Cooperative dei Consumatori Coop, Associazione Nazionale Cooperative fra i Dettaglianti, Confcommercio – Imprese per l’Italia, Federazione Italiana Esercenti settore Alimentare – Fiesa Confesercenti, Federfarma – Federazione nazionale unitaria dei titolari di farmacia italiana, A.s.so.Farm. Federazione Aziende e Servizi Socio Farmaceutici, Federazione Farmacisti e Disabilità Onlus, Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (Mnlf) – Confederazione Unitaria delle Libere Parafarmacie Italiane (Culpi), Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, Unione Nazionale Farmacisti Titolari di Sola Parafarmacia (UNaFtisp).

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Gli Stati Uniti regolano l’intelligenza artificiale in Borsa

Author: Wired

Le società di investimento statunitensi quotate in borsa dovranno identificare eventuali conflitti di interesse relativi al loro uso dell’intelligenza artificiale ed eliminarli, nonché mettere in campo politiche e procedure utile a prevenire qualsiasi violazione. È questa, come riporta il Washington Post, l’ultima proposta normativa della Commissione per i titoli e gli scambi (Sec), l’ente federale preposto alla vigilanza delle borse valori.

La decisione dell’organo, che è la prima in questo senso di un’agenzia federale e nasce di fatto sull’onda lunga della mania delle azioni meme del gennaio 2021, va nella direzione di vietare alle realtà di Wall Street di utilizzare la tecnologia per aumentare i propri guadagni a discapito degli interessi dei propri clienti.

Se due anni e mezzo fa a preoccupare le autorità rispetto all’operato di broker online come Robinhood era stato il fatto che esse stessero rendendo l’esperienza di trading simile a un gioco con l’intento di incoraggiare operazioni rischiose, oggi la Sec vuole evitare che le aziende del comparto possano utilizzare i dati delle persone per cercare di indirizzare il loro comportamento e sollecitare la loro volontà di investire denaro.

I consulenti saranno dunque ora chiamati obbligatoriamente non soltanto a lavorare per suggerire ai propri clienti scelte che sposino unicamente i loro interessi ma anche, qualora operino online, a intendere estese le normative che riguardano il conflitto di interessi alle nuove tecnologie.

L’intelligenza artificiale – ha affermato il presidente della Sec Gary Genslerpresenta delle complessità. Ma c’è una domanda strategica al contempo elementare e di alto livello: stai ottimizzando solo per gli investitori o stai ottimizzando anche per i robo advisor? Questo sarebbe un conflitto diretto“.

Già da diverso tempo Gensler sta esprimendo pubblicamente le proprie preoccupazioni rispetto ai potenziali pericoli che l’intelligenza artificiale potrebbe presentare per la stabilità finanziaria, rendendo sistema la raccolta di dati degli investitori con il fine di sfruttarli per effettuare operazioni destabilizzanti per il mercato.

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Un bonus per riparare scarpe e vestiti invece di buttarli

Author: Wired

Si tratta solamente dell’ultima azione del governo francese per ridurre i rifiuti, grazie alla cosiddetta legge anti spreco del 2020, con cui Parigi ha vietato i sacchetti di plastica nei supermercati, le confezioni monouso nei fast food, introdotto bonus riparazione per elettrodomestici, giocattoli e altri prodotti, costruito fontanelle in tutti gli spazi pubblici per ridurre le bottiglie di plastica e introdotto il cosiddetto eco-score, certificazione su base volontaria che le aziende potranno esporre sui propri prodotti, a partire dal 2024, in cui viene indicato l’impatto ambientale e quanto siano più o meno facili da riparare.

Cosa prevede il bonus

Il Fondo riparazione si basa su due strumenti fondamentali. Il primo è quello che in italiano è stato chiamato bonus rammendo, il cui vero nome è in realtà bonus riparazione tessile. Consisterà in uno sconto diretto in fattura ai consumatori che portino a rammendare o riparare i propri indumenti, come vestiti o scarpe.

Per esempio, per sostituire la pelle consumata di un paio di scarpe si potrà ottenere uno sconto fino a 25 euro, per incollare una suola staccata lo sconto è di 8 euro, mentre per rammendare la fodera di un cappotto lo sconto sarà tra i 10 e i 25 euro, a seconda del lavoro necessario. Cifre consistenti, se si considera che rimettere a posto una suola costa generalmente circa 10 euro.

Il secondo strumento del Fondo viene indicato con il nome francese di Actions complementaires au bonus, cioè le azioni complementari al bonus che consistono in campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul servizio, formazione agli operatori del settore e la pubblicizzazione dell’iniziativa.

