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Economia Tecnologia

In tempo di sconti online, fate attenzione al prezzo di partenza

Author: Wired

Con l’arrivo del Black friday, tantissime persone si stanno sbrigando a fare acquisti online con gli sconti. Tantissime piattaforme riportano solo il prezzo scontato del prodotto in vendita, impedendo così ai consumatori di poter verificare l’effettivo risparmio e la convenienza dell’acquisto. Così facendo, violano la direttiva europea Omnibus, che impone agli esercenti di garantire la massima trasparenza nella gestione delle offerte.

Secondo un’indagine dell’Associazione italiana commercio elettronico (Aicel), su un campione di 120 piattaforme di vendita online, solo il 16,5% risulta conforme alla normativa sugli sconti. Tra quelle rispettose della direttiva, analizzate nel periodo tra il 3 e il 12 novembre 2023, il 40% si occupa di prodotti per il benessere e la cura della persona, il 30% di moda e accessori e il 20% di prodotti per animali. La ricerca non ha evidenziato grandi differenze di comportamento collegate alle dimensioni delle società analizzate, che siano esse grandi o piccoli rivenditori online. Assenti, tra le piattaforme conformi alla direttiva, i siti di shopping online legati a prodotti informatici e digitali.

Questi dati mostrano come la gran parte delle piattaforme di vendita online non sia trasparente rispetto all’effettiva entità dello sconto applicato, andando potenzialmente a fuorviare i consumatori. La direttiva Omnibus, in vigore da luglio 2023, punta proprio a contrastare gli sconti fuorvianti, imponendo agli esercenti di indicare chiaramente la riduzione di prezzo rispetto all’importo più basso applicato ai prodotti, nei trenta giorni precedenti alla messa in saldo.

Questo prezzo può essere chiamato “prezzo precedente”, che è diverso dal “prezzo consigliato”, cioè il prezzo di vendita suggerito dal produttore, che spesso può risultare più alto. Lo sconto, di solito, viene applicato sul prezzo consigliato. Tuttavia, dall’analisi risulta che molte piattaforme adottano la strategia di indicare esclusivamente il prezzo di listino, cioè il prezzo massimo a cui può venire venduto un prodotto, per sembrare più trasparenti, dettaglio utile ma non obbligatorio ai fini della normativa in vigore.

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Tecnologia

Amazon ha venduto una bevanda con l’urina dei suoi fattorini

Author: Wired

La bevanda aveva tutte le caratteristiche di un drink di successo. Un design accattivante, un font audace e un nome incisivo, Release. Ma all’interno ogni bottiglia conteneva l’urina degli autisti di Amazon.

Questo non ha impedito alla piattaforma di mettere in vendita Release, che ha addirittura raggiunto il primo posto nella classifica dei bestseller per la categoria “Bitter Lemon”. La “bevanda” è stata creata da Oobah Butler per il suo nuovo documentario, The Great Amazon Heist, andato in onda giovedì 19 ottobre su Channel 4, un canale televisivo pubblico del Regno Unito.

Butler è un giornalista e presentatore famoso soprattutto per aver trasformato il capanno del suo giardino a Londra nel ristorante più popolare su Tripadvisor. The Great Amazon Heist si apre con Butler che si infiltra con una telecamera nascosta in un centro di distribuzione Amazon a Coventry, dove parla con i dipendenti che si lamentano per i dolori ai piedi e alla schiena, le condizioni di lavoro potenzialmente pericolose e la sorveglianza quasi costante da parte dell’azienda. Il presentatore passa il suo primo giorno a scaricare un camion bollente, senza ventilatore o aria condizionata.

Il portavoce di Amazon James Drummond afferma che “niente è più importante” della sicurezza e del benessere dei dipendenti e che l’azienda fornisce ai lavoratori indumenti e calzature protettive e ha “team dedicati alla salute e alla sicurezza“.

Butler è stato riconosciuto nel giro di pochi giorni e ha quindi deciso di intervistare i fattorini che si occupano delle consegne per conto di Amazon. Gli autisti raccontano che dal momento che l’azienda li penalizza nel caso di consegne troppo lente, sono costretti a urinare nelle bottiglie perché non hanno il tempo di trovare un posto dove fermarsi.

