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Tecnologia

Intelligenza artificiale o stupidità umana La campagna di Wired sui pregiudizi dell’Ai

Author: Wired

L’intelligenza artificiale ci somiglia più di quanto pensiamo. Anche in peggio. Perché i sistemi che si basano sull’Ai “assorbono” i nostri bias, i pregiudizi attraverso cui elaboriamo la realtà che ci circonda. Succede così che, chiedendo a un’intelligenza artificiale di rappresentare un dottore, mostri solo uomini caucasici in camice. O lo stesso inserendo la parola manager. Segno dei limiti che condizionano le nuove tecnologie.

I pregiudizi dell’Ai sono al centro di una campagna di Wired Italia, firmata da TWBAItalia, parte dell’omonima agenzia pubblicitaria attiva in tutto il mondo, con l’obiettivo di sensibilizzare i lettori sui contenuti prodotti dall’intelligenza artificiale e sui suoi pregiudizi.

La campagna

Abbiamo messo alla prova MidJourney, un sistema di Ai generativa in grado di realizzare immagini sulla base delle istruzioni (prompt) fornite dagli utenti. Per l’esperimento, le istruzioni sono state dispensate in inglese: diversamente dall’italiano, questa lingua non attribuisce un genere alla maggior parte dei sostantivi che si riferiscono a professioni e ruoli sociali e questo consente di mettere alla prova i bias di genere dell’intelligenza artificiale. La parola manager, per esempio, potrebbe riferirsi a una donna o a un uomo. MidJourney però mostra solo uomini bianchi. Il prompt lovers (amanti) è associato da MidJourney a coppie esclusivamente eterosessuali. Lo stesso avviene con parents, genitori.

La battaglia contro i pregiudizi

Come tutte le tecnologie, l’intelligenza artificiale è uno strumento e in quanto tale acquisisce un senso esclusivamente perché gli viene dato da esseri umani – ha commentato Federico Ferrazza, il direttore di Wired Italia . L’Ai è infatti impropriamente detta intelligente: si tratta di una forma avanzata di automazione che genera risultati seguendo istruzioni e pescando informazioni con criteri assegnati da noi. Per questo le immagini ‘sbagliate’ di questa campagna ci dicono soprattutto una cosa; e cioè che la battaglia per sconfiggere i pregiudizi è ancora lunga e che è fondamentale per tanti motivi, tra cui quello di istruire correttamente la tecnologia che porterà maggiori cambiamenti alla società nei prossimi anni”.

Ma allora, come possiamo combattere i bias esistenti nelle nuove tecnologie? “L’invito è, anche per noi creativi e per tutta la nostra industry, quello di non perdere la propria intelligenza, davanti alle sconfinate potenzialità dell’Ai. Perché la verità è che queste intelligenze imparano da noi, anche ciò che è sbagliato“, rispondono Vittoria Apicella e Frank Guarini, direttori creativi di TWBAItalia, che hanno lavorato al progetto insieme a Luca Attanasio, art director, Alessandro Monti, copywriter, e Mirco Pagano, chief creative officer dell’azienda.

Non è la prima volta in cui Wired Italia e TBWAItalia collaborano. Ricordiamo, per esempio, la campagna #SenzaTitolo: per 24 ore i pezzi del sito erano senza titolo, una provocazione per invitare i lettori ad approfondire questioni complesse su cui ogni cittadino è chiamato ad avere un’opinione consapevole.Per il quarto anno di fila TBWA è stata nominata come ‘Most Innovative Company’ da Fast Company e credo che progetti come questo siano un esempio chiaro di che cosa voglia dire innovazione per noi aggiunge Pagano -. Troppo spesso quando si parla di innovazione, si fa riferimento solamente agli aspetti tecnologici, tralasciando quelli sociali e culturali. Ma la posizione di Wired è diversa, così come la nostra. Ecco perché siamo particolarmente orgogliosi di questo progetto che parla di innovazione a tutto tondo, ovviamente in modo Disruptive”.

Wired Italia pubblicherà le immagini della campagna realizzate con MidJourney nei prossimi giorni e durante il mese di febbraio. Qui i primi soggetti del lancio della campagna. Nei prossimi giorni sul sito e sui profili social di Wired presenteremo i successivi.

