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È morto Giorgio Napolitano

Author: Wired

È morto a Roma l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Aveva 98 anni. Ha coperto la carica di capo dello Stato dal 2006 al 2015 ed è stato il primo presidente della Repubblica nella storia italiana a essere stato eletto per un secondo mandato allo scadere del primo settennato.

La vita politica

Nato il 29 giugno 1925 a Napoli, militante antifascista sin dal 1942, quando frequentava l’Università di Napoli, nel 1945 aderì al partito comunista italiano (Pci), di cui è stato militante e poi dirigente fino alla sua dissoluzione nel 1991.

Eletto parlamentare quasi ininterrottamente dal 1953 al 1996, tra il 1989 e il 1992 ha vissuto anche una parentesi al parlamento europeo, per poi diventare presidente della Camera dei deputati proprio nel 1992. Nel corso delle sue prime legislature da parlamentare è stato impegnato nella politica economica e nello sviluppo del Mezzogiorno, ma dagli anni ‘80 ha iniziato a occuparsi prevalentemente di questioni legate alla politica internazionale ed europea. È stato ministro dell’Interno nel governo Prodi.

Giorgio Napolitano attraversato tutte le più importanti fasi dell’Italia repubblicana, dal dopoguerra agli anni del terrorismo (era una figura di spicco nel Pci durante i giorni bui del sequestro e dell’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate rosse) fino alla crisi economica del 2008, che ha colpito il paese quando era già stato eletto presidente della Repubblica. Nel corso della sua vita ha pubblicato più di dieci libri. L’ultimo risale al 2011 ed è intitolato Una e indivisibile. Riflessioni sui 150 anni della nostra Italia.

L’elezione a capo dello Stato

Eletto per la prima volta capo dello Stato nel 2006 (un anno dopo essere divenuto senatore a vita), nel 2013 è stato rieletto per un secondo mandato a causa dell’indecisione parlamentare sulla nomina di un nuovo presidente della Repubblica. Non era mai accaduto prima.
Nel gennaio 2015, a 89 anni, Giorgio Napolitano ha rassegnato le sue dimissioni a causa dei limiti fisici dovuti all’età. In quanto presidente emerito della Repubblica italiana, è stato nominato senatore a vita.

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L’indagine dell’Antitrust su Ryanair

Author: Wired

L’Antitrust ha avviato un’istruttoria per possibile abuso di posizione dominante nei confronti di Ryanair. Nello specifico la compagnia aerea low cost sarebbe sospettata di ostacolare le agenzie viaggi (online e offline) quando queste tentano di accedere alla vendita dei biglietti aerei dal sito della compagnia.

Il sito dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato spiega che l’abuso di posizione dominante consiste nell’utilizzo, da parte di un’impresa, del proprio ruolo di primo piano in un settore per impedire alle altre imprese “di operare sul mercato, causando, conseguentemente, un danno ai consumatori”.

Per l’Antitrust l’accesso all’acquisto dei tagliandi, infatti, sembra permesso alle agenzie tradizionali quasi soltanto attraverso la piattaforma Gds, ovvero il sistema di distribuzione globale. Si tratta di una rete utilizzata dalle agenzie di viaggi “per visualizzare informazioni e dati in tempo reale sulla disponibilità di camere d’albergo, voli e altri servizi di viaggio”.

L’acquisto di tagliandi Ryanair attraverso la Gds, tuttavia, per l’Antitrust italiana risulterebbe peggiorativo “in termini di prezzo, di ampiezza dell’offerta e di gestione post-vendita del biglietto. Come spiega ancora l’Antitrust, l’acquisto del biglietto aereo, oltre a essere il primo passo nell’organizzazione di una vacanza, dà anche accesso alla ricerca di altri servizi, come la prenotazione degli hotel e delle auto a noleggio. Un peggioramento delle condizioni di acquisto del biglietto aereo provoca dunque conseguenze negative per agenzie e consumatori anche in materia di prenotazione degli altri servizi, come appunto una camera d’albergo o un’auto a noleggio.
Per questo l’Antitrust ipotizza l’intenzione, da parte di Ryanair, di “estendere il proprio potere anche nell’offerta di altri servizi turistici (ad esempio hotel e noleggio auto)”.