Yellow drink bottle on a yellow background

ReleaseCourtesy of Channel 4

La storia era già stata segnalata in passato, ma quello che non era noto è che alcuni autisti sostengono che Amazon li penalizza anche se le bottiglie piene di urina rimangono nel camion quando tornano al magazzino (Drummond nega la ricostruzione e sottolinea che agli autisti dell’azienda viene ricordato di fare pause regolari sull’app Amazon Delivery). Per evitare sanzioni, i fattorini finiscono quindi per gettare le bottiglie sul ciglio della strada. Butler è andato a cercarle vicino ai magazzini di Amazon a Coventry, New York e Los Angeles, trovandone il più delle volte.

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Economia Tecnologia

Meta pensa di connettere Whatsapp alle chat altrui

Author: Wired

Con il Digital Markets Act la Commissione europea ha selezionato a inizio settembre le grandi piattaforme che reputa gatekeeper, ovvero potenti a tal punto da essere in grado di influenzare il mercato interno, modellare i rapporti tra utenti e aziende online e ritagliarsi una posizione difficilmente contendibile.

Pochi giorni dopo, l’11 settembre, è arrivata la prima di quella che si preannuncia una lunga serie di azioni che i colossi indicati, ovvero Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Bytedance e Microsoft metteranno in campo per assoggettarsi al Digital markets act (Dma). Come riporta TechCrunch, rilanciando WABetaInfo, Meta ha infatti lanciato una nuova versione beta di Whatsapp per Android che presenta una nuova schermata dedicata alle “chat di terze parti”.

Alla stregua di Messenger, anche l’app del colosso di Menlo Park è finita sotto la lente d’ingrandimento dell’esecutivo europeo per quanto riguarda la messaggistica. Nel dettaglio, sin dal 2022 l’Unione europea ha sottolineato quanto l’interoperabilità tra le piattaforme di tale tipo fosse fondamentale per tutelare gli operatori più deboli, spingendo di fatto Whatsapp e Messenger a mettere in condizione i propri clienti di scambiare messaggi con gli utenti, per esempio, di Signal, Telegram o Snapchat.

Nonostante abbia a disposizione sei mesi di tempo per uniformarsi al Dma, con scadenza quindi prevista a marzo 2024, sembra che Meta abbia scelto di muoversi subito per apportare le dovute modifiche a Whatsapp, almeno per quanto riguarda i messaggi di testo. Resta infatti da stabilire come la società di Mark Zuckerberg agirà per rendere interoperabile la propria app per quanto concerne l’invio di documenti e messaggi audio e le videochiamate, e come si muoverà invece per adeguare ai nuovi precetti Messenger.

A salvarsi è invece stato, per ora, Apple iMessage: il colosso di Cupertino ha infatti dichiarato che il proprio servizio di messaggistica non raggiunge ancora la soglia di 45 milioni di utenti.

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Economia Tecnologia

Un bonus per riparare scarpe e vestiti invece di buttarli

Author: Wired

Si tratta solamente dell’ultima azione del governo francese per ridurre i rifiuti, grazie alla cosiddetta legge anti spreco del 2020, con cui Parigi ha vietato i sacchetti di plastica nei supermercati, le confezioni monouso nei fast food, introdotto bonus riparazione per elettrodomestici, giocattoli e altri prodotti, costruito fontanelle in tutti gli spazi pubblici per ridurre le bottiglie di plastica e introdotto il cosiddetto eco-score, certificazione su base volontaria che le aziende potranno esporre sui propri prodotti, a partire dal 2024, in cui viene indicato l’impatto ambientale e quanto siano più o meno facili da riparare.

Cosa prevede il bonus

Il Fondo riparazione si basa su due strumenti fondamentali. Il primo è quello che in italiano è stato chiamato bonus rammendo, il cui vero nome è in realtà bonus riparazione tessile. Consisterà in uno sconto diretto in fattura ai consumatori che portino a rammendare o riparare i propri indumenti, come vestiti o scarpe.

