Categorie
Economia Tecnologia

I produttori di auto elettriche a cui il governo fa la corte

Author: Wired

L’Italia non può essere l’unico paese dell’Unione europea, tra gli storici produttori di automobili, ad avere una sola azienda protagonista del settore dell’automotive, ma deve attrarre costruttori stranieri per generare competizione e rafforzare così l’intera filiera, con un occhio di riguardo per i produttori di veicoli elettrici. Ne è convinto il ministro delle Imprese e del made in Italy (Mimit) Adolfo Urso, che, come riporta il Corriere della Sera, sta intrattenendo sempre più rapporti con case automobilistiche extraeuropee per affiancare un altro player a Stellantis tra cui Tesla di Elon Musk.

Le orientali

Nella lista del titolare del Mimit figurerebbero anche la cinese Chery, che come Jac e Baic produce componenti assemblate dalla molisana Dr; le sue connazionali Geely (che controlla Volvo) e Great Wall Motors, e Mg, britannica di nascita ma cinese dal 2007 essendo stata acquisita da Saic. Ma tra le protagoniste del mercato del paese orientale, che nel 2023 hanno venduto più di 353mila auto in Europa (+75%) e hanno tutta l’intenzione di continuare a crescere, la prima ad aver ufficializzato di aver intrattenuto dialoghi con l’esecutivo italiano è stata Byd.

È accaduto durante il salone dell’auto di Ginevra di ottobre, prima che il colosso di Shenzhen scegliesse l’Ungheria come sede della sua prima fabbrica nell’Unione. Comunicazioni interrotte, dunque, in attesa di valutare le vendite e i numeri, che attualmente non paiono giustificare però un aumento della capacità produttiva sul suolo comunitario: nel 2023 Byd ha venduto in Europa 13mila vetture e l’impianto ungherese può produrne fino a 150mila all’anno.

Non c’è però solo la Cina tra le opportunità per il futuro dell’automotive italiano. Anzi, per alcuni addetti ai lavori il rapporto tra il settore del paese e i costruttori cinesi potrebbe essere in salita: la maggior parte delle aziende della repubblica popolare si basano sulla filiera domestica dell’elettrico e genererebbero pochi benefici per il comparto tricolore. Per questo l’Italia potrebbe percorrere altre due piste. La prima, suggerita dagli esperti, porta in Giappone e a Toyota, azienda che conosce profondamente il mercato italiano e la qualità dell’automotive italiano anche e soprattutto perché già produce alcuni veicoli commerciali ad Atessa, in Abruzzo, grazie a un accordo stretto con Stellantis. Quest’ultima potrebbe iniziare a costruire a Mirafiori le auto elettriche della startup tecnologica cinese Leapmotor, società di cui ha acquisito il 21% lo scorso anno.

Le occidentali

La seconda strada è invece al vaglio dello stesso ministro Urso, che in un’audizione alla commissione Attività produttive della Camera ha affermato di avere avviato interlocuzioni non soltanto con paesi orientali, ma anche con paesi occidentali. In particolare, uno dei desideri del governo sarebbe quello di portare Elon Musk a investire con Tesla nel nostro paese. Il magnate sudafricano ha appena visto bocciare tramite referendum l’ipotesi di espansione della fabbrica della sua casa automobilistica a Grüenheide, in Germania, e potrebbe dunque valutare di affacciarsi su altri mercati del vecchio continente.

Urso ha assicurato che il dialogo con il colosso di Austin è aperto da mesi e che, nonostante il ritardo accumulato nelle politiche di attrazione di investimenti esteri, la curiosità nei confronti dell’Italia sarebbe viva. Per il ministro, le case automobilistiche che non l’hanno ancora fatto ma vogliono scommettere sull’Europa “guardano con interesse al nostro mercato consapevoli anche, come indicava lo stesso presidente Draghi, che dovremo necessariamente tutelare il mercato interno dalla concorrenza con misure commerciali come stanno facendo gli Stati Uniti e con misure industriali”. Con Musk, che a dicembre ha presenziato ad Atreju, la festa di partito di Fratelli d’Italia, è peraltro in piedi un confronto su un possibile impegno nello stivale anche per contrastare il divario digitale, attraverso l’utilizzo dei satelliti di Starlink.

