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Economia Tecnologia

La guerra dei chip tra Cina e Stati Uniti si fa più dura

Author: Wired

Tanto tuonò che alla fine piovve. A causa di venti in arrivo non solo da Ovest, come accaduto diverse volte negli scorsi anni, ma ora anche da Est. La chip war si intensifica e lo fa con una mossa improvvisa della Cina, che ha introdotto delle restrizioni alle esportazioni di gallio e germanio, due metalli critici per la produzione di semiconduttori ad alte performance, ma anche con applicazioni fondamentali nel settore delle telecomunicazioni e nella costruzione di veicoli elettrici. Non una mossa inaspettata. Nel corso del tempo, più volte si era previsto che Pechino potesse muoversi per limitare le spedizioni degli elementi su cui ha un vantaggio strategico, in risposta alle crescenti restrizioni introdotte dagli Stati Uniti per provare a impedire o limitare l’accesso del rivale asiatico alla tecnologia più avanzata in materia di microchip.

L’annuncio è arrivato lunedì 3 luglio, a poche ore di distanza da un altro annuncio, quello della visita della segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen, a Pechino dal 6 al 9 luglio. Un “regalo di benvenuto” non esattamente gradito per Washington. “In conformità con le disposizioni pertinenti della Legge sul controllo delle esportazioni della Repubblica popolare cinese, Legge sul commercio estero della Repubblica popolare cinese e Legge doganale della Repubblica popolare cinese, al fine di salvaguardare la sicurezza nazionale e interessi nazionali, con l’approvazione del Consiglio di Stato, si decide di attuare controlli sulle esportazioni di articoli legati al gallio e al germanio”, si legge nel comunicato del ministero del Commercio che fa dunque menzione esplicita di quanto siano strategici i due metalli nel contesto della sicurezza nazionale agognata dal presidente cinese Xi Jinping anche in materia di chip, su cui ha più volte chiesto di perseguire l’autosufficienza tecnologica.

Bandiera di SamsungI chip riavvicinano Corea del Sud e Giappone

Il disgelo tra Tokyo e Seul porta Samsung, il principale colosso di microchip sudcoreano, ad aprire un impianto di sviluppo a Yokohama. Una mossa dall’alto valore strategico, che può cambiare gli equilibri nella contesa tecnologica a livello regionale e non solo

Perché la Cina blocca gallio e germanio

Che cosa cambia con la mossa del governo cinese? Il gallio e il germanio, insieme ai loro composti chimici, saranno soggetti a controlli sulle esportazioni per proteggere la sicurezza nazionale cinese a partire dal primo agosto. Gli esportatori dei due metalli dovranno richiedere licenze al ministero del Commercio se vorranno iniziare o continuare a spedirli fuori dal Paese e dovranno comunicare i dettagli degli acquirenti esteri e delle loro richieste.

Pechino è il produttore globale dominante di entrambi i metalli. Secondo il Critical Mineral Intelligence Centre del Regno Unito, la Cina rappresenta circa il 94% della produzione mondiale di gallio. Un dominio sfruttato, sul gallio, nello sviluppo delle infrastrutture di rete 5G. Così come il germanio, il gallio ha un ruolo nella produzione di una serie di semiconduttori composti, che combinano più elementi per migliorare la velocità e l’efficienza della trasmissione. Sebbene questi metalli siano rintracciabili anche altrove (per esempio in Corea del Sud, Giappone, Russia e Ucraina) la Cina ha fondato una sorta di dominio perché ha sin qui rifornito il mondo in modo altamente vantaggioso prezzo, avendo mantenuto bassi i costi estrattivi e di lavorazione. Entrambi i metalli sono infatti sottoprodotti della lavorazione di altre materie prime come il carbone e la bauxite, la base per la produzione di alluminio.

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Economia Tecnologia

Apple dimezza i piani di produzione del suo visore

Author: Wired

Apple è stata costretta a rivedere i propri piani relativi al suo ultimo prodotto di punta, il Vision Pro. Secondo quanto riportato dal Financial Times, a un mese dalla presentazione ufficiale del dispositivo, il colosso tech di Cupertino è sempre più lontano dalla possibilità di arrivare a spedirne un milione nel 2024.