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Economia Tecnologia

Elezioni regionali Lombardia: i programmi dei candidati per il lavoro e le imprese

Author: Wired

L’impegno, se dovesse essere eletta, riguarda anche l’introduzione di “una disciplina chiara e completa sullo smart working e diritto alla disconnessione del lavoratore, creando nuove connessioni con servizi pubblici e lavoratore”, “affrontare con strategie mirate il fenomeno della denatalità”, Studiare un assegno unico regionale per i figli”, “Investire sulla formazione professionale e sulla riqualificazione”, “fare squadra e mettere a sistema gli enti del comparto industriale”. Per le imprese, visti i tempi, Moratti vuole favorire l’indipendenza energetica delle pmi – stoccare l’energia prodotta e riutilizzarla anziché rivenderla a prezzo di listino”, ma anche spingere per una “digitalizzazione e uno snellimento del rapporto fra Pubblica amministrazione e imprese” unito al “supporto all’accesso credito di micro e piccole imprese”. Per i giovani imprenditori in programma anche “una formazione specifica”.

Pierfrancesco Majorino col centrosinistra e il Movimento 5 Stelle

Il candidato del centrosinistra e del M5s parla subito di pari opportunità “Servono nuove iniziative a sostegno dell’imprenditoria femminile” ma anche di promozione per l’innovazione nelle imprese lombarde, grazie all’ aumento “degli investimenti pubblici e privati in ricerca & sviluppo”, portando la spesa “dall’attuale 1,3% al 3% del Pil”, insieme a una nuova stagione “di investimenti pubblici e privati, favorendo il trasferimento dalle università alle pmi”. Un occhio di riguardo anche alle startup innovative, tramite “l’abbattimento totale dell’Irap per i primi 3 anni di attività e costituzione di un fondo regionale di co-investimento che raddoppi gli investimenti effettuati da investitori privati”

Guardando l’esempio dell’Emilia Romagna Majorino vuole realizzare, con le parti sociali e gli enti locali, “un grande Patto per il lavoro e il clima”, mettendo al centro “il lavoro dei giovani spezzando l’abuso nell’utilizzo degli stage”. Come? Potenziando “l’apprendistato, rendendolo progressivo, rafforzando la decontribuzione nazionale prevista dalla legge di stabilità e diminuendo la burocrazia necessaria per l’attivazione”, incrementando “le decontribuzioni statali per le assunzioni a tempo indeterminato, specie se legate a progetti di innovazione e trasformazione digitale”

E aggiunge misure “per impedire l’abuso dei finti tirocini e aumentare la retribuzione minima per  gli stage ad almeno 800 euro al mese”. Punti anche per la libera professione, attraverso un aumento delle “tutele e opportunità a favore di freelance e partite Iva, a partire dall’accesso dei professionisti alla formazione continua”. Nei bandi pubblici Majorino punta “all’istituzione di un salario minimo a tutela del lavoro”. Per monitorare l’andamento del settore verrà istituito “un osservatorio sui salari in Lombardia, sostenendo il salario minimo e contrastando la disparità salariale tra generi”. Contro i Neet verrà implementato un sistema di orientamento e la costruzione di un catalogo permanente di brevi corsi di qualificazione professionale per i Neet maggiorenni”.

Mara Ghidorzi per Unione popolare

Per il lavoro la candidata per Unione popolare nel suo programma propone “l’emanazione di direttive più restrittive in materia di sicurezza sul lavoro”, il rafforzamento “delle attività di controllo diretto della sicurezza sul lavoro nelle aziende”, e “degli strumenti di sostegno al reddito, di contrasto alla povertà e al caro bollette” e degli “strumenti normativi e finanziari per tutelare i posti di lavoro nelle crisi aziendali”

Ghidorzi vuole disincentivare le delocalizzazioni vincolando le imprese alla restituzione di eventuali finanziamenti ottenuti” e potenziare “i centri per l’impiego pubblici con eliminazione del sistema a Dote e di accreditamento delle agenzie private”, oltre a un piano di assunzione da 20.000 posti a partire da welfare, sanità, trasporti e sicurezza sul lavoro”. Tra i punti anche quello che prevede di “subordinare la concessione a privati di appalti o finanziamenti alla previsione di un salario minimo non inferiore a 10 euro da rivalutare annualmente e al rafforzamento dei controlli sulla sicurezza sul lavoro” e “per la concessione di finanziamenti a privati, dare punteggi aggiuntivi in caso di riduzione dell’orario lavorativo e di esclusione di forme contrattuali atipiche diverse dal contratto a tempo indeterminato”.

