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Cosa c’entra Taylor Swift con le elezioni europee

Author: Wired

Da Taylor Swift ai Måneskin. La Commissione europea ha aperto una caccia alle star internazionali per tentare di aumentare l’affluenza dei più giovani alle prossime elezioni europee. L’iniziativa fa parte di una strategia comunicativa da 37 milioni di euro, studiata per informare e coinvolgere cittadine e cittadine di tutti i 27 stati membri, in vista del voto su cui si gioca il futuro dell’Unione.

La partecipazione popolare alle elezioni per il Parlamento europeo varia tantissimo da paese a paese, oscillando dall’88% del Belgio al 29% della Croazia, ma a livello generale è stata storicamente piuttosto bassa. Dalla fondazione dell’Unione europea, nel 1993, l’affluenza ha superato la soglia del 50% solo in due occasioni: nel 1994 e nel 2019.

In base a un sondaggio di Eurobarometro, il picco registrato 5 anni fa è dipeso in gran parte proprio dai più giovani. In particolare grazie alle persone con meno di 25 anni, con un aumento del 14%, e a quelle tra i 25 e i 39, con un 12% in più. Quest’anno la loro partecipazione sarà ancora più importante dopo che Belgio, Germania, Malta e Austria hanno concesso il voto alle europee a partire dai 16 anni.

“Nessuno può mobilitare i giovani meglio dei giovani. Credo funzioni meglio dei commissari che parlano dalla sala stampa”, ha detto il commissario Margaritis Schinas in una dichiarazione riportata da Euronews, in cui ha anche chiesto a Taylor Swift di mobilitare i suoi fan europei per le elezioni previste a giugno 2024.

Effetto Swift

La richiesta di Schinas arriva a seguito del successo registrato dalla pop star statunitense, scelta come persona dell’anno dal Times, nel portare in poche ore 35 mila giovani nordamericani a registrarsi al voto per le elezioni statunitensi dopo un suo post sui social media, dove conta oltre 270 milioni di followers.

“Spero faccia lo stesso per i giovani europei”, ha detto il commissario, sottolineando che la cantante terrà un concerto a Parigi il prossimo 9 maggio, nell’ambito del suo Eras Tour, data in cui si festeggia la Giornata dell’Europa. “I giovani europei possono diventare un muro di democrazia il prossimo giugno, contro l’ondata di populismo e odio che minaccia di attaccare l’Europa. È giunto il momento per dire la vostra alle urne, di attribuire lodi o colpe alle politiche europee”, ha concluso Schinas.

Come riportava Euractiv a settembre 2023, la Commissione sta pensando da tempo a come aumentare il coinvolgimento popolare usando celebrità internazionali, non solo dal mondo dello spettacolo, ma anche dalla stampa o dall’imprenditoria. Per ora però, i nomi che stanno circolando sono tutti di cantanti e musicisti. Tra questi c’è anche la cantante spagnola Rosalia, i belgi Angele e Stromae e il gruppo italiano dei Måneskin. Non si sa ancora se le star risponderanno o meno all’appello della politica.

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6 cose da sapere sulle elezioni di Taiwan

Author: Wired

Questo clima da confronto imminente non sembra appassionare più di tanto l’elettorato taiwanese. In passato il voto era molto più centrato sul tema identitario e sui rapporti con Pechino. Era stato così nel 2016, sull’onda delle proteste del “Movimento dei girasoli” e 2020, quando in pochi mesi si erano ribaltati i sondaggi a favore del Dpp in seguito alla repressione dell’autonomia di Hong Kong, che secondo la prospettiva di Pechino dovrebbe essere lo stesso modello da applicare a Taiwan.

