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Meta si arma contro i pericoli dell’intelligenza artificiale

Author: Wired

Secondo Meta, i cybercriminali che distribuiscono malware oggi diffondono sempre più spesso la loro infrastruttura di attacco su diverse piattaforme, presumibilmente con l’obiettivo di rendere più difficile il rilevamento delle loro attività dannose alle singole aziende tecnologiche. Il gigante dei social media ha però aggiunto di considerare questo cambiamento di strategia un segno che le misure del settore stanno per il contrasto agli attacchi funzionando, e il 3 maggio ha annunciato il lancio di nuove risorse e protezioni per gli utenti aziendali per aumentare ulteriormente le barriere per gli aggressori.

Nuovi strumenti

Su Facebook, Meta ha aggiunto nuovi controlli che consentono agli account aziendali di gestire, verificare e limitare chi può diventare amministratore di un account, chi può aggiungere altri amministratori e chi può eseguire azioni sensibili come l’accesso a una linea di credito. L’obiettivo è rendere più difficile agli aggressori l’utilizzo di alcune delle tattiche più comuni. Dei malintenzionati, per esempio, potrebbero impossessarsi dell’account di un utente che lavora o è collegato in qualche modo a un’azienda bersaglio, in modo che l’aggressore possa poi aggiungere l’account compromesso come amministratore della pagina aziendale.

Meta sta inoltre introducendo anche uno strumento per aiutare le aziende a individuare e rimuovere i malware dai dispositivi aziendali, che suggerirà anche servizi di scansione dei malware di terze parti. L’azienda ha spiegato di aver riscontrato casi ricorrenti in cui gli account Facebook degli utenti vengono compromessi, i proprietari ne riprendono il controllo e subiscono poi nuove violazioni, perché i dispositivi sono ancora infettati o sono stati re-infettati.

È una sfida per l’ecosistema; gli avversari si adattano molto – dichiara Nathaniel Gleicher, responsabile delle politiche di sicurezza di Meta –. Quello che stiamo vedendo è che gli avversari si danno da fare, mentre i difensori si muovono in modo più sistematico. Non ci limitiamo a interrompere i singoli malintenzionati; ci sono diversi modi per contrastarli e rendergli la vita più difficile“.

La distribuzione di infrastrutture dannose su più piattaforme presenta dei vantaggi per gli aggressori. I criminali informatici, per esempio, possono distribuire su un social network, come Facebook, annunci pubblicitari che non sono direttamente dannosi, ma che rimandano a una pagina falsa o a un altro profilo. Su quel sito, gli aggressori possono pubblicare una password particolare e un link a un servizio di condivisione di file, come Dropbox. A quel punto, hanno l’opportunità di caricare un file dannoso sulla piattaforma di hosting e crittografarlo con la password della pagina precedente, in modo da rendere più difficile la scansione e l’individuazione da parte delle aziende. Così facendo, le vittime vengono indirizzate a una catena di servizi dall’aspetto legittimo, e nessun sito tra quelli coinvolti ha il quadro completo di ogni fase dell’attacco.

Esca Ai

In concomitanza del grande interesse degli ultimi mesi per i chatbot di intelligenza artificiale (Ai) generativa come ChatGpt e Bard, Meta riporta anche di aver notato che gli aggressori hanno iniziato a includere il tema dell’Ai nei loro annunci malevoli, promettendo l’accesso a questi e ad altri strumenti. Da marzo 2023, l’azienda afferma di aver bloccato più di mille link dannosi utilizzati nelle esche a tema Ai generativa – in modo che non possano essere condivisi su Facebook o altre piattaforme Meta – e di aver condiviso gli url incriminati con altre aziende tecnologiche. L’azienda ha inoltre segnalato l’esistenza di diverse estensioni del browser e applicazioni mobili collegate a queste campagne dannose.