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Economia Tecnologia

ChatGPT, dietro c’è un esercito di addestratori sottopagati

Author: Wired

E così, come scrive Time nella sua inchiesta con cui ha svelato il ruolo di queste attività, per risolvere il problema in vista del lancio di ChatGPT, OpenAI “ha strappato una pagina dal libro di società come Facebook, che avevano già mostrato come fosse possibile creare delle intelligenze artificiali in grado di riconoscere casi di linguaggio tossico e aiutare così a rimuoverli dalle loro piattaforme”. Il metodo è lo stesso con cui si insegna a un algoritmo di deep learning a riconoscere un semaforo: è necessario dargli in pasto una tale quantità di esempi testuali di violenza, molestie sessuali, bullismo, ecc. da permettergli di imparare a riconoscerli in autonomia.

lettere pastaChatGPT & co. saranno mai redditizi?

Il chatbot e gli altri modelli di Ai sono al centro di grande entusiasmo e di investimenti da aziende come Microsoft, ma non è ancora chiaro come possano portare a dei profitti

Etichettatori umani

Come già visto nell’esempio dei semafori, anche per insegnare agli algoritmi a riconoscere contenuti violenti di ogni tipo è necessario che ci sia in primo luogo qualcuno che analizza questi contenuti e li etichetta come tali. Ed è qui che entra in gioco Sama: società che ha tra i suoi clienti anche Meta, Microsoft e Google e che, nel 2021, ha stretto un accordo commerciale con OpenAI al fine di etichettare il materiale necessario a creare un “detector” di contenuti tossici, che sarebbe poi stato integrato in ChatGPT.

“Per ottenere queste etichette, OpenAI ha inviato decine di migliaia di campioni di testo a Sama a partire dal novembre 2021 – prosegue Time –. Buona parte di questi contenuti sembrano essere stati prelevati dai più oscuri reconditi della rete. Alcuni descrivono con dettagli espliciti abusi sessuali su bambini, bestialità, omicidi, suicidio, tortura, autolesionismo e incesto”.

Tutto ciò, inevitabilmente, significa che il lavoro degli etichettatori assoldati da Sama consisteva nel leggere tutto il giorno i più terribili contenuti partoriti dalla mente umana, per poi etichettarli in base alle loro caratteristiche: “Un passo necessario per minimizzare la quantità di contenuti violenti e sessuali inclusi nei dati di addestramento e per creare strumenti in grado di individuare contenuti nocivi, ha spiegato un portavoce di OpenAI.

ChatGPT e OpenAILe scuole hanno iniziato a vietare ChatGPT

Negli Stati Uniti stop al sistema di intelligenza artificiale a New York e Los Angeles. Nelle università dell’Australia si torna agli esami con carta e penna

Sotto pressione

Come già avvenuto nel caso dei moderatori di social network, questo tipo di lavoro è però estremamente pesante: un lavoratore di Sama con il compito di leggere ed etichettare testi per OpenAI ha spiegato al Time di aver sofferto di pensieri ossessivi dopo aver letto la descrizione di un uomo che faceva sesso con un cane in presenza di un bambino. “È stata una tortura – ha spiegato il moderatore -. Leggi una quantità di materiale del genere per tutta la settimana. Ora che arriva il venerdì, continuare a pensare a quelle immagini causa seri disturbi”.

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Economia Tecnologia

Intel, che fine ha fatto la fabbrica di chip in Italia

Author: Wired

Un’ondata di gelo travolge il Veneto. Non è colpa però delle rigide temperature invernali, ma del possibile passo indietro di Intel rispetto alla realizzazione a Vigasio, in provincia di Verona, di una fabbrica per l’imballaggio e l’assemblaggio di semiconduttori.

Secondo il Corriere della Sera, l’amministratore delegato della multinazionale statunitense Pat Gelsinger, pur smentendo le voci su un totale disimpegno dell’azienda sul territorio europeo, ha confermato l’intenzione di investire in Germania ma ha palesato qualche dubbio sull’effettiva costruzione dell'”annunciato impianto di packaging nell’Uein Italia.