Categorie
Tecnologia

Twin, l’esoscheletro che permette alle persone paraplegiche di camminare

Author: Wired

La scelta progettuale di Iit e Inail è stata quella di partire dall’ascolto dei pazienti. “Quando abbiamo avviato il progetto, ormai nel 2010, abbiamo iniziato raccogliendo i loro bisogni e le loro aspettative – ha ricordato Emanuele Gruppioni, direttore tecnico dell’Area ricerca del Centro protesi di Inail -. Lo abbiamo fatto sia attraverso dei questionari che organizzando delle tavole rotonde, in cui abbiamo ascoltato direttamente da loro quali fossero le loro necessità”.

Il risultato è “un apparecchio che più lo utilizzi e più ti dimentichi di avere addosso”, ha affermato Davide Costi, uno dei due pazienti. L’altro è Alex Santucci, che hanno testato il device durante le sue fasi di sviluppo. “All’inizio – ha aggiunto Santucci – io ho cominciato come se fosse un gioco, lo pensavo soprattutto per la mia riabilitazione. Ora ho capito che stiamo facendo qualcosa che potrà essere d’aiuto a tante altre persone”.

I benefici per la salute

Non ci sono solo gli aspetti psicologici legati alla possibilità di assumere nuovamente la posizione eretta. Sono diversi i benefici per i pazienti che utilizzano l’esocheletro. Il primo riguarda il miglioramento delle funzionalità intestinali. “L’esercizio con l’esoscheletro modifica l’asse intestino cervello”, ha sottolineato Franco Molteni, direttore dell’unità operativa complessa Recupero e riabilitazione funzionale di Villa Beretta, uno dei centri ospedalieri coinvolti nello sviluppo di Twin.

Ci sono poi benefici di natura cardiovascolare, legati al movimento che viene svolto grazie all’esoscheletro, ed altri legati alle disfunzioni vescicali che affliggono i pazienti con lesioni spinali. Certo, indossare il dispositivo richiede anche una preparazione. “Lavoriamo innanzitutto per rinforzare il tronco”, ha spiegato Ilaria Baroncini, medico fisiatra dell’Unità spinale del Montecatone Rehabilitation Institute, l’altra struttura che ha lavorato con l’Iit e Inail. “Il messaggio che vogliamo trasmettere ai clinici – ha aggiunto – è che bisogna iniziare più precocemente possibile la riabilitazione con l’esoscheletro, perché può stimolare anche la neuroplasticità corticale dei pazienti”.

Gli sviluppi futuri

“Siamo all’inizio di un percorso triennale per ottenere le certificazioni europee necessarie alla commercializzazione e per verificare l’efficacia clinica del device”, ha spiegato Matteo Laffranchi, coordinatore del Rehab Technologies Lab creato da Iit e Inail per lo sviluppo di questo progetto. Dopodiché, “dovremo trovare un partner industriale per la commercializzazione. Che però ci sia la volontà di procedere speditamente lo ha sottolineato in chiusura dell’evento il presidente dell’Istituto italiano di tecnologia, Gabriele Galateri di Genola, con quattro semplici parole: “Dobbiamo fare in fretta”.

Categorie
Tecnologia

Perché i treni tra Roma e Firenze hanno ritardi o modifiche degli orari

Author: Wired

Nuovi disagi alla circolazione dei treni interesseranno la linea Roma Firenze, durante tre diversi fine settimana tra febbraio e marzo 2024, dalle 14.30 del sabato alle 14.30 della domenica. Il gruppo Ferrovie dello Stato effettuerà alcuni lavori di manutenzione tra Orte e Settebagni tra il 24 e 25 febbraio, tra il 9 e 10 marzo e tra il 23 e il 24 marzo, causando cancellazioni e allungamenti dei tempi di percorrenza per treni ad Alta velocità, Intercity e Regionali.

La cosiddetta linea “direttissima” tra Roma e Firenze non è nuova a interventi di manutenzione e interruzioni della circolazione. Questa volta le operazioni saranno spalmate su tre turni da 24 ore in tre diversi weekend, nel tentativo di ridurre i disagi a pendolari, lavoratori e lavoratrici. Nelle date previste per gli interventi la circolazione regolare dei treni sarà garantita fino alle 14.30 del sabato mattina e dalle 14.30 della domenica.