Due persone vicine ad Apple e a Luxshare, il fornitore cinese che si occuperà almeno in una prima fase di assemblare il visore, hanno infatti fatto sapere alla testata statunitense che la società fondata da Steve Jobs sarebbe pronta a produrre solo meno di 400mila unità del prodotto. Due dei fornitori cinesi individuati dal colosso per fornirgli alcune componenti fondamentali per realizzare Vision Pro hanno addirittura confessato che sarebbero loro stati richiesti soltanto i pezzi necessari a fabbricarne appena 130-150mila unità.

In particolare, tra i principali ostacoli che Apple starebbe incontrando sul proprio cammino ci sarebbe la produzione dei due display micro-Oled, uno per ciascun occhio, nonché quella della lente curva rivolta verso l’esterno. I primi offrono una risoluzione che supera qualsiasi altro dispositivo attualmente presente sul mercato, mentre la seconda proietta la vista di chi indossa Vision Pro verso il mondo esterno.

Ad aumentare le convinzioni di chi era pronto a scommettere sul flop del nuovo prodotto Apple si aggiunge poi il fattore relativo alla domanda. Il costo di Vision Pro, pari a 3.500 dollari, contribuisce infatti a scoraggiare i consumatori a prenotarlo. Anche questa ragione starebbe dunque spingendo la società di Cupertino a progettare un visore più economico, con l’intenzione di lanciarlo sul mercato nei prossimi mesi, rivolgendosi per i display alle coreane Samsung e Lg. Tra le ipotesi al vaglio di Apple per abbassare il prezzo del proprio prodotto ci sarebbe l’utilizzo di tecnologie di visualizzazione diverse dal micro-Oled, come per esempio il mini-Led.

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Tecnologia

Sono stati trovati detriti vicino al relitto del Titanic

Author: Wired

Oggi è una giornata critica per la missione di salvataggio, perché le scorte del sottomarino iniziano a scarseggiare – ha detto -. Sono certo che Stockton e il resto dei passeggeri si siano accorti giorni fa che la migliore cosa da fare era estendere i limiti di tali risorse rilassandosi il più possibile. Sono fermamente convinto che la finestra di tempo utile per il lo salvataggio sia più lunga di quello che la maggior parte delle persone pensa. Io mantengo la speranza per il mio amico e per il resto dei passeggeri”.

I passeggeri

A bordo del Titan sono presenti il miliardario britannico Hamish Harding, imprenditore nel settore aerospaziale, il miliardario oceanografo francese Paul-Henri Nargeolet, ex militare ed esperto del Titanic, il miliardario pachistano naturalizzato britannico Shahzada Dawood e il figlio diciannovenne Sulaiman, membri di una delle famiglie più ricche del Pakistan e attivi nell’industria petrolchimica.

Insieme a loro anche l’amministratore delegato della compagnia proprietaria del Titan, Stockton Rush. La moglie di Rush, per macabra ironia, è la bisnipote di due famose vittime del naufragio del Titanic: Isidor e Ida Straus, un’anziana e ricca coppia di migranti tedeschi arrivati negli Stati uniti a metà dell’Ottocento, che perse la vita nella loro suite di prima classe del transatlantico. Come riporta il New York Times, la loro storia ispirò una delle scene più iconiche del film Titanic di James Cameron, in cui una coppia anziana attende la morte abbracciata su un letto mentre l’intera nave va a fondo.

Sicurezza

“Non c’è stato un incidente nell’industria dei sommergibili commerciali in oltre 35 anni. È tutto oscenamente sicuro”, aveva dichiarato anni fa Rush allo Smithsonian “e a causa di tutti questi regolamenti non c’è margine di crescita o innovazione”, giudicando pertanto i regolamenti dei lacci allo sviluppo del settore dei batiscafi per esplorazioni e missioni sottomarine a scopo di diporto.

In particolare, Rush faceva riferimento a un regolamento del 1993 che aveva imposto nuovi e più severi controlli sugli standard di sicurezza necessari a poter dare il via libera alle immersioni e relativi ai profili dei piloti dei sommergibili. Nell’intervista, Rush aveva definito queste regole comprensibili ma illogiche, lamentando presunti effetti detrimenti sull’innovazione dell’industria.