L’Italia – ha spiegato l’ad – è ancora in gioco, ma anche altri paesi candidati. Stiamo cercando di vedere dove. Decideremo entro l’anno”. “Con la Germania – ha invece affermato – stiamo andando avanti. Stiamo finendo i negoziati su alcuni aspetti con l’Unione europea e con i tedeschi sulle dimensioni e altro”.

I motivi

Secondo quanto riporta il Corriere, la decisione con cui Intel sta continuando a lavorare per realizzare “un mega impianto all’avanguardia in Germania” potrebbe essere figlia di un contributo sostanzioso messo sul piatto da Berlino, per coprire i costi maggiori per l’azienda dovuti al caro energia, all’inflazione e all’aumento dei prezzi delle materie prime. Fattori che, secondo le stime di Intel, hanno fatto salire da 17 a 20 miliardi l’entità totale dell’investimento necessario in terra tedesca.

Una buona fetta, pari a circa 6,8 miliardi, potrebbe dunque essere coperta da risorse pubbliche. Proprio l’adozione da parte della Commissione europea del cosiddetto Chips Act, una serie di misure legislative e finanziarie per sostenere la produzione di semiconduttori nell’Unione europea, era d’altronde stato un incentivo per Intel in vista di una serie di investimenti nel vecchio continente.

Il governo

Il governo continua intanto a spingere affinché lo stabilimento del colosso statunitense sia realizzato in Veneto. Al Corriere, Gelsinger ha dichiarato di aver avuto una conversazione telefonica in merito con la premier Giorgia Meloni lo scorso 17 gennaio, mentre a margine dell’inaugurazione di Vicenzaoro January, in Fiera a Vicenza, il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso ha affermato di essere “in contatto costante – riporta l’agenzia stampa Radiocorsia con Intel, sia con le istituzioni europee per cercare di garantire all’Italia l’insediamento di Intel.

Il governo – ha aggiunto Urso – è in prima linea in questo progetto, un progetto in cui crediamo perché improntate e significativo anche dal punto di vista dello sviluppo tecnologico e per il quale abbiamo risposto positivamente a tutte le esigenze che ci sono state sottoposte. Starà infine all’azienda scegliere dove vorrà insediarsi“.

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Economia Tecnologia

Corsi online, 5 piattaforme per iniziare l’anno investendo su di te

Author: Wired

Cambiamo completamente registro. Annodate la cravatta, preparate la giacca. In questo caso parliamo di corsi online universitari erogati da atenei top a livello mondiale. Non a caso Coursera (fondata nel 2012 da due professori di Stanford e che, secondo Class Central, nel 2018 avrebbe fatturato circa 140 milioni di dollari) è utilizzato da moltissime multinazionali come Danone, P&G, Airbus, L’Oreal per formare i dipendenti. Tra le università presenti sulla piattaforma, Johns Hopkins, Illinois, Penn University, Columbia, Stanford, ma anche le nostre Sapienza e Bocconi.

I corsi sono prevalentemente in inglese e in spagnolo; pochi quelli in italiano. Con una piccola fee si può ricevere un certificato da condividere su Linkedin. Si passa dai corsi singoli ai percorsi di specializzazione più complessi, fino ai Professional e ai Mastertrack certificates, che possono anche diventare validi come parti di un percorso universitario riconosciuto. Dulcis in fundo, ci sono anche veri e propri corsi di laurea, che vi costeranno molto meno rispetto alla retta normale delle università statunitensi.


Corsi online 5 piattaforme per iniziare l'anno investendo su di te

Signore e signori, silenzio in aula. State entrando nel salotto buono dell’istruzione mondiale. E che nomi. EdX è  il portale di livello universitario per eccellenza. Se volete migliorare la vostra preparazione direttamente da casa senza staccare un biglietto aereo siete nel posto giusto. Fondato da Mit e Harvard nel 2012,  completamente nonprofit e open source, i corsi online che offre sono preparati da docenti dei migliori atenei USA e internazionali, tra cui Sorbona, Imperial College, Oxford. Amplissima la scelta tra percorsi gratuiti e a pagamento.

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Corsi online 5 piattaforme per iniziare l'anno investendo su di te

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