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Siae-Meta, 20 cantanti italiani che puoi usare su Instagram e Facebook

Author: Wired

Con il mancato accordo tra Meta e la Società italiana autori ed editori (Siae) per il rinnovo della licenza, su Facebook e Instagram verranno bloccati tutti i contenuti che presentano tracce di brani italiani che fanno parte del repertorio dell’associazione. Gli utenti dei social network in questione dovranno dire addio alle canzoni italiane che si trovano su Siae come accompagnamento dei contenuti condivisi sul social. Ma non a tutte. Sono diversi, infatti, gli artisti che negli anni hanno deciso di rivolgersi a Soundreef, la società fondata Davide d’Atri, per la gestione dei diritti d’autore per l’utilizzo online, in radio e in televisione di alcune delle loro opere e che quindi potrebbero essere ancora disponibili sulle piattaforme di Meta. Ad affidarsi alla società sono in tutto 43mila autori, compositori, editori in tutto il mondo, di cui 26mila solo Italia. Nel nostro paese, Soundreef opera attraverso Lea, l’associazione che si occupa di rilasciare le licenze per agli autori per conto dell’azienda.

Tra i nomi celebri di cantanti italiani che si sono rivolti a Soundreef per i diritti di alcune opere – che quindi potrebbero essere ancora presenti sui social -, ricordiamo, per esempio, i nuovi arrivati, come Fabrizio Moro, Paola Turci, i Pooh e Mario Venuti, che da quest’anno si sono aggiunti a Laura Pausini, Ultimo, Tedua, Enrico Ruggieri, J-Ax, Gigi D’Alessio, Fabio Rovazzi, Sfera Ebbasta, Marracash, Rkomi. Ma vediamoli nel dettaglio.

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Metaverso, l’Interpol ha aperto un ufficio

Author: Wired

Secondo gli addetti ai lavori – Meta in primis – il metaverso non è solo un luogo virtuale per gli appassionati di videogiochi o per chi cerca esperienze di svago. Entro il 2026, spiega una ricerca della società di consulenza Gartner, il 25% degli utenti online trascorrerà almeno un’ora al giorno nel metaverso. Poiché non sarà di proprietà di un singolo operatore ma ci saranno diverse piattaforme, è sorto un problema di controllo e vigilanza degli spazi virtuali. Malintenzionati e criminali stanno già approfittando delle libertà concesse agli avatar nel metaverso, tanto che l’organizzazione internazionale Interpol ha deciso di intervenire. In vista di un aumento di presenze, i crimini nel metaverso rischiano di aumentare  

Come fermare i crimini nel metaverso

La Bbc conferma che l’Interpol aprirà uno spazio nel metaverso per investigare sui crimini virtuali. Nonostante ad oggi i vari spazi web 3.0 creati dalle aziende non siano molto popolati, ci sono già state numerose denunce. Non si tratta solo di reati legati al furto di denaro o di dati personali: alcune accuse di molestie verbali e sessuali avvenute fra avatar hanno attirato l’attenzione. Una donna di 21 anni ha detto di essere stata molestata dopo un’ora dall’ingresso nel metaverso, secondo un rapporto di SumOfUs, un’organizzazione no-profit che si occupa di difesa dei diritti umani. La giovane utente è stata condotta in una stanza privata durante una festa su Horizon Worlds, una piattaforma del metaverso creata da Meta. La donna ha affermato che il suo avatar è stato poi avvicinato da molti utenti senza che lei avesse la possibilità di reagire. Quando un utente viene toccato da un altro nel metaverso, i controller delle mani vibrano, “creando un’esperienza fisica molto disorientante e persino inquietante durante un’aggressione virtuale” ha detto la vittima a SumOfUs.

L’organizzazione ha anche osservato che “gli utenti di realtà virtuale hanno da tempo segnalato problemi di molestie sessuali, abusi verbali, insulti razzisti e invasione dello spazio personale in una miriade di app“. Di fronte all’attacco avvenuto nel metaverso, un portavoce di Meta ha fatto notare che l’utente aveva disattivato la funzione Personal Boundary, un’impostazione predefinita che impedisce ai non amici di avvicinarsi a meno di un metro e mezzo dal proprio avatar. Esistono inoltre diversi strumenti di sicurezza destinati ad aiutare le persone a stare al sicuro negli ambienti virtuali, tra cui il pulsante Safe Zone che consente agli utenti di bloccare le persone che danno fastidio e di segnalare contenuti inappropriati. Un’altra persona sentita da SumOfUs ha riferito che dopo l’accesso è stata avvicinata da un altro giocatore, che ha poi “simulato palpeggiamenti ed eiaculazioni con il suo avatar“. La vastità dei luoghi virtuali rende difficile controllare i comportamenti degli utenti e potrebbe mettere in pericolo minori o persone inesperte che provano il metaverso.

