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Ci sono voluti solo pochi minuti per violare le password di un ministero Usa

Author: Wired

Quanto può volerci per indovinare una password di un’agenzia o di un dipartimento federale? L’Ispettorato generale di un dipartimento governativo degli Stati Uniti ha fatto un esperimento, e ha fornito una risposta inquietante: in novanta minuti i tecnici sono stati in grado di craccare più di tredicimila password, il sedici per cento di quelle presenti su tutti i dispositivi dipartimentali. Il Department of Interior di Washington non equivale al nostro Ministero degli Interni: si occupa della gestione delle risorse naturali e del patrimonio culturale: è quindi a metà tra il nostro Ministero dell’ambiente e dei Beni Culturali.

L’Ispettorato, il cui compito è vigilare sulle pratiche di sicurezza, ha concluso che “i requisiti di complessità delle password non sono abbastanza stringenti da prevenire potenziali accessi indesiderati ai sistemi e ai dati”. Molti account di dipendenti sono infatti protetti solo da password, senza autenticazione multifattore o altre ulteriori impostazioni di sicurezza. 

Per acquisire le password, gli ispettori hanno speso poco meno di quindicimila dollari, mettendo insieme una catena di computer in grado di eseguire calcoli matematici complessi. La macchina è riuscita a ricostruire le password dei dipendenti – alcune di esse molto ovvie, come “nationalparks2014”.  La più usata: Password-1234. 

La conclusione del report è che un gruppo criminale dotato di buone risorse economiche potrebbe tranquillamente impossessarsi delle credenziali dei dipendenti del dipartimento, anche appartenenti a funzionari di alto profilo. Il cinque per cento degli account analizzati erano protetti da una qualche variazione della parola “password”. 

La mancanza di autenticazione a due o più fattori rende vulnerabili agli attacchi diversi database sensibili e sistemi strategici. Le stesse policy interne imporrebbero questa pratica, ma i funzionari sembrano averla del tutto ignorata. 

Nell’attuale scenario sono necessari metodi di autenticazione forti e pratiche solide di gestione di account e password per proteggere i sistemi informatici da accessi non autorizzati. L’eccessiva dipendenza dalle password per limitare l’accesso al sistema al solo personale autorizzato può avere conseguenze catastrofiche”, è l’impietosa, ma ovvia, conclusione dell’ispettorato. 

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ChatGPT, le scuole hanno iniziato a vietarlo

Author: Wired

Da New York all’Australia, scuole e università hanno già cominciato a vietare l’uso delle intelligenze artificiali come il bot conversazionale ChatGPT di OpenAI, in grado di scrivere testi con costruzione e sintassi praticamente indistinguibili da quelle umane. Una politica condivisa anche dall’International conference on machine learning (Icml), tra le più prestigiose al mondo nel settore, che ha proibito l’uso di questi sistemi per la scrittura di articoli accademici.

ChatGPT è diventato virale appena un paio di mesi fa, rendendo i testi generati tramite l’intelligenza artificiale un nuovo fenomeno online. Tuttavia, assieme all’entusiasmo per il progresso delle Ia, sono cresciute le preoccupazioni relative all’etica e alla correttezza del loro impiego in contesti diversi da quello ludico e ricreativo. In particolare, a lanciare l’allarme su un possibile impatto negativo sono stati gli ambienti accademici e scolastici.

article image7 trucchi per sfruttare tutto il potenziale di ChatGpt

Una serie di dritte per spremere al meglio il bot conversazionale basato su intelligenza artificiale di OpenAI  

Stop nelle scuole

“A causa delle preoccupazioni per l’impatto negativo sull’apprendimento degli studenti e per la sicurezza e l’accuratezza dei contenuti, l’accesso a ChatGPT è vietato alle reti e ai dispositivi delle scuole pubbliche di New York”, ha dichiarato Jenna Lyle, portavoce del Dipartimento dell’educazione di New York, in un comunicato riportato dalla Cnn.

Al fianco di New York si è schierata anche la città di Los Angeles, dove l’accesso a ChatGPT è stato bloccato preventivamente in tutte le reti e i dispositivi del Distretto scolastico unificato della metropoli californiana “per proteggere l’onestà accademica, mentre viene condotta una valutazione dei rischi e dei benefici”.

mosaico bluIl punto di forza di ChatGpt è anche il suo più grande difetto

Il nuovo chatbot ha conquistato internet e ha dimostrato quanto possa essere coinvolgente l’Ai conversazionale, anche quando si inventa fatti

Nelle università

Dall’altra parte dell’oceano, in Australia le cose si sono fatte anche più radicali. Tutte le università australiane, unite nell’organizzazione chiamata The group of eight, hanno deciso di tornare a svolgere gli esami con carta e penna, per cancellare definitivamente qualunque pericolo relativo all’utilizzo di ChatGPT durante le prove.