In cima agli interessi degli elettori ci sono questioni economiche e sociali. In primis i prezzi delle case, il salario minimo e l’occupazione, ma anche il sistema educativo e la sicurezza. Molto citato anche il tema energetico, con le riserve taiwanesi molto dipendenti dall’esterno, e le posizioni contrapposte sul nucleare, che vedono il Dpp contrario e i due partiti di opposizione a favore. Si è parlato anche di diritti, ma dopo la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso nel 2019 non sono previsti altri passi avanti drastici su un tema sensibile come la pena di morte, che seppur non eseguita da diverso tempo resta ancora in vigore.

Il ruolo dei chip

Il voto è importante anche per le sue implicazioni economiche. Taiwan è la ventiduesima economia al mondo ed è la patria della fabbricazione e assemblaggio dei semiconduttori. Il colosso Tsmc possiede il 52,9% del mercato nel settore fabbricazione e assemblaggio. I primi due competitor sono la sudcoreana Samsung Electronics con il 17,3% e l’altra taiwanese Umc con il 7,2%. Stati Uniti e Cina sono solo al quarto e quinto posto con Globalfoundries (6,1%) e Smic (5,3%). Circa due miliardi e mezzo di persone utilizzano ogni giorno prodotti contenenti semiconduttori prodotti da Tsmc. Tutto il mondo se n’è accorto durante la crisi per la carenza dei microchip avviata durante la pandemia. Un dominio non solo quantitativo, ma anche qualitativo, visto che è l’unica azienda insieme alla sudcoreana Samsung a essere in grado di fabbricare microchip a 3 nanometri, i più avanzati in circolazione.

Gli spostamenti e le manovre di Tsmc sono un caso sempre più internazionale, ma vengono osservate con estrema attenzione anche a Taiwan, con effetti sul dibattito politico. In concomitanza delle notizie delle aperture degli stabilimenti all’estero, soprattutto negli Usa, l’opposizione del Kuomintang ha offerto una sponda al timore, già diffuso da più parti, che la globalizzazione dei chip possa mettere a rischio il futuro dell’economia di Taiwan.

Gli scenari post voto

Prima del silenzio elettorale in vigore dal 3 gennaio, tutti i sondaggi davano Lai come favorito con una forbice che, a seconda dei casi, passava da un minimo del 3% a un massimo del 10%. Non è una vittoria scontata. Con un’opposizione unita, la vittoria di Hou e Ko potrebbe essere garantita.

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Il mondo che ci aspetta nel 2024, secondo Bill Gates

Author: Wired

Bill Gates ha pubblicato le sue previsioni per il 2024. Il cofondatore di Microsoft prevede che l’anno prossimo l’intelligenza artificiale sarà la tecnologia dominante e che la popolazione mondiale passerà da una fase di conoscenza a una fase di adozione dell’AI. Questa tendenza accelererà i processi di innovazione e la creazione di soluzioni ai problemi sociali a una velocità senza precedenti.

Rivoluzione AI

Quest’anno ci ha fatto intravedere come l’AI plasmerà il futuro”, scrive Gates sul suo blog. “Ora abbiamo una migliore comprensione delle tipologie di lavoro che l’AI sarà in grado di svolgere da sola e di quelle per le quali fungerà da assistente – aggiunge –. Ed è ancora più evidente che può essere utilizzata per migliorare l’accesso all’istruzione, la salute mentale e altro ancora”.

Gates definisce il periodo che stiamo vivendo come l’inizio di una fase di transizione – “un periodo entusiasmante e confuso” – e ipotizza che nei paesi ad alto reddito come gli Stati Uniti gli strumenti di AI saranno usati diffusamente dalla popolazione nel giro di due anni, e nei prossimi tre anni nelle regioni meno avanzate. “C’è ancora un ritardo, che però è molto più breve rispetto ai tempi che abbiamo visto con altre innovazioni“, ha sottolineato.