Palpeggiamenti virtuali 

Se su internet “tradizionale” ci si può offendere o scandalizzare per contenuti testuali o immagini inappropriate postate da altri, nello spazio virtuale si osservano da vicino e si percepiscono i comportamenti fisici degli altri. Uno user dietro un avatar può apparire gentile, ma se lasciato avvicinare dopo aver iniziato una conversazione – che può avvenire anche di persona tramite cuffie e visori – potrebbe iniziare a muovere il proprio personaggio virtuale verso un altro in modo inappropriato. Katherine Cross, che svolge ricerche sulle molestie online all’università di Washington, sostiene che quando la realtà virtuale è immersiva, i comportamenti tossici che si verificano in quell’ambiente sono reali. “Le molestie sessuali sono già un problema su internet, ma la presenza in VR aggiunge un ulteriore livello che rende l’evento più intenso”, ha detto Cross.

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Facebook, in Moldavia la disinformazione russa corre sul social

Author: Wired

Nei mesi immediatamente successivi all’inizio dell’invasione della Russia in Ucraina, la Moldavia ha temuto di diventare il prossimo obiettivo militare del Cremlino, soprattutto quando l’esercito russo si è spinto verso la vicina città ucraina di Odessa. Circa 1500 soldati russi sono già di stanza in Transnistria, una regione separatista della Moldavia. Quando la Russia si è ritirata verso l’est dell’Ucraina, la paura di un’invasione si è attenuata, per poi essere sostituita da un’altro, più infido, timore: che il Cremlino possa prendere il controllo della Moldavia dall’interno.

Il metodo russo

Le operazioni di influenza della Russia spesso si concentrano meno sui tentativi di promuovere specifici partiti politici e più sul minare la fiducia nel governo o sul mettere l’uno contro l’altro gruppi sociali diversi. I fact-checker lituani del gruppo Delfi melo detektorius affermano di aver assistito a tentativi di scatenare reazioni indignate verso una legge dell’Ue che approva la vendita di farina di insetti per il consumo umano. In diversi paesi, in particolare in Polonia, la Russia è stata accusata di fare disinformazione contro le comunità lgbtqi. In Moldavia, attualmente i messaggi si concentrano sui prezzi elevati delle bollette, aumentati dopo l’inizio della guerra in Ucraina.

Questo fa parte del metodo russo – spiega Valeriu Pașa, presidente di Watchdog.Md, un think tank moldavo che monitora le campagne di disinformazione e di influenza online –: se non puoi convincere qualcuno ad avallare la tua versione dei fatti, puoi almeno cercare di confonderlo in modo che che non si fidi più di niente e nessuno“. Shor, proprietario tra le altre di una squadra di calcio e di un’azienda di duty-free, ha fatto parte della scena politica moldava fino al 2015, quando la polizia ha aperto un’indagine su sospette frodi in tre banche, tra cui una di cui Shor era presidente. Successivamente si è iscritto al partito Șor e si è candidato a sindaco della città di Orhei, vincendo le elezioni con il 62 per cento dei voti. Due anni dopo è stato condannato per frode bancaria e ora vive in esilio in Israele, dove è nato.

Da allora, secondo i documenti ottenuti dal Washington Post, Șor ha ricevuto consulenze da strateghi politici inviati dall’Fsb, il servizio per la sicurezza russo, che in un rapporto del 2021 hanno poi scritto che il partito doveva posizionarsi come un gruppo in grado di garantire “azioni concrete” e che doveva essere populista “nel vero senso della parola“, offrendo di cambiare “la vita delle persone in meglio“. Gli Stati Uniti hanno sanzionato Shor a ottobre, sottolineando che il sostegno ricevuto dalla Russia era volto a destabilizzare la Moldavia. Șor non ha risposto a una richiesta di commento di Wired UK.