Il sostegno agli artigiani del settore

Come sottolinea la ministra Bérangère, si legge sul quotidiano francese Liberation, il fast fashion rischia di rendere l’industria tessile il secondo settore più inquinante della Francia, andando allo stesso tempo a danneggiare l’ambiente e i piccoli artigiani. Per questo il Fondo punta proprio a sostenere sarti e calzolai, coinvolgendoli direttamente nell’iniziativa.

Per partecipare, gli artigiani devono registrarsi sulla piattaforma Refashion, organizzazione per la moda sostenibile partner del governo, che verificherà i requisiti necessari per ricevere i fondi per la riparazione. Attualmente, a pochi giorni dal lancio del progetto si sono già iscritte circa 250 aziende e il governo punta a raggiungerne almeno 500 entro la fine dell’estate, così da attivare il servizio da ottobre 2023.

In più, sia per rendere il servizio più fruibile per tutta la cittadinanza, sia per evitare diseguaglianze tra gli artigiani, tutti i sarti e i calzolai potranno partecipare all’iniziativa senza limitazioni relative alle dimensioni dell’azienda o ai rapporti con i marchi di abbigliamento e non potranno rifiutarsi di aggiustare prodotti di firme diverse da quelle con cui hanno collaborazioni.

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Quali voli non partiranno a causa dello sciopero del 15 luglio e quelli garantiti

Author: Wired

Vlg 6165 Cagliari (Liee) – Barcellona (Lebl)

Ryr 4915 Verona (Lipx) – Palermo (Licj)

Ryr 9413 Napoli (Lirn) – Trapani (Lict)

Ryr 4561 Milano Malpensa (limc) – Cagliari (liee)

Ryr 4654 Napoli (lirn) – Cagliari (liee)

Ryr 9414 Trapani (lict) – Napoli (lirn)

Ryr 1660 Napoli (lirn) – Alghero (liea)

Ryr 1661 Alghero (liea) – Napoli (lirn)

Nos 6634 Verona (lipx) – Olbia (Lieo)

Nos 6347 Olbia (Lieo) – Bologna (lipe)

App 441 Parma (limp) – Olbia (Lieo)

App 442 Olbia (Lieo) – Parma (limp)

Sld 303 Firenze (lirq) – Elba (lirj)

Sld 304 Elba (lirj) – Firenze (lirq)

Altri voli assicurati

Come spiega la nota dell’Enac, dovranno inoltre essere assicurati gli arrivi a destinazione di tutti i voli nazionali in corso al momento dell’inizio dello sciopero, le partenze di tutti i voli programmati in orari antecedenti all’inizio dell’astensione e ritardati per cause indipendenti dalla volontà delle parti e l’arrivo a destinazione negli aeroporti nazionali dei voli internazionali con orario stimato non oltre trenta minuti prima dall’inizio dello sciopero.

Voli intercontinentali

Per quanto riguarda invece i voli intercontinentali, oltre a tutti quelli in arrivo, compresi i transiti su scali nazionali, saranno assistiti, per il Medio Oriente:

Msr 704 Malpensa (Limc) – Cairo (Heca)

Uae 206 Malpensa (Limc) – Dubai (Omdb)

Qtr 128 Malpensa (Limc) – Doha Hamad (Othh)

Kac 164 Malpensa (Limc) – Kuwait (Okkk)

Eth 713 Malpensa (Limc) – Fiumicino (Lirf) – Addis Abeba (Haab)

Ity 896 Fiumicino (Lirf) – Cairo (Heca)

Eju 3937 Malpensa (Limc) – Tel Aviv (Llbg)

Rja 102 Fiumicino (Lirf) – Queen Alia (Ojai)

Etd 86 Fiumicino (Lirf) – Abu Dhabi (Omaa)

Ely 288 Malpensa (Limc) – Tel Aviv (Llbg)

Lav 3511 Malpensa (Limc) -Marsalam (Hema)

Fdb 1682 Napoli (Lirn) -Dubai (Omdb)

Gfa 026 Malpensa (Limc) – Bahrain (Obbi)

Sva 210 Malpensa (Limc) – Jeddah (Oejn)

Mea 236 Malpensa (Limc) – Beirut (Olba)

Isr 356 Verona (Lipx) – Tel Aviv (Llbg)

Ahy 036 Malpensa (Limc) – Baku (Ubbb)

Ryr 3154 Bergamo (Lime) – Amman (Ojai)

Aby 711 Bergamo (Lime) – Sharjah (Omsj)

Per il Nord America:

Uae 205 Malpensa (Limc) – New York (Kjfk)

Ity 604 Malpensa (Limc) – New York (Kjfk)

Tsc 2309 Fiumicino (Lirf) – Toronto (Cyyz)

Ual 0415 Malpensa (Limc) – Chicago (Kord)

Dal 289 Venezia (Lipz) – New York (Kjfk)