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Su YouTube arrivano i riassunti dei video fatti dall’intelligenza artificiale

Author: Wired

Google sta sperimentando su YouTube un nuovo strumento basato su intelligenza artificiale per creare riassunti dei video caricati sulla piattaforma. La soluzione non andrà a sostituirre le descrizioni redatte dagli autori dei filmati stessi per accompagnare l’utente nella scelta del proprio palinsesto personale, ma andrà invece ad affiancare queste ultime. Per il momento la futura funzionalità è in fase di test: ha lavorato su un numero limitato di contenuti e solo in lingua inglese, ma fa parte di un parterre di novità basate su algoritmi di intelligenza artificiale che la casa di Mountain View introdurrà verosimilmente nei prossimi mesi.

Sono molti ormai i colossi del tech che stanno sfruttando l’intelligenza artificiale anche per tutti quei lavori sporchi che richiedono tempo e fatica. Tra questi non mancano i riassunti di eventi come le video-riunioni su Microsoft Teams come già visto nelle scorse settimane.

Riconoscimento e sintesi

Il funzionamento è relativamente semplice da spiegare: il sistema riesce a riconoscere cosa viene visualizzato e cosa viene detto o scritto, come è avvenuto finora in modo più spartano per la generazione automatica di sottotitoli durante video e streaming in diretta. In più, il sistema parte dall’elaborato finale e ne fa una sintesi concettuale, così da rendere chiaro con una rapida lettura quali siano i temi trattati nel video.

Dove trovare la nuova funzione

I riassunti realizzati dall’AI appariranno nelle pagine di ricerca e anche in quella specifica di un determinato video, offrendo più informazioni rispetto alla descrizione caricata dall’utente che ha effettuato l’upload del file. Sulla pagina di supporto pubblicata il 31 luglio che racconta del test in corso si può leggere: “Stiamo iniziando a testare i riepiloghi generati automaticamente dall’intelligenza artificiale su YouTube, in modo che sia più facile per te leggere un breve riepilogo su un video e decidere se è adatto ai tuoi gusti”.

Per il momento la novità è limitata a pochi video in lingua inglese e solo alcuni utenti vedranno i riassunti, che dovrebbero far parte del pacchetto delle opzioni in arrivo nei prossimi mesi, anche se manca ancora l’ufficialità da parte di Google. I riassunti prodotti dalle AI diventeranno comunque sempre più diffusi in molte app che vanno dalla produttività alla didattica a distanza, ma anche a software di messaggistica (tornando molto utili nei gruppi densamente popolati), forum e chat.

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Tecnologia

YouTube introduce il doppiaggio automatico

Author: Wired

Anche YouTube cede all’intelligenza artificiale. Proprio ieri, in occasione del VidCon, la piattaforma ha annunciato l’intenzione di migliorare il doppiaggio dei video aggiungendo il supporto dell’intelligenza artificiale. Dall’incubatore Area 120 di Google arriva così Aloud, uno strumento che consente prima di trascrivere l’audio in testo, e poi di tradurlo in un’altra lingua, e infine, eseguire il doppiaggio. Una funzione particolarmente utile per i creator, alcuni dei quali la stanno già provando in anteprima. Per il momento, però, Aloud è disponibile soltanto in poche lingue, anche se pare che a breve ce ne saranno “altre in arrivo”.

Allo stato attuale, però, la portavoce Jessica Gibby ha fatto sapere che lo strumento di YouTube supportato dall’Ai è disponibile soltanto in inglese, spagnolo e portoghese. Nonostante questo, Aloud potrebbe rivelarsi utile, dato che un numero sempre crescente di creator sta aggiungendo doppiaggi multilingue ai suoi contenuti video. Uno studio condotto proprio da YouTube a gennaio, infatti, ha dimostrato che i video doppiati in più lingue registrano un aumento del tempo di visualizzazione, con almeno il 15% proveniente dalle “visualizzazioni nella lingua non principale del video”. Inoltre, la possibilità di condividere un contenuto doppiato in più lingue permette ai creator di utilizzare un unico canale anche per un pubblico di varia provenienza, senza la necessità di dover canali separati per ogni lingua.