Articolo in aggiornamento

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Economia Tecnologia

La società che permette di visitare il Titanic con un sottomarino

Author: Wired

Un nuovo mistero angoscioso si è aggiunto al mito del Titanic. Un sottomarino dedicato al turismo è scomparso lunedì 19 giugno, in mattinata, nell’Atlantico settentrionale durante un’immersione per visitare il relitto più famoso del mondo. Secondo la guardia costiera di Boston, le persone disperse sono cinque ed è già in corso una missione di ricerca e salvataggio. Non si conosce per ora la causa dell’incidente che ha toccato il sommergibile OceanGate. Secondo le ultime ricostruzioni, l’ultima posizione segnalata è delle 11 del mattino, ora locale.

Cosa sappiamo:

  1. La società del sommergibile
  2. Il turismo del relitto
  3. Analisi sul relitto

La società del sommergibile

Il sommergibile è gestito da OceanGate Expeditions, una società che offre visite alla carcassa della nave da crociera, che si trova adagiata a 3.810 metri sul fondo dell’oceano, a circa 400 chilometri al largo della costa di Terranova, in Canada. Le missioni, della durata di otto giorni, di solito si svolgono a maggio e terminano a giugno. OceanGate ha un contratto con Polar Prince, un rimorchiatore canadese che viene utilizzato per portare i sommergibili nel punto in superficie sotto il quale si trova il relitto del Titanic. La Polar Prince in questo momento si trova a 700 metri dal relitto. Ogni immersione dura dalle otto alle dieci ore.

L’attrazione non è per tutte le tasche: il costo per un viaggio è di 250mila dollari a persona. Il sommergibile Titan, dotato secondo una brochure disponibile on line della tecnologia più all’avanguardia, ha un’ampia finestra di vetro compresso che consente l’osservazione del fondo marino e un’autonomia di 96 ore.

La mappa del viaggio del Titanic

La mappa del viaggio del TitanicDimitrios Karamitros/Getty Images

Il turismo del relitto

Nelle prime ore non era chiaro se il sommergibile scomparso appartenesse davvero a OceanGate Expeditions. In un comunicato pubblicato da Cbs lunedì pomeriggio, la società ha poi confermato che è suo il naviglio oggetto dell’operazione di salvataggio, aggiungendo che stava “esplorando e mobilitando tutte le opzioni per riportare in salvo l’equipaggio“. La società non ha precisato quante persone fossero a bordo dell’imbarcazione dispersa né se si trattasse di turisti paganti. “La nostra attenzione è rivolta ai membri dell’equipaggio del sommergibile e alle loro famiglie“, ha dichiarato OceanGate.

Il presidente di OceanGate Expeditions, Stockton Rush, aveva dichiarato nel 2021 che i turisti paganti hanno una funzione importante nello scattare immagini ad alta risoluzione del relitto, trasformandosi a tutti gli effetti in esploratori. Un veterano delle immersioni, intervistato da una rivista dedicata al turismo luxury, aveva sponsorizzato l’iniziativa spiegando che anno dopo anno si può osservare un forte deterioramento sul relitto.

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Tecnologia

I migliori tv da 65 pollici per portarti il cinema dentro casa

Author: Wired

(Ultimo aggiornamento: giugno 2023)

I tv da 65 pollici sono sicuramente tra i più popolari degli ultimi anni. Si tratta di modelli dotati di una diagonale generosa, che permette una visione eccellente di qualunque tipo di contenuto, ma che al tempo stesso sono abbastanza facili da inserire in un contesto domestico, anche grazie alla possibilità di appenderli a parete. L’estremo successo di questo formato ha portato le case produttrici a invadere il mercato con un quantitativo impressionante di proposte, che si differenziano per caratteristiche tecniche, funzionalità e prezzo. Per muoversi all’interno di questo mare di apparecchi, tra novità di quest’anno, grandi classici e offerte scontate, abbiamo selezionato una quindicina di modelli per tutti i gusti e per tutte le tasche.