Quali sono i treni coinvolti

In particolare, saranno cancellati alcuni dei collegamenti tra Fiumicino Aeroporto/Fara Sabina/Poggio Mirteto e Orte; tra Roma e Chiusi/Arezzo/Firenze; tra Roma e Terni/Foligno/Perugia/Terontola; tra Roma e Ancona e tra Roma, Orte e Viterbo. Così come alcuni Frecciarossa e Frecciargento che collegano Bardonecchia, Torino, Milano, Roma, Napoli, Salerno, Battipaglia, Benevento, Mantova, Genova , Firenze, Fiumicino e Brescia. Altri treni ad alta velocità saranno spostati sulla linea convenzionale con tempi di percorrenza più lunghi di 80 minuti.

Alcune linee saranno coperte da bus sostitutivi, ma è consigliato verificare in tempo reale nuovi aggiornamenti sulla pagina Infomobilità del sito di Trenitalia. La società ha infatti specificato che “le modifiche ai servizi possono avvenire anche prima o dopo l’orario programmato dei lavori”.

A cosa servono i lavori

Il rallentamento della circolazione e le cancellazioni sono dovuti dall’installazione del nuovo sistema per la supervisione e il controllo del distanziamento dei treni Ertms, finanziato con fondi del Piano nazionale di ripresa e resistenza. Nel concreto, le attività di manutenzione consisteranno nell’installazione di antenne radio Gsm-r, la posa dei cavi, interventi nelle gallerie e lavori di manutenzione sulla sede ferroviaria.

Il sistema Ertms è già attivo tra Firenze Rovezzano e Orvieto e verrà attivato entro la fine del 2024 anche tra Orvieto e Settebagni, entro il 2036 dovrebbe essere installato su tutti i 16.800 chilometri di rete ferroviaria italiana. L’obiettivo è di aumentare la sicurezza e l’affidabilità dell’infrastruttura ferroviaria, migliorandone la regolarità della circolazione.

Categorie
Tecnologia

Meta e Google hanno messo nel mirino gli spyware made in Italy

Author: Wired

Prima Google, poi Meta. A distanza di pochi giorni l’industria di spyware e sistemi di sorveglianza è finita sotto la lente di due tra i colossi mondiali del digitale. Che raccontano di reti di account fasulli, trojan mascherati da app legittime, vulnerabilità sfruttate per infettare i dispositivi di giornalisti, attivisti, dissidenti e politici di opposizione. E puntano il dito contro alcune aziende italiane del settore. I nomi di Cy4Gate (che respinge gli addebiti), Negg Group e Ips Intelligence (che invece non hanno risposto alle domande di Wired), sono stati messi nero su bianco in due rapporti usciti a inizio febbraio e firmati dai reparti di cybersecurity di Big G e della holding di Facebook, Instagram e Whatsapp.

Il tempismo non è casuale. Lo scorso 6 febbraio a Londra, alla Lancaster House, 27 tra Stati e unioni internazionali, tra cui Italia, Francia, Stati Uniti e Regno Unito, 14 aziende del settore digitale (come Meta e Microsoft) e 12 tra organizzazioni non governative e università hanno sottoscritto il Pall Mall Process, un’iniziativa internazionale per mettere a freno l’uso indiscriminato di spyware e altri strumenti di sorveglianza online. “Il danno non è ipotetico”, scrive Google nell’attacco del suo rapporto: sebbene i fornitori rivendichino “l’uso legittimo dei loro strumenti da parte delle forze dell’ordine e dell’antiterrorismo”, si riscontra l’uso contro “giornalisti, attivisti per i diritti umani, dissidenti e politici di partiti di opposizione” (utenti ad alto rischio, secondo la definizione del colosso informatico). Secondo Meta, solo “un approccio comprensivo al blocco di questa minaccia nel nostro settore e nella società può porre un freno significativo ai gruppi spyware”.

Le italiane nel mirino

Entrambe le aziende fanno i nomi di alcune aziende italiane del settore. La prima è Cy4Gate. Partecipata da Elettronica e quotata in Borsa, l’azienda con sede a Roma si occupa di intelligenza artificiale e cybersecurity e a settembre 2023 iscriveva a bilancio ricavi per 44,9 milioni per i primi nove mesi dell’anno. Nel suo rapporto Meta dichiara di aver rimosso una rete di account falsi su Facebook e Instagram che sarebbero collegati a Cy4Gate, con immagini generate con l’intelligenza artificiale, usati per raccogliere informazioni pubbliche sui loro obiettivi.