Insomma, l’introduzione di Aloud potrebbe migliorare non poco la vita dei creator di YouTube, e non solo. Nel prossimo futuro, secondo quanto riportato dal vicepresidente dei prodotti per i creator Amjad Hanif, la piattaforma potrebbe addirittura permettere “che le tracce audio tradotte suonino come la voce del creator, con più espressività e sincronizzazione labiale”. Per vedere tutto questo, però, dovremmo aspettare almeno il 2024, quando YouTube pare che rilascerà il supporto dell’intelligenza artificiale all’attività dei creator. Per il momento, però, si tratta solo di progetti.

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Youtube sta per lanciare un canale di live shopping

Author: Wired

Il prossimo 30 giugno Youtube lancerà il suo primo canale commerciale ufficiale dedicato alla vendita in diretta, e lo farà in Corea del Sud. A darne notizia, come riporta l’agenzia Reuters è stata il 21 giugno la testata sudcoreana Yonhap.

Come spiega quest’ultima, la vendita di prodotti in live streaming ha già conquistato una fetta importante del mercato nel paese asiatico grazie alla strategia messa in campo e al successo conseguito dal gigante della tecnologia Naver. Un’esperienza che rende questa nuova avventura di Alphabet tutt’altro che un salto nel buio.

Il nuovo canale partirà come un progetto prova di 90 giorni e opererà in lingua coreana. Inizialmente, secondo quanto risulta a Yonhap e ad altre testate della Corea del Sud, Youtube fornirà alle aziende interessate una piattaforma di vendita dal vivo: nelle previsioni, dovrebbe trasmettere in streaming le televendite in diretta di circa trenta marchi diversi.

Come riporta l’agenzia Reuters, già a febbraio il capo della divisione commerciale di Google Philipp Schindler aveva affermato che, grazie alle entrate pubblicitarie di Youtube derivanti dalla scelta degli inserzionisti di preferirla a piattaforme concorrenti come per esempio TikTok, Alphabet ha “un grande potenziale per riuscire a rendere facile per le persone fare acquisti dai creator, dai marchi e dai contenuti che amano”.

Il mercato azionario non è rimasto indifferente all’indiscrezione rilanciata dall’agenzia Yonhap. Nella mattinata del 21 giugno le azioni di Naver sono infatti scese del 4%, mentre quelle di Lotte Shopping, un gigante coreano del commercio e dell’ecommerce, sono calate del 3,3% a fronte di un calo generale del mercato dello 0,5%.

Secondo le previsioni, il mercato del commercio in diretta in Corea del Sud dovrebbe crescere quest’anno fino a 10 trilioni di won, pari a 7,05 milioni di euro, quasi il quadruplo rispetto ai 2,8 trilioni registrati nel 2021. Attualmente Naver detiene una quota del mercato di circa il 60%, seguita da Kyobo Securities. Ma l’avvento di Alphabet è destinato a sparigliare le carte sul tavolo.

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Tecnologia

Perché YouTube suggerisce ai bambini video di armi e sparatorie

Author: Wired

Secondo il gruppo Tech Transparency Project (TTP), l’algoritmo di raccomandazione della piattaforma sta “spingendo i ragazzi interessati ai videogiochi a scene di sparatorie nelle scuole, istruzioni su come usare e modificare le armi” e persino un film sul famigerato serial killer Jeffrey Dahmer. Una conclusione a cui i ricercatori sono arrivati creando quattro nuovi account YouTube, e fingendosi bambini di 9 e 14 anni. Per circa un mese, quindi, hanno guardato le playlist di contenuti che avevano come tema videogiochi popolari quali Roblox, Lego Star Wars, Halo e Grand Theft Auto. E hanno seguito, più o meno diligentemente, i video suggeriti dall’algoritmo di YouTube.