Cosa cercare in un tv da 65 pollici

Bene, le dimensioni le abbiamo scelte. Una diagonale di 65 pollici, al cambio circa 165 centimetri, è quella adatta alle nostre esigenze. Ora non ci resta che valutare tutto il resto. Già, ma cosa è tutto il resto? Quali sono le caratteristiche da tenere in considerazione prima di operare una scelta? Cosa dobbiamo guardare con attenzione, e su cosa invece possiamo chiudere un occhio? Ecco le nostre risposte a queste domande:

  • Pannello: la tipologia di pannello è senza dubbio l’elemento cardine nella scelta di un televisore, in grado di farne lievitare (o di far sgonfiarne) in maniera sensibile il costo. Partiamo dal presupposto che, in qualunque caso, non si può prescindere da una risoluzione 4k, ormai divenuto standard anche per le fasce di prezzo più basse. Optare per uno dei pochissimi modelli full hd attualmente sul mercato sarebbe davvero un’operazione di puro masochismo di stampo fantozziano, che non consiglieremmo al nostro peggior nemico. Più importante, e direttamente legata al budget a proprio disposizione, è invece la questione relativa alla tecnologia alla base del pannello. Se non avete problemi di soldi e puntate sempre al top, la risposta è una sola: oled. Davanti ai vostri occhi scorreranno immagini con colori forti, intensi, frutto di un eccezionale livello di contrasto e di una riproduzione del nero perfetta, a cui si affianca un ampissimo angolo di visione. Il tutto condito da un, non clamoroso ma comunque presente, risparmio di consumo energetico. Se invece dovete fare i conti al centesimo, o semplicemente non siete interessati a investire una cifra elevata, la soluzione ideale è un pannello a led, magari in una delle sue versioni evolute (NanoCell e Quantum Dot). La resa visiva sarà di qualità inferiore, ma nel complesso si manterrà comunque su standard decisamente elevati.
  • Audio: con schermi sempre più sottili e cornici quasi inesistenti, lo spazio in cui inserire altoparlanti di elevata qualità è ridotto ai minimi termini. Per questo motivo, qualunque sia il modello prescelto, è davvero difficile attendersi dei miracoli. Alcuni televisori utilizzano tecnologie progettate per riprodurre in maniera virtuale effetti surround e per equilibrare al meglio i suoni, ma per ottenere un’esperienza davvero esaltante il nostro consiglio è sempre quello di optare per l’acquisto di una soundbar o di casse da posizionare strategicamente nella stanza.
  • Smart: se un tempo le funzioni smart erano viste come una rara aggiunta al pacchetto televisivo, ormai da alcuni anni sono diventate una caratteristica che viene data per scontata. In effetti, fatte salve le differenze di interfaccia che caratterizzano i sistemi operativi proprietari delle diverse case produttrici, quasi tutti i modelli attualmente sul mercato presentano una dotazione standard che consente di usufruire agevolmente di app e di servizi streaming. Altrettanto comune è la compatibilità con assistenti vocali, mentre è meno frequente l’integrazione con Chromecast.
  • Gaming: per poter funzionare in maniera adeguata anche come schermo da gaming, soprattutto se associato a un pc oppure a console di ultima generazione (PlayStation 5 e Xbox Series X|S), un televisore deve essere dotato di poche e semplici caratteristiche. È importante che la risoluzione 4k sia affiancata da una frequenza di aggiornamento a 120 Hz, a cui aggiungere la compatibilità alle tecnologie Vrr, Nvidia G-Sync e Amd Freesync per garantire il massimo della fluidità nell’azione. Inoltre può essere utile controllare sempre anche i valori di input lag. Più sono bassi, migliore sarà la risposta ai comandi.

Come li abbiamo scelti

Nello scegliere i quindici migliori televisori 65 pollici attualmente sul mercato abbiamo cercato di soddisfare qualunque tipo di esigenza. Il risultato è un elenco in cui, passando dai modelli entry level ai pesi massimi della categoria, è sempre garantito un ottimo rapporto qualità/prezzo. Per chi cerca tv anche più piccoli, c’è la nostra raccolta dei migliori tv per tutte le tasche, dai 50 pollici in giù fino ai compatti smart tv da 32 pollici. Per chi punta dritto alla tecnologia oled infine abbiamo scelto i migliori modelli provvisti di questi pannelli.