Bill Gates

Per Bill Gates presto avremo tutti un assistente personale AI

Il fondatore di Microsoft sostiene che nel giro di cinque anni gli agenti AI su misura diventeranno la norma, con importanti ripercussioni in tutti i settori

Per il magnate, l’intelligenza artificiale ha anche la capacità di ridurre le disuguaglianze nel mondo. “Se facciamo investimenti intelligenti oggi, l’AI può rendere il mondo un posto più equo. Può ridurre o addirittura eliminare il ritardo che intercorre tra il momento in cui un’innovazione arriva nei paesi ricchi e quello in cui raggiunge i paesi poveri“, spiega.

A sostegno della sua tesi, Gates fa l’esempio dei nuovi farmaci, il cui sviluppo richiede l’analisi di enormi database. Gli strumenti di intelligenza artificiale hanno accelerato notevolmente questo processo e aprono le porte alla ricerca di possibili cure per le malattie che colpiscono le zone meno abbienti del pianeta.

Una nuova epoca per il dibattito climatico

Bill Gates afferma che il dibattito sulla crisi del clima è entrato in una “nuova era”, in cui le discussioni vertono soprattutto sui finanziamenti per le innovazioni verdi. In questo quadro, l’adozione dell’energia nucleare come fonte di energia pulita avrà un ruolo di primo piano. Pur riconoscendo che i progressi nel campo sono stati frenati da disastri storici come quello di Chernobyl, secondo il filantropo adesso lo scenario sta cambiando.

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I paesi che andranno al voto nel 2024

Author: Wired

Il 2024 sarà l’anno in cui metà della popolazione mondiale andrà a votare. Considerando elezioni nazionali, comunitarie e locali le urne saranno aperte in 76 paesi, pari al 51% della popolazione mondiale. Tuttavia, in almeno la metà di questi stati è probabile che non porteranno a cambiamenti significativi nella struttura di chi detiene il potere, perché le consultazioni non saranno libere o veramente democratiche, date le leggi contro la libertà di parola o di associazione presenti in molti regimi.

Oltre alle elezioni europee, che chiameranno al voto i circa 400 milioni di elettori ed elettrici dei 27 stati membri, si voterà anche in otto dei dieci paesi più popolosi al mondo, cioè Bangladesh, Brasile, India, Indonesia, Messico, Pakistan, Russia e Stati Uniti, e in 18 paesi dell’Africa, che contribuiscono al conteggio con quasi 300 milioni di aventi diritto al voto, per un totale di 4 miliardi di persone.

Secondo l’Economist però, su 71 paesi considerati dal Democracy index, solo 43 avranno elezioni pienamente libere e democratiche, tra cui i 27 stati dell’Unione europea, mentre gli altri 28 non soddisfano le condizioni di base per parlare di votazioni davvero libere e giuste. In particolare, le elezioni saranno più che altro una mera formalità in paesi come Bangladesh, dove il governo ha avviato una campagna di attacco contro il premio Nobel per l’economia Mohammad Yunus, o Pakistan, retti regimi che combinano elementi di democrazia e autoritarismo, ma soprattutto in Russia, dove vige un regime pienamente autoritario e in cui la rielezione di Vladimir Putin è certa, e in Iran.

Limitandoci invece alle sole elezioni nazionali, siano esse presidenziali o legislative, i paesi chiamati al voto saranno 56 e rappresentano più del 40% del prodotto interno lordo globale. In questo caso ristretto, l’elettorato coinvolto è pari a circa il 41% della popolazione mondiale. A dare il via alla tornata presidenziale sarà Taiwan, il 13 gennaio 2024, con un voto che segnerà il futuro delle sue relazioni con la Cina. Mentre a chiuderla saranno gli Stati Uniti, dove una possibile rielezione dell’ex presidente Donald Trump potrebbe scatenare imprevedibili reazioni in tutto il mondo.