Il gruppo ha inoltre aggiornato il regolamento interuniversitario, stabilendo definitivamente come l’uso di intelligenze artificiali per scrivere esami o articoli accademici sia da considerarsi come illegittimo. Dopo queste modifiche, come riporta il Guardian, diversi studenti sono stati sanzionati per essere stati sorpresi a usare ChatGPT.

Ma le università e le scuole non sono le uniche ad aver ingaggiato battaglia contro il bot di OpenAI. Uno studente di Princeton, per esempio, ha creato GPTZero, un’applicazione dedicata unicamente a scoprire se un testo sia stato o meno scritto tramite intelligenza artificiale. Allo stesso tempo, come si legge su The Verge, gli specialisti di machine learning della Icml hanno deciso di vietare l’uso di bot come ChatGPT per la creazione di articoli scientifici.

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Twitter, chi sono i leader politici più influenti

Author: Wired

Nonostante gli ultimi tribulati mesi, Twitter resta ancora un’importante piazza virtuale, luogo privilegiato dall’opinione pubblica internazionale e piattaforma predominante per la diplomazia digitale. Con la sua classifica Twiplomacy world leader power ranking 2022, la società di analisi londinese Bwc ha identificato quali sono i leader mondiali più influenti sul social network. Piccolo spoiler, nessuno di loro è italiano.

Dalla loro nascita, i social media sono diventati molto più di semplici canali di comunicazione tra amici, trasformandosi in centri di distribuzione di informazioni su scala globale, uffici stampa di governi o aziende e strumenti per avvicinare la comunicazione dei leader ai propri cittadini e al resto del mondo. Abbiamo visto persone abusarne ed esserne cacciate via, come l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e altre usarli per organizzare proteste contro i regimi autoritari, dimostrando l’incredibile influenza che questi strumenti possono avere sulla vita politica di tutto il pianeta.

  1. Come funziona la diplomazia digitale
  2. Quali sono stati i leader più influenti su Twitter nel 2022
  3. Com’è composta la classifica
  4. Autenticità, coinvolgimento e isolamento

Come funziona la diplomazia digitale

Un potere di cui i leader mondiali sono ben consapevoli e che sfruttano per mostrarsi vicini al proprio pubblico e mantenere alta l’attenzione su di sé. Twitter in particolare, per il suo newsfeed in tempo reale, la consistente presenza di giornalisti e la capacità di coinvolgere su scala globale tutte le persone interessate alla politica, resta lo strumento digitale di riferimento dei leader globali, che sembra non possano farne a meno. La piattaforma viene così usata sia per dettare l’agenda politica, sia per rivolgersi direttamente alle persone, innescando conversazioni che si estendono verso pubblici molto più ampi di quelli nazionali.

Per questo, i leader che occupano i posti più alti della classifica Twiplomacy di Bwc, cono quelli che sono riusciti a imporre la propria personalità sulla piattaforma e a sfruttare al meglio il social. Infatti, la popolarità sui social media non è necessariamente correlata a quella interna e molte delle persone in classifica hanno perso consensi o le elezioni durante il 2022.

Quali sono stati i leader più influenti su Twitter nel 2022

Scopriamo quindi la classifica cominciando dal podio. Il leader mondiale più influente è il primo ministro indiano Narendra Modi, seguito dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e dal presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan. Continuando nella classifica dei primi dieci seguono poi il neopresidente della Colombia Gustavo Petro, l’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro, il presidente del Venezuela Nicolás Maduro, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyy, quello del Canada Justin Trudeau, il crypto-presidente di El Salvador Nayb Bukele e il presidente del Cile Gabriel Boric.

Com’è composta la classifica

Un elenco globale dove l’America Latina occupa più di metà delle posizioni, mentre non è presente alcun leader del continente africano e nemmeno dell’Unione europea, nonostante l’Europa geografica sia presente con due presidenti, così come il Nord America. Ma se l’assenza africana può essere giustificata dal basso numero di utenti di Twitter, appena 22,3 milioni, quella dell’Unione europea è meno comprensibile. Il primo leader del blocco tra i primi 50 leader è il presidente della Francia Emmanuel Macron, che si piazza al dodicesimo posto, seguito dallo spagnolo Pdero Sanchez al diciassettesimo. Mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz si trova quasi alla fine della classifica, in quarantottesima posizione. L’Italia invece, non si trova nemmeno tra i primi 50.

Autenticità, coinvolgimento e isolamento

Bwc fornisce poi tre conclusioni in coda alla classifica del 2022. La prima è che gli utenti premiano i leader che comunicano con maggiore autenticità, dai tweet didascalici di Biden, alle smentite in tempo reale di Zelensky contro le fake news russe. In secondo luogo, il coinvolgimento è ciò che fa la differenza online: l’influenza di un politico non riguarda tanto il numero di follower, ma quanto questi interagiscano con i messaggi del leader. 