La reazione di Assoutenti

I media oggi riportano anche la reazione dell’associazione di consumatori Assoutenti, che invita l’autorità ad approfondire l’indagine sulle modalità di vendita dei servizi della compagnia irlandese. Skytg24 riporta le parole del vicepresidente di Assoutenti Gabriele Melluso, per il quale “è necessario capire se algoritmi e politiche tariffarie tese ad aumentare i profitti dell’operatore siano tutte legittime e sanzionare qualsiasi comportamento scorretto a danno degli utenti“.

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Cosa cambia per lo smart working da ottobre

Author: Wired

Dal 30 settembre 2023 i lavoratori fragili, circa 800mila in Italia, non potranno più usufruire della possibilità di svolgere le proprie attività in smart working senza prima stipulare accordi individuali con il proprio datore di lavoro: con la legge 85 del 3 luglio 2023, la scadenza del lavoro agile agevolato, prima prevista per il 30 giugno di quest’anno, era stata prorogata fino alla fine del mese di settembre sia per coloro che prestano servizio nel settore pubblico, sia per coloro che operano nel settore privato.

Per alcune tipologie di lavoratori, invece, l’accesso allo smart working agevolato è prorogato al 31 dicembre 2023: si tratta di coloro che hanno un figlio con età inferiore ai 14 anni e di coloro che sono più esposti al contagio da Covid-19. Ecco quali saranno le differenze dal primo ottobre 2023 per i beneficiari dello smart working.

Cosa cambia per lo smart working da ottobre 2023

Dal 1 ottobre 2023 i lavoratori fragili potranno accedere allo smart working solo attraverso accordi individuali stipulati insieme al datore di lavoro e non potranno più usufruire della procedura semplificata, che invece permetteva di richiedere la possibilità di operare da remoto senza ricorrere ad accordi individuali.

Chi potrà continuare ad accedere allo smart working semplificato

Come abbiamo già accennato, ci sono però alcune categorie di dipendenti che potranno accedere alla modalità di lavoro agile con procedura semplificata fino al 31 dicembre 2023. Si tratta dei lavoratori con figli di età inferiore a 14 anni e di coloro che, sulla base di valutazioni mediche, sono più esposti al contagio da Covid-19. Nel primo caso, nel nucleo familiare non deve però essere presente anche un altro genitore che beneficia di un sostegno al reddito o che non lavora.

Nel secondo caso, la procedura semplificata per accedere allo smart working è stata prorogata fino alla fine del 2023 per coloro che hanno un maggiore rischio di contagio da Covid-19 a causa di diversi fattori, tra cui età, immunodepressione e comorbilità.

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Chi è Gabriel Guevara, l’attore che è stato arrestato a Venezia

Author: Wired

Si trovava a Venezia per ritirare un premio al Filming Italy Best Movie International Award, ma secondo quanto riportato dalla testata Europa Press, sarebbe stato arrestato: Gabriel Guevara, attore spagnolo di 22 anni, sarebbe infatti destinatario di un mandato di arresto internazionale emesso dalla Francia per violenza sessuale, reato commesso in territorio francese quando era ancora minorenne. L’arresto è avvenuto sabato 2 settembre mentre Guevara, che avrebbe dovuto ritirare domenica sera il Filming Italy Best Movie International Award Young Generation, si trovava già nel capoluogo veneto. Il 22enne spagnolo è diventato famoso soprattutto per il suo ruolo nel film Culpa mia, uscito nel 2023, e nella serie tv adolescenziale Skam España, uscita tra il 2018 e il 2019.

La notizia dell’arresto ha iniziato a diffondersi dopo che i fan hanno notato l’assenza dell’attore alla premiazione. La commissione ha deciso di sospendere l’assegnazione del premio fino a nuovi sviluppi sulla vicenda. La Biennale, con una nota, ha preso le distanze dall’accaduto, sottolineando che l’attore non era stato invitato all’80esima Mostra internazionale d’Arte cinematografica in corso in questi giorni a Venezia. L’avvocato di Guevara, Pedro Fernández González, ha rilasciato un comunicato in cui parla di “detenzione irregolare” del 22enne e si è detto speranzoso del fatto che venga rilasciato una volta comprovato l’errore.