Per esempio, per sostituire la pelle consumata di un paio di scarpe si potrà ottenere uno sconto fino a 25 euro, per incollare una suola staccata lo sconto è di 8 euro, mentre per rammendare la fodera di un cappotto lo sconto sarà tra i 10 e i 25 euro, a seconda del lavoro necessario. Cifre consistenti, se si considera che rimettere a posto una suola costa generalmente circa 10 euro.

Il secondo strumento del Fondo viene indicato con il nome francese di Actions complementaires au bonus, cioè le azioni complementari al bonus che consistono in campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul servizio, formazione agli operatori del settore e la pubblicizzazione dell’iniziativa.

Il sostegno agli artigiani del settore

Come sottolinea la ministra Bérangère, si legge sul quotidiano francese Liberation, il fast fashion rischia di rendere l’industria tessile il secondo settore più inquinante della Francia, andando allo stesso tempo a danneggiare l’ambiente e i piccoli artigiani. Per questo il Fondo punta proprio a sostenere sarti e calzolai, coinvolgendoli direttamente nell’iniziativa.

Per partecipare, gli artigiani devono registrarsi sulla piattaforma Refashion, organizzazione per la moda sostenibile partner del governo, che verificherà i requisiti necessari per ricevere i fondi per la riparazione. Attualmente, a pochi giorni dal lancio del progetto si sono già iscritte circa 250 aziende e il governo punta a raggiungerne almeno 500 entro la fine dell’estate, così da attivare il servizio da ottobre 2023.

In più, sia per rendere il servizio più fruibile per tutta la cittadinanza, sia per evitare diseguaglianze tra gli artigiani, tutti i sarti e i calzolai potranno partecipare all’iniziativa senza limitazioni relative alle dimensioni dell’azienda o ai rapporti con i marchi di abbigliamento e non potranno rifiutarsi di aggiustare prodotti di firme diverse da quelle con cui hanno collaborazioni.

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Economia Tecnologia

Youtube sta per lanciare un canale di live shopping

Author: Wired

Il prossimo 30 giugno Youtube lancerà il suo primo canale commerciale ufficiale dedicato alla vendita in diretta, e lo farà in Corea del Sud. A darne notizia, come riporta l’agenzia Reuters è stata il 21 giugno la testata sudcoreana Yonhap.

Come spiega quest’ultima, la vendita di prodotti in live streaming ha già conquistato una fetta importante del mercato nel paese asiatico grazie alla strategia messa in campo e al successo conseguito dal gigante della tecnologia Naver. Un’esperienza che rende questa nuova avventura di Alphabet tutt’altro che un salto nel buio.

Il nuovo canale partirà come un progetto prova di 90 giorni e opererà in lingua coreana. Inizialmente, secondo quanto risulta a Yonhap e ad altre testate della Corea del Sud, Youtube fornirà alle aziende interessate una piattaforma di vendita dal vivo: nelle previsioni, dovrebbe trasmettere in streaming le televendite in diretta di circa trenta marchi diversi.

Come riporta l’agenzia Reuters, già a febbraio il capo della divisione commerciale di Google Philipp Schindler aveva affermato che, grazie alle entrate pubblicitarie di Youtube derivanti dalla scelta degli inserzionisti di preferirla a piattaforme concorrenti come per esempio TikTok, Alphabet ha “un grande potenziale per riuscire a rendere facile per le persone fare acquisti dai creator, dai marchi e dai contenuti che amano”.

Il mercato azionario non è rimasto indifferente all’indiscrezione rilanciata dall’agenzia Yonhap. Nella mattinata del 21 giugno le azioni di Naver sono infatti scese del 4%, mentre quelle di Lotte Shopping, un gigante coreano del commercio e dell’ecommerce, sono calate del 3,3% a fronte di un calo generale del mercato dello 0,5%.

Secondo le previsioni, il mercato del commercio in diretta in Corea del Sud dovrebbe crescere quest’anno fino a 10 trilioni di won, pari a 7,05 milioni di euro, quasi il quadruplo rispetto ai 2,8 trilioni registrati nel 2021. Attualmente Naver detiene una quota del mercato di circa il 60%, seguita da Kyobo Securities. Ma l’avvento di Alphabet è destinato a sparigliare le carte sul tavolo.