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Lazio, le proposte per ricerca e innovazione alle elezioni regionali

Author: Wired

Con le elezioni regionali del Lazio alle porte, previste per il 12 e il 13 febbraio, le proposte su ricerca e innovazione contenute nei programmi dei candidati e della candidata lasciano spazio all’immaginazione. Nel senso che dovrebbero essere elettori ed elettrici a immaginarsi delle proposte concrete, perché queste sembrano assenti nella maggior parte dei casi. Inoltre, come per ogni altro punto analizzato da Wired, due programmi su tre non indicano quali fondi impiegare e come impiegarli per realizzare gli interventi proposti.

Vediamo nello specifico le proposte su ricerca e innovazione dei candidati alle regionali del Lazio: 

  1. Il centrosinistra e il terzo polo con Alessio D’Amato
  2. Il Movimento 5 stelle con Donatella Bianchi
  3. La coalizione di centrodestra con Francesco Rocca

Da sinistra: Francesco Rocca, Alessio D'Amato e Donatella Bianchi Chi sono i candidati alle elezioni regionali del Lazio

Finita l’era Zingaretti, a contendersi la presidenza saranno Alessio D’Amato, assessore alla Sanità, Francesco Rocca, presidente della Croce rossa italiana, e la giornalista Rai Donatella Bianchi. Ecco chi li sostiene

Il centrosinistra e il terzo polo con Alessio D’Amato

Nel programma di D’Amato manca un capitolo esplicitamente dedicato alla ricerca e all’innovazione. Alcuni riferimenti al tema si trovano però nel piano “Laziodomani: una strategia per le nuove generazioni”. In questo contesto il candidato propone di rafforzare il diritto allo studio universitario, il programma Torno subito per sostenere formazione e ricerca e un rilancio dei dottorati tecnologici, per portare più ricercatori nelle imprese.

Vengono poi elencate ulteriori azioni per sostenere l’iniziativa imprenditoriale dei giovani, anche attraverso la destinazione del patrimonio regionale di spazi per il coworking e lo sviluppo degli “hub cultura-socialità-lavoro”, il sostegno del programma VitaminaG per finanziare le idee innovative delle persone con meno di 35 anni e la realizzazione di moduli di formazione specializzata per la progettazione europea, l’innovazione sociale e quella tecnologica. Per un totale di 300 milioni di euro di investimenti.

Infine, D’Amato propone di proseguire e incrementare le iniziative di sostegno alla ricerca portate avanti dalla precedente amministrazione di centrosinistra, come la creazione di nuove borse di studio e il finanziamento di progetti come “Rome Technopole, i 10 km di Scienza, il Dtt (Divertor Tokamak Test facility presso il Centro Ricerche Enea di Frascati) e il Distretto Tecnologico dei beni e delle attività culturali (Dtc)”. Una decisione che ha portato 85 persone, tra rettori professoresse, professori, ricercatrici e ricercatori a firmare un appello di sostengo alla sua candidatura.

Il Movimento 5 stelle con Donatella Bianchi

Nemmeno Bianchi dedica un capitolo all’innovazione a alla ricerca, parlando genericamente di “nuovi fondi per le startup innovative e per le micro e piccole e medie imprese e implementazione delle risorse per il fondo rotativo di microcredito regionale”. L’innovazione viene poi citata nuovamente tra le proposte relative al digitale, già elencate in questo nostro approfondimento, in cui si parla in generale di azioni per rafforzare gli investimenti finanziari, le connessioni e le infrastrutture ad alta tecnologia. Copertura finanziaria non pervenuta.

La coalizione di centrodestra con Francesco Rocca

Un paragrafo molto breve all’interno del programma di Rocca titola “innovazione e ricerca”. Tuttavia, al suo interno non si trova nemmeno una proposta concreta dedicata alla ricerca o all’innovazione, così come è completamente assente qualunque stima dei fondi da destinare al settore, né all’innovazione. Il testo si limita a citare le linee guida per realizzare gli obiettivi dell’Agenda digitale europea, cioè “lo sviluppo della connettività, l’alfabetizzazione digitale di cittadini e imprese e il sostegno agli investimenti Ict”, ma niente di più.