Sulla stessa scia avrebbe agito, secondo Menlo Park, anche Rcs Lab, società controllata di Cy4Gate nata nel 1993 e specializzata in software dedicati alle attività investigative delle forze dell’ordine. Meta dice di aver abbattuto una rete di profili falsi, operativa da Italia, Kazakhstan e Mongolia. Tra le tecniche attribuite a Rcs Lab, vi sono account fake di dimostranti, giornalisti o giovane donne, sfruttati per ingannare le persone sorvegliate sui social (compreso LinkedIn), inviare link malevoli (usati per tracciare gli indirizzi Ip degli obiettivi) o spingerli a condividere email o numeri di telefoni o, ancora, per trasmettere documenti Word infettati (per esempio, volantini di petizioni governative). Con questi strumenti Rcs Lab avrebbe consentito di spiare giornalisti e dissidenti in Mongolia, Kazakhstan e Azerbaijan. A ottobre un’inchiesta di Irpi Media ha svelato l’esistenza di un prodotto di Gy4Gate, Gens.AI, pensato per creare avatar virtuale da destinare alle forze dell’ordine per attività di indagine. Google invece menziona il ricorso a spyware, come Epeius di Cy4Gate o Hermit di Rcs Lab, per colpire dispositivi con sistemi operativi iOs o Android.

Categorie
Tecnologia

Usare l’intelligenza artificiale per documentare i lavori del Parlamento

Author: Wired

L’Italia si candida a essere uno dei primi paesi al mondo ad applicare strumenti di intelligenza artificiale generativa nelle attività di documentazione dei lavori parlamentari. Finora solo il Congresso statunitense ha espresso una simile intenzione. È questo, in sintesi, quanto emerso dalla conferenza stampa del Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione tenutasi martedì 13 febbraio a Montecitorio.

L’incontro chiude il primo anno di attività del comitato, gruppo di lavoro bipartisan incaricato dall’ufficio di presidenza. In quanto responsabile della gestione e del controllo delle attività di documentazione della Camera, il gruppo è impegnato nello studio della possibilità di applicare l’AI alle attività di raccolta e analisi degli atti ufficiali parlamentari.

Il progetto

Il progetto è stato presentato in conferenza stampa da Anna Ascani, presidente del Comitato e deputata in quota Partito democratico, la quale insieme a Rosaria Tassinari di Forza Italia e Ilaria Cavo di Noi Moderati è intervenuta per rendere conto delle attività svolte fino a ora. Nel corso di questi dodici mesi, il gruppo ha organizzato numerose audizioni, durante le quali sono stati ascoltati i responsabili di importanti aziende che si occupano dello sviluppo dell’AI. Incontri attraverso i quali si è discusso delle opportunità e dei rischi legati all’applicazione della tecnologia in questione, nonché della ricerca di un approccio etico al suo utilizzo, specialmente nell’ambito della documentazione parlamentare. L’ultima audizione, svoltasi a gennaio, è stata con Michael Sellitto, responsabile affari globali della società di intelligenza artificiale Anthropic.

Eventi, questi, che hanno dato il “la” alla missione svolta negli Stati Uniti dalle tre relatrici, che in questi mesi si sono recate a Seattle nelle sedi di Amazon e Microsoft, all’università di Stamford e nei quartier generali di Google, Meta e OpenAI per osservare da vicino il loro lavoro nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Quest’ultima, in particolare, ha accolto la delegazione italiana fornendo un’anticipazione del futuro funzionamento di alcuni programmi aziendali, che hanno dimostrato di essere in grado di riconoscere l’utilizzo di metafore da parte dei parlamentari durante una discussione ufficiale.

L’umanità al centro

Ascani, Tassinari e Cavo sottolineano che l’applicazione dell’AI al lavoro di documentazione delle attività svolte alla Camera dei deputati non intende in alcun modo sostituire specifiche figure lavorative o rimpiazzare il contributo umano, che resta centrale. Semmai, spiegano, si tratta di una semplificazione delle mansioni che i professionisti del settore svolgono abitualmente, aumentandone quindi produttività ed efficacia.

Oggi, stando alle parole delle relatrici, si chiude un intenso anno di lavoro, che proseguirà a partire da domani con la presentazione del primo report stilato dal Comitato. Nella stessa occasione, verranno resi noti i prossimi passi da compiere che, come anticipato a Wired da Tassinari, si concentreranno sulla capacità di sviluppo dell’AI da parte di università e aziende.