La passività di Facebook

Come individuo sottoposto a sanzioni, Shor tecnicamente non può fare pubblicità su Facebook. Tuttavia, Watchdog.Md sostiene che abbia trovato una scappatoia per eludere le restrizioni del sistema pubblicitario di Facebook e promuovere la sua agenda politica. Il 3 febbraio è apparso in un video in cui criticava il governo per l’aumento del costo delle bollette, che è quintuplicato dopo che la Russia ha interrotto le forniture di gas verso la Moldavia. “Oggi le professioni di cui il paese ha più bisogno, come i medici e gli insegnanti, sono costretti a chiedere prestiti per pagare le utenze“, dichiara Shor, esprimendo il suo sostegno a una petizione che chiede al governo di cancellare le bollette della popolazione in inverno.

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India, il governo si sta impadronendo di internet

Author: Wired

“Quasi tutti gli operatori del settore, almeno in India, pensavano che il governo non avrebbe rispettato la scadenza dei tre mesi”, ha dichiarato in forma anonima a Wired UK una persona a conoscenza delle discussioni interne a una piattaforma di social media occidentale. Le piattaforme tecnologiche si aspettavano più tempo per adeguarsi alle nuove norme: “Non c’è stata una consultazione sufficiente e nessuno nel settore era pronto a un cambiamento così fondamentale nelle proprie operazioni in India”, ha aggiunto la fonte anonima.

Ma all’avvicinarsi della scadenza, il governo ha fatto capire che non avrebbe ceduto. Google e Meta si sono conformati velocemente, mentre Twitter non ha rispettato termine, portando il governo indiano ha dichiarare che l’azienda aveva temporaneamente perso il suo status di intermediario, diventando così responsabile dei contenuti pubblicati sulla sua piattaforma. In quel periodo contro il responsabile di Twitter per l’India, Manish Maheshwari, sono state intentate almeno due cause relative a contenuti pubblicati sul servizio, e un avvocato ha presentato una denuncia contro l’azienda per “diffusione di odio“. 

Alla fine Twitter ha assunto i tre dirigenti locali come previsto dalle nuove norme, spingendo il governo a ripristinare lo status di intermediario della piattaforma. In seguito, l’azienda ha pubblicato un rapporto sulla trasparenza che mostra come il governo indiano abbia inviato quasi 4000 richieste di rimozione a Twitter tra luglio e dicembre 2021. Nel maggio 2021, la polizia ha fatto irruzione negli uffici di Twitter a Delhi e Gurgaon, dopo che la società aveva applicato l’etichetta “media manipolati” a un tweet di un politico del partito al governo, il Bharatiya Janata Party (Bjp).

Il governo indiano si è scontrato anche con Meta. Le nuove regole consentono alle autorità di chiedere alle piattaforme di messaggistica di identificare l’autore di qualsiasi messaggio, una disposizione incompatibile con la crittografia end-to-end di WhatsApp, che ha fatto causa al governo per contestare la legge (la causa è ancora in corso).

Le piattaforme di social media hanno bollate alcune delle altre misure del nuovo regolamento indiano come irrealizzabili. Una delle disposizioni prevede per esempio che gli intermediari rispondano ai reclami degli utenti entro 24 ore e li risolvano nei 15 giorni successivi; le piattaforme di social media sono poi tenute a rimuovere alcuni contenuti “controversi” entro 72 ore dalla segnalazione (in India la segnalazione di massa di contenuti giudicati dannosi è una tattica comune).

Nuove regole in arrivo

Sebbene il governo abbia dichiarato che le regole varate nel 2021 per le piattaforme siano state concepite per “dare potere agli utenti ordinari dei social media” e fermare la circolazione di contenuti pericolosi e frodi finanziarie, Banerjee ritiene che il giro di vite serva più che altro a riaffermare il controllo sui media online, che negli ultimi anni sono proliferati in India. Il Ministero indiano dell’elettronica e della tecnologia dell’tnformazione non ha risposto a una richiesta di commento di Wired UK per quest’articolo.