Infine, la digitalizzazione della diplomazia ha portato riguarda ormai anche le tensioni globali tra paesi. Per esempio, il crescente isolamento internazionale del presidente russo Vladimir Putin si rispecchia anche online. Putin è rimasto fuori dalla classifica in modo simile a come ormai viene escluso dagli affari internazionali. A volte però, come nel caso del cinese Xi Jinping, sono gli stessi politici a decidere di non utilizzare i canali degli altri leader globali, per marcare la loro differenza e sottolineare il rifiuto a ricorrere ai canali “imposti” dall’occidente.

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2023, le 21 date da ricordare

Author: Wired

Giusto qualche mese fa la Corte Suprema statunitense l’ha ribaltata, di fatto eliminando il diritto all’aborto a livello federale e dando quindi la possibilità a ogni stato di adottare la legislazione che preferisce. La decisione ha scatenato proteste piuttosto veementi negli Stati Uniti e non solo, a testimonianza di quanto la questione sia ritenuta delicata e importante ancora oggi, e di quanto questa sentenza sia stata fondamentale nella storia recente del Paese. Per la verità, la sentenza ha una storia piuttosto complessa, che comincia quando nel 1969 Jane Roe – pseudonimo di una giovane donna del Texas di nome Norma Leah McCorvey – si presenta in un tribunale locale chiedendo di poter abortire, sostenendo di essere stata stuprata. All’epoca, infatti, la legislazione del Texas consentiva l’aborto solamente in caso di stupro e incesto. Non essendoci alcun rapporto della polizia locale sulla presunta violenza, la richiesta viene respinta. Roe si affida allora a Linda Coffee e Sarah Weddington, due avvocatesse già impegnate nella battaglia per la legalizzazione dell’aborto. Le due presentano un ricorso alla Corte Distrettuale dello stato, che dopo aver esaminato il caso riconosce a Jane Roe il diritto di terminare la gravidanza. L’avvocato difensore Henry Wade presenta quindi un ulteriore ricorso alla Corte Suprema, il massimo organo legislativo statunitense. Il caso arriva alla Corte nel 1970, che tre anni dopo, con una maggioranza di 7 giudici a 2, emana la sentenza, basandola su una nuova interpretazione del XIV Emendamento della Costituzione, quello che regola il diritto alla privacy. Adesso è di nuovo di tutto cambiato, ma si è trattato indubbiamente di un momento fondamentale della storia del Novecento degli Stati Uniti.

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Ftx, come si stanno mettendo le cose per gli ex vertici

Author: Wired

Il fondatore di Ftx Sam Bankman-Fried potrà fare ritorno nella propria casa di famiglia a Palo Alto, in California, in attesa di giudizio. 

Secondo Fortune, all’ex amministratore delegato dell’exchange di criptovalute, che dopo essere stato arrestato lo scorso 12 dicembre  alle Bahamas con l’accusa di frode e riciclaggio in merito al fallimento di Ftx aveva accettato l’estradizione negli Stati Uniti, è stata infatti accordata dal magistrato federale di New York Gabriel Gorenstein una cauzione da 250 milioni di dollari.

Oltre a rimanere nell’abitazione dei genitori, il trentenne dovrà indossare il braccialetto elettronico, consegnare alle autorità il proprio passaporto, sottoporsi a trattamenti per la disintossicazione da sostanze stupefacenti e comunicare ogni spesa superiore ai mille dollari. Secondo Gorenstein, “è molto difficile” che l’ex ad di Ftx possa “nascondersi senza essere riconosciuto. Quindi ritengo che il rischio di fuga sia contenuto”. 

Il ritorno in patria di Sam Bankman-Fried è stato tutt’altro che in pompa magna. La posizione dell’ormai ex milionario è infatti peggiorata da quando i suoi ex soci Caroline Ellison, ex amministratrice delegata di Alameda Research, e Gary Wang, cofondatore di Ftx, si sono dichiarati rispettivamente colpevoli, secondo quanto riporta il Washington Post, per sette e quattro diverse imputazioni. Mentre la prima rischia 110 anni di reclusione, il secondo ne rischia 50

Secondo The Verge, entrambi hanno  scelto di collaborare con le autorità americane. Ebbene, le loro deposizioni avrebbero già contraddetto la versione dei fatti della difesa di Bankman-Fried. I due, ritenuti attendibili poiché vivevano alle Bahamas insieme all’ex ad, si sono impegnati a “cooperare pienamente” con le autorità e l’Fbi, nonché a fornire tutte le informazioni che saranno loro richieste.

L’ex amministratore delegato di Ftx è accusato di otto crimini diversi. La Securities and Exchange Commission (Sec) e la Commodity Futures Trading Commission (Ctfc) hanno inoltre raccolto a suo carico diverse cause legali civili. Considerando il giudizio affrontato dai suoi ex colleghi, rischia quindi una pena paragonabile all’ergastolo.