Nel comunicato, il legale dell’attore ha specificato che il fermo è avvenuto in seguito a un processo che aveva avuto inizio molti anni fa, quando l’attore era ancora minorenne, e che si è concluso in favore di Guevara. Anche la madre, l’attrice Marléne Mourreau, ha riferito ai microfoni di Telecinco che l’arresto del figlio è una bugia, anche se ha ammesso di non averlo sentito per telefono, e che il figlio non è mai tornato in Francia da quando aveva 12 anni nel 2015. Intanto, si attende che il tribunale riesamini il caso prima che l’attore venga estradato.

Chi è Gabriel Guevara

Gabriel Guevara, nato il 6 febbraio 2001 a Madrid, ha interpretato il ruolo di Cristian Miralles Haro nella serie tv adolescenziale Skam España, che lo ha portato a raggiungere la notorietà negli anni 2018 e 2019. I suoi genitori sono l’attrice e conduttrice televisiva spagnola Marléne Mourreau e il ballerino cubano Michel Guevara. Nella sua carriera, il giovane ha recitato come protagonista del film Culpa Mia, uscito nel 2023 e presentato in anteprima su Amazon Prime Video, dove il pubblico lo ha visto nei panni di Nick Leister. Il film è ispirato alle vicende raccontate nei romanzi di Mercedes Ron. Nel 2020, quando aveva 19 anni, l’attore ha recitato nel film Charter, mentre nel 2022 ha partecipato alle riprese del film Mañana es hoy, anch’esso uscito su Amazon Prime Video. L’attore deve la sua notorietà anche alle serie tv: oltre a Skam España, Guevara infatti ha recitato in Señoras del (h)AMPA, in onda su Telecinco, mentre ha vestito i panni di Dario in Hit. In seguito, ha preso parte alla serie tv di Netflix, Tu no eres especial, uscita nel 2022.

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L’Europa sta ancora importando un sacco di gas dalla Russia

Author: Wired

Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’Unione europea ha deciso di liberarsi dai combustibili fossili di Mosca, per tagliare un enorme flusso di denaro che sarebbe andato a finanziare le operazioni militari. Tuttavia, nei primi sette mesi dell’anno i paesi europei hanno importato il 40% in più di gas naturale liquefatto (gnl) rispetto allo stesso periodo del 2021, l’anno precedente all’aggressione su larga scala.

Secondo l’ultimo report di Global Witness, su dati della società di analisi delle materie prime Kpler, si tratta di circa 22 milioni di metri cubi di gnl, arrivato via nave in Unione europea dalla Russia tra gennaio e luglio 2023. A oggi, la Spagna è diventata il secondo più grande acquirente di gnl russo a livello mondiale, con il 18% del totale, seconda solo alla Cina, con il 20%, e il Belgio, con il 17% occupa il terzo posto.

Di fatto, nei primi sette mesi del 2023, i vari paesi dell’Unione europea hanno acquistato circa il 52% di tutti i 41,6 milioni di metri cubi di gas naturale liquefatto esportati dalla Russia, un aumento consistente rispetto al 49% e al 39% del 2022 e del 2021. Cifre che porteranno l’Unione a raggiungere il suo record personale di importazione di gnl dalla Russia entro la fine dell’anno, per un ammontare complessivo di circa 5,3 miliardi di euro, secondo le stime di Global Witness.

Oltre alla necessità europea di riempire le scorte di carburanti alternativi al gas da gasdotto, la cui fornitura dalla Russia è ormai completamente tagliata, uno dei motivi fondamentali dietro a questo aumento delle importazioni risiede nella forza dei contratti a lungo termine firmati tra i vari stati membri e Mosca, molto prima dell’invasione su larga scala. Per l’analista di Kpler Adam Bennett, intervistato da Business Insider, circa il 90% dei flussi di gnl russo dei prossimi dieci anni sono destinati a Belgio, Francia, Paesi Bassi e Spagna.

Pur trattandosi di volumi ancora nettamente inferiori rispetto alla quantità di gas importata in Europa tramite i gasdotti fino al 2021, pari a circa 140 miliardi di metri cubi all’anno, Bruxelles sta cercando delle scappatoie legali per tranciare i contratti a lungo termine senza pagare penali e impedendo alle società russe di prenotare le capacità infrastrutturali a loro già assegnate. Attualmente ci sono varie proposte sul tema, inserite all’interno della posizione negoziale degli stati membri sulle nuove regole del mercato del gas in Unione europea, ma ci vorranno ancora mesi prima che le negoziazioni con il Parlamento giungano a conclusione.