Il risultato è stato abbastanza sconvolgente. L’algoritmo ha suggerito a tutti gli account contenuti relativi alle sparatorie e alle armi, con una frequenza maggiore – pari a circa 10 volte di più – per tutti quegli utenti che avevano già visto quello che era stato consigliato da YouTube. In particolare, secondo questa ricerca i bambini sono continuamente spinti alla visione di video che violano le norme della piattaforma, che (teoricamente) dovrebbero vietare di mostrare “contenuti violenti o cruenti destinati a scioccare o disgustare gli spettatori”. Eppure, senza un motivo ancora chiaro, l’algoritmo sta suggerendo video che mostrano i danni che una pistola può infliggere ad un corpo umano o che addirittura suggeriscono come trasformarla in un’arma automatica, oltre a una serie di altri contenuti incredibilmente violenti. Insomma, tutto fuorché quello che davvero può fare bene ad un minore di 14 anni.

La ricerca di Tech Transparency Project solleva così ancora nuove domande sull’impatto che i consigli di YouTube possono avere sulla crescita e sulla salute mentale degli utenti più giovani, soprattutto considerando il fatto che l’algoritmo non riesce davvero a fermare la diffusione di contenuti violenti o espliciti . Dal canto suo, però, un portavoce di YouTube ha fatto sapere che la piattaforma non è davvero convinta del risultato fornito dalla ricerca. “Lo studio non fornisce il contesto di quanti video complessivi sono stati consigliati agli account di prova – riferisce – e non fornisce informazioni su come sono stati impostati gli account di prova, incluso se sono stati applicati gli strumenti delle esperienze supervisionate di YouTube”. Ma i ricercatori sono stati abbastanza chiari sulla loro metodologia, e così pure su quanto hanno scoperto. Ora sta alla piattaforma risolvere il problema.

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Tecnologia

Zelda, una mod ha fatto arrabbiare Nintendo

Author: Wired

Nel suo video di risposta, Morino ha detto che la mod che stava utilizzando era protetta dal fair use, la dottrina giuridica statunitense che consente l’utilizzo di un’opera protetta da copyright “per scopi quali la critica, il commento, l’informazione, l’insegnamento (comprese le copie multiple per l’uso in classe), lo studio o la ricerca“. Il modo in cui i tribunali statunitensi, compresa la Corte Suprema, applicano la disposizione varia però da caso a caso.

Il ricorso alle mod, inoltre, rende la posizione di Morino ancora più instabile: “Il modding è, di per sé, una violazione. Che si utilizzino o meno risorse originali, un modder sta comunque adattando un’opera precedentemente creata e coperta da copyright“, scrive Alex Leturgez-Coïaniz, socio dello studio legale Kbl Roche, in un articolo che esplora lo status giuridico dei mod. Anche il fair use in questo caso non sarebbe d’aiuto: “Una mod, gratuita o meno, implicherebbe comunque l’uso di materiale protetto da copyright per creare un’opera derivata, e molto probabilmente non rientrerebbe nell’ambito del fair use“, aggiunge Leturgez-Coïaniz. Spesso, tuttavia, queste ipotesi giuridiche non vengono verificate nei fatti per via dei costi dei procedimenti legali, che impediscono alla maggior parte delle persone di lottare contro aziende multimiliardarie.

Il modding, nel migliore dei casi, è un’evoluzione artistica del gioco: una modifica delle regole di un titolo. Ma per Nintendo, avverte Schwartz, la questione va al di là del copyright. L’azienda si sta tutelando contro l’inquinamento dei suoi marchi commerciali, chiudendo, per esempio, i giochi che associano i Pokémon alle armi. Come sottolinea lo YouTuber Moony in un efficace video-riassunto, questo significa che la “creazione di contenuti” all’interno videogiochi è “sempre alla mercé” degli umori di una determinata azienda in un dato momento.

A un livello più profondo, la tensione è dettata dal fatto che queste manovre legali sminuiscono il potere unico delle opere d’arte interattive. Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, per esempio, promette di essere il gioco con l’ambientazione più creativa mai ideata dall’azienda, un vero e proprio paese delle meraviglie con scudi a fungo, barche volanti e marchingegni che sembrano ispirati ai contenuti degli streamer ispirati da Zelda. Questi sono mondi che premiano l’immaginazione. La stessa che però Nintendo limita con ogni nuova azione